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IL TEMPO Roma, la capolista se ne va

Esultanza Gol

(A. Austini) Unica imbattuta in Europa, sempre più padrona in Italia. La Roma dei sogni di Rudi Garcia chiude in bellezza il suo weekend lungo lanciando la prima fuga del campionato. «La capolista se ne va» cantano i giocatori nello spogliatoio da qualche partita: da ieri il volume del coro e il fomento generale si sono decisamente alzati. Per carità, non si è giocato neppure un quarto del torneo, ma i segnali che si susseguono di giornata in giornata fanno pensare che sia davvero un anno magico. Un primato meritatissimo, con quel pizzico di fortuna nei momenti chiave che non guasta mai. Così, a cinque mesi dal «lutto»calcistico del 26 maggio, i giallorossi si ritrovano in vetta da soli, con cinque punti di vantaggio accumulati sul Napoli e sulla Juventus, fermata ieri dalla Fiorentina imbottita di ex romanisti. Con i risultati della giornata, i giallorossi eguagliano il vantaggio-record di una capolista dopo otto turni di campionato, da quando in serie A si assegnano i tre punti a vittoria (dal 1994/95).

In precedenza una situazione simile si era verificata nella corsa alla scudetto 2004/05 e 2005/06, il primo non assegnato e il secondo revocato per Calciopoli, con la Juventus di Capello a comandare in entrambi i casi sul Milan con cinque lunghezze. Ieri Montella ha fatto il suo dovere e dopo l’incredibile sfida vinta in rimonta sui bianconeri ha ricevuto diversi messaggi di ringraziamento dai vecchi amici della Capitale. Al momento la sua squadra non è una concorrente diretta della Roma, più interessata alla marcia di una Juve che inizia a scricchiolare e di un Napoli rispedito a debita distanza nello scontro diretto di venerdì. Per dare una dimensione alla rinascita giallorossa, basta ricordare i distacchi subiti dalle due rivali alla fine del campionato scorso: 25 punti dalla Juventus campione e 16 dal Napoli secondo. Un mondo capovolto. All’improvviso. Dopo una partenza del genere, riuscita nella storia solo a tre Juventus del passato che poi hanno sempre festeggiato il tricolore a fine stagione(anche se il terzo è sempre quello non assegnato), ora alla banda di Garcia basterebbe mantenere un andamento regolare per garantirsi almeno un posto in Champions League, l’obiettivo massimo a inizio stagione. Nove punti di vantaggio su Fiorentina e Inter, tredici su Milan e Lazio rappresentano un bel tesoretto da difendere per tornare nell’Europa che conta dopo quattro anni d’assenza e programmare il futuro con maggiore serenità.

In estate dirigenti, tecnico e giocatori erano sì fiduciosi sul riscatto dei due anni fallimentari, ma nessuno si era messo in testa di lottare per lo scudetto. Quella parola resta «tabù» a Trigoria, «puntiamo a tornare in Europa» è il ritornello di Garcia e i suoi allievi che ora, però, inizia a perdere di credibilità. La Roma punta al massimo, col vantaggio di non avere l’assillo di vincere a tutti i costi un titolo che, viste le premesse, rappresenterebbe l’impresa più grande della sua storia. Le avversarie iniziano a temerla, impossibile fare altrimenti quando osservi una squadra compatta, che gioca un calcio moderno e concreto, ha incassato un solo gol in otto match (De Sanctis imbattuto da 501 minuti) e ne ha segnati quasi tre a partita. Numeri impressionanti e unici in Europa. La Roma è la nuova regina: nessun’altra formazione, infatti, è rimasta a punteggio pieno nei grandi campionati gestiti dalla Uefa.

Fino a sabato notte i giallorossi condividevano il cammino immacolato con Barcellona e Atletico Madrid, che sono poi incappate nei primi incidenti di percorso alla nona giornata della Liga spagnola contro Osasuna ed Espanyol. Il Barça delle meraviglie è l’unica squadra ad avere segnato più della Roma (28 volte) e a vantare una differenza reti migliore, +22, con un solo gol in più di scarto. Totti & Co. seguono a ruota nella graduatoria europea dei più prolifici con 22 centri alla pari del Borussia Dortmund vice-campione della Champions. E dopo la rete incassata sabato dall’Olympiacos in Grecia col Platanias ora la Roma ha in solitario la migliore difesa del continente. Solo per citare qualche esempio, il Bayern di Guardiola in Germania (imbattuto con 7 vittorie e 2 pari) ha segnato 19 volte e subito 4, il Porto ha uno score di 15-4, lo Standard Liegi (9 vittorie e 1 sconfitta in Belgio) è a 23-4. Materiale che finora conta solo per le statistiche e deve essere trasformato in risultati definitivi. La Champions sarebbe già tanto, tutto il resto un incredibile guadagno.

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