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GAZZETTA DELLO SPORT Roma bifronte

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(M. Cecchini) – Si può essere imbattuti, in testa alla classifica e sentirsi incongruamente infelici? Se fate parte della Roma, certo che si può. Il pareggio col Torino, infatti, ha scatenato reazioni di rabbia che hanno stupito un po’ persino alcuni dirigenti giallorossi, saggi però nel saperle interpretare come voglia rapida di rivalsa. D’altronde, con questo inizio di stagione, il bicchiere è molto più che mezzo pieno, visto che le cose positive non mancano. Anzi.

1) Calendario Da qui a Natale, infatti, la squadra di Garcia giocherà 4 delle prossime 6 partite all’Olimpico, dove finora ha sempre vinto. Visto che le prossime avversarie attese in casa sono Sassuolo, Cagliari, Fiorentina e Catania (quelle in trasferta saranno l’Atalanta e il derelitto Milan), l’ottimismo per un possibile filotto non manca. Insomma, il modo migliore per tentare un nuovo allungo, anche perché domenica prossima Juve e Napoli potrebbero rubarsi punti nello scontro diretto.

2) Condizione Anche se Garcia è uno degli allenatori che ha impiegato finora meno giocatori, il secondo tempo contro i granata autorizza ancora all’ottimismo, perché la squadra giallorossa è parsa uscire alla distanza. Se è vero che le perplessità legate alla preparazione «leggera» di Garcia non sono state del tutto fugate, il fatto di non dover giocare le Coppe europee autorizza all’ottimismo, visto che anche gli infortuni e le squalifiche consentono all’allenatore di non sovraccaricare una rosa tutto sommato non certo ristretta. Con tutti a disposizione, infatti, il francese in panchina può scegliere tra una serie di giocatori nel giro di varie Nazionali, e questo non è un vantaggio da poco.

3) L’entusiasmo Stemperata la rabbia color granata, lo straordinario campionato condotto finora e il vantaggio solido fin qui immagazzinato fanno volare l’entusiasmo di tutta la tifoseria. Questo può essere un propellente fondamentale quando la stagione arriverà alle battute decisive e magari la carica potrebbe giocare un ruolo importante in questo senso. Con un solo effetto collaterale. Quale? Che ad esempio un possibile (eccellente) secondo posto possa essere considerata una delusione. Ma da Trigoria il messaggio è chiaro: ricordiamoci da dove siamo partiti.

L’attacco ha poche opzioni. E il capitano torna a Natale

Diciamolo subito: visto il ruolino di marcia, trovare difetti a questa Roma non è impresa agevole. Per questo, al massimo, certe prove meno convincenti possono essere giudicate niente più che scricchiolii in una struttura apparentemente solidissima.

1) Totti e l’attacco Il primo elemento di preoccupazione riguarda l’attacco. Se Gervinho è ancora in forte dubbio per domenica, l’assenza più pesante riguarda capitan Totti, che tra l’altro ha caratteristiche tali da non essere sostituibile da nessuno. Ieri il numero dieci giallorosso era a Villa Stuart, dove si è sottoposto ad una seconda seduta di «fattori di crescita » (la terza avverrà o alla fine di questa settimana oppure la prossima). Il suo infortunio al flessore della coscia destra migliora così come le sue ginocchia operate ieri controllate anche dal professor Mariani reggono all’urto degli anni. Però è parso chiaro a tutti come con Totti sia meglio non correre rischi. E così il rientro, al momento, non è ipotizzabile prima del match col Milan del 16 dicembre (sarebbe il sogno del capitano), ma più probabilmente l’appuntamento sarà rimandato al 22, quando sarà di scena all’Olimpico il Catania. Se però ci fossero rischi, nessuna meraviglia che si lavori per il 6 gennaio, quando la Roma andrà a Torino contro la Juve.

2) Inesperienza Proprio a confronto dei bianconeri un altro fattore negativo potrebbe essere rappresentato nella inesperienza nella lotta al vertice. Elemento che potrebbe risultare decisivo quando arriverà il momento dei verdetti.

3) Complotti & proteste Collegato a tutto questo, infatti, c’è il rischio che la squadra s’innervosisca. Il mancato rigore su Pjanic e il fallo di Meggiorini su Benatia che ha portato al pareggio, ha già scatenato l’ambiente giallorosso: «Diamo fastidio », è il mantra. Lo stesso Benatia ieri ha twitatto: «Meglio che non parli». Lo stesso ha fatto la dirigenza, anche se domenica si è fatta sentire con gli ispettori federali in merito all’arbitraggio, ma tra gli addetti ai lavori non si trova quasi nessuno che pensi come Roma in questo avvio di stagione sia stata svantaggiata. Per questo, forse, meglio non cedere alla sindrome del complotto.

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