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GAZZETTA DELLO SPORT Quei giganti a San Siro. Roma illuminata da gol e magie di Totti e Pruzzo

Mattia Destro

(M. Perrone) – Il numero 6 campeggia su Inter Roma. Sei come le vittorie iniziali dei giallorossi: una partenza che 9 volte su 11, nella storia della serie A, ha portato dritta allo scudetto. Sei come i risultati utili dei nerazzurri, che in tutto il 2013 ne avevano infilati al massimo 3. La Roma ha il miglior attacco (17 gol fatti) e la miglior difesa (appena uno incassato). L’Inter è seconda in entrambe le classifiche, 16 a 3 le reti per la squadra di Mazzarri. Per due volte, in questo millennio, la Roma è arrivata un soffio dietro all’Inter nella volata scudetto: ora in fuga c’è la squadra di Garcia, che ha doppiato i suoi ultimi predecessori (Luis Enrique e Zeman, 8 punti a testa nelle prime 6 giornate, 16 in due, quest’anno sono già 18). Ecco un amarcord, attraverso i numeri, della grande sfida di San Siro:

1 Il giocatore in gol con entrambe: Amadei Negli scontri diretti a Milano ci è riuscito solo lui: 4 gol con la Roma (uno per chiudere un 20 del 1943 con lo scudetto sul petto) e uno con l’Inter per un 31 del 1950.

2 Le sconfitte di Rudi Garcia contro l’Inter Entrambe nel 2011 in Champions con il Lilla: 10 in casa, 21 a San Siro. Sconfitte che gli furono fatali in un girone equilibratissimo, vinto dall’Inter con 10 punti mentre il Lilla finì ultimo con 6.

4 I gol di Meazza per un poker del 1930 È l’unico ad averne segnati 4 tutti insieme in un Inter Roma, nella neonata serie A (1929 30), quando finì 60. I primi 3, addirittura, li realizzò nei 4 minuti iniziali. Alla Roma, in maglia nerazzurra, ne segnò in tutto 11 (di cui 9 in casa). Nel massimo campionato ne fece 263: sarebbe lui, e non Totti, al secondo posto alle spalle di Piola, calcolando anche le stagioni prima del girone unico, dove ne firmò 45 prima di compiere 19 anni, e il 194546 a doppio girone, quando ne fece 2 con la maglia dell’Atalanta.

6 Gli scudetti di Samuel, record straniero Il primo l’ha vinto con la Roma, gli altri 5 con l’Inter. «The wall» condivide il primato con Stankovic (uno con la Lazio, gli altri 5 con lui in nerazzurro). Samuel, che deve ancora esordire in questo campionato, ha segnato 21 gol in serie A, 9 con la Roma e 12 con l’Inter, nessuno nei confronti diretti fra le due squadre.

11 I gol presi dalla Roma nei primi 2 incontri Finì 60 nel 1930 e 50 nel ‘31. Poi altre 2 vittorie dell’Inter e un pareggio. Primo successo della Roma: 10 nel 1934. Bilancio in serie A in casa dell’Inter: 43 vittorie a 13 per i nerazzurri, più 25 pareggi.

45 Le partite giocate da Totti contro l’Inter I nerazzurri sono il suo avversario più frequente. Bilancio: 14 vittorie, 10 pareggi e 21 sconfitte (di cui una ai rigori nella Supercoppa del 2008, quando proprio lui sbagliò il quinto tiro dal dischetto che avrebbe dato la vittoria alla Roma). Ha segnato 10 gol all’Inter di cui 5 a San Siro: memorabile il pallonetto da 22 metri a Julio Cesar, per un 32 giallorosso del 2005, dopo essere partito prima di metà campo. Quella partita però la concluse anzitempo, espulso. L’Inter è l’unica squadra contro cui ha visto 3 «rossi»: il primo a San Siro nel 1997 (30 per i nerazzurri) per una spallata a Colonnese; il secondo appunto nel 2005, per reciproche scorrettezze con Veron al 90’; il terzo nella finale di coppa Italia del 2010 (persa 10 all’Olimpico) per aver preso a calci Balotelli.

16 Le reti di Altobelli alla Roma… … di gran lunga il suo bersaglio preferito. Spillo ne segnò 5 all’Olimpico (l’ultimo con la Juve) e ben 11 a San Siro, comprese una doppietta per un 42 del 1978 (gran sinistro al volo, poi un colpo di testa) e una tripletta per un 41 dell’86 (pallonetto su Tancredi, rigore parato ma poi ribadito in rete, infine un destro ravvicinato).

28 I gol di Guaita capocannoniere nel 1934 35 È un record ancora imbattuto nei campionati a 16 squadre. Il «corsaro nero» (soprannome datogli quando, con la Roma in maglia nera, fece una tripletta al Livorno) ne segnò 2 fra andata e ritorno all’Ambrosiana Inter allora si chiamava così firmando il primo colpo giallorosso a Milano con un tiro dal limite dell’area per fulminare Ceresoli. Arrivato in Italia nel ‘33 dall’Argentina, naturalizzato per giocare in Nazionale, campione del mondo nel 1934 (suoi il gol dell’10 in semifinale all’Austria e l’assist per il decisivo 21 di Schiavio in finale alla Cecoslovacchia), Guaita aveva problemi fisici e non era partito per Milano con i compagni. Li raggiunse prendendo il treno notturno dalla stazione Termini, dopo un paio di iniezioni antidolorifiche. La Roma, arrivata quarta in quel 193435, era la favorita per il campionato successivo dopo l’acquisto dei terzini campioni del mondo Monzeglio e Allemandi. Guaita aveva chiesto un reingaggio di 10.000 lire mensili: un operaio ne guadagnava 500 e mancavano ancora 4 anni al successo di Gilberto Mazzi che cantava «Se potessi avere mille lire al mese…». Ma tre giorni prima del campionato, ricevuta la cartolina per un’improbabile chiamata alle armi, Guaita scappò improvvisamente dall’Italia insieme ai connazionali Scopelli e Stagnaro. Per sostituirlo, l’allenatore Barbesino si decise troppo tardi a lanciare Di Benedetti, arrivato 2 anni prima nelle giovanili giallorosse da un collegio di trovatelli di Albano Laziale. Lo sconosciuto 19enne esordì a febbraio, quando la Roma era a metà classifica, segnando dopo 5 minuti al Napoli. Fece 7 gol in 13 partite (uno anche all’Ambrosiana), diventando il capocannoniere giallorosso, e la Roma finì seconda a un punto dal Bologna. E Guaita? Giocò in patria con Racing ed Estudiantes, vinse una Coppa America con l’Argentina nel 1937, diventò direttore del penitenziario di Bahia Blanca («Lui di fughe s’intendeva » scrisse, perfido, Gianni Lazotti in una storia della Roma), si ammalò, perse il posto, morì povero ospitato da amici ad appena 48 anni.

11 I gol di Pruzzo contro l’Inter A nessun’altra squadra ne ha fatti così tanti: il primo col Genoa, gli altri 10 con la Roma di cui 7 a San Siro. Da ricordare la tripletta per un 42 del 1980: prima una delle sue zuccate, poi un destro da 10 metri e per chiudere un rigore.

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