(A. Serafini) – Ricominciare da dove si era finito. Un esercizio preventivabile per la nuova Roma di Rudi Garcia, che nel giorno del raduno a Trigoria, ha attraversato i cancelli del «Bernardini» circondato dai blindati delle forze dell’ordine. I fallimenti del recente passato passati indelebilmente nella finale di Coppa Italia si sono scontrati con la contestazione di una settantina di tifosi, che di buon mattino si sono posizionati di fronte al centro tecnico aspettando il passaggio della carovana romanista.
Un benvenuto particolare per il tecnico francese (che è stato comunque risparmiato dalla rabbia dei presenti) e un bentornato di insulti e proteste verso tutti quei volti noti che alla spicciolata si sono susseguiti su piazzale Dino Viola. Presi di mira su tutti Pjanic («Accetto le critiche, saranno di stimolo» ha scritto su Facebook) e i brasiliani Castan e Marquinho, qualche applauso si è sollevato soltanto al passaggio di capitan Francesco Totti, che parcheggiata la vettura nel centro tecnico si è limitato a commentare brevemente l’avvento del suo nuovo allenatore: «Garcia? Spero che entri subito nell’ottica Roma».
Una frase stringata a racchiudere le difficoltà del momento romanista, prima di rompere il ghiaccio e sfoderare un sorriso dei suoi di fronte all’abbigliamento casual del giovane Romagnoli: «Ma come ti sei vestito?», ha scherzato il numero dieci, che ha continuato il siparietto guardando le eccentriche scarpe del suo vecchio amico Borriello.
E tra gli slogan di Pjanic: «Il gruppo ha voglia di rivincita» e Lobont: «Siamo affamati, dobbiamo riprenderci il più presto possibile», c’è stato anche il tempo di un saluto fugace e di una stretta di mano con l’unica presenza nuova Benatia prima di spostarsi velocemente nella sala delle riunioni, dove Garcia ha tenuto a rapporto la squadra per una ventina di minuti. Una presentazione ufficiale quella dell’allenatore (a cui ha partecipato l’intero staff), che barcamenandosi tra il francese, l’italiano e l’aiuto dell’interprete, ha concentrato l’incontro su un primo aspetto fondamentale. «Dobbiamo lavorare tanto e duramente, soltanto così avremmo possibilità di arrivare alla vittoria», il centro del discorso del transalpino ansioso di cambiarsi e cominciare il lavoro sul campo.
La mattinata è scivolata poi tra qualche esercizio con il pallone (è stato indossato già il materiale tecnico con il nuovo logo) e i cori dei tifosi rimasti a mostrare striscioni contro Sabatini e il presidente Pallotta. Al grido «Aridatece la Roma» e «Resteremo in Serie A», una sparuta delegazione ha anche richiesto un confronto con Totti ricevendo però risposta negativa: la contestazione si è spenta lentamente. Parte dei brasiliani ha lasciato all’ora di pranzo il centro sportivo in attesa della seduta pomeridiana, una scelta facoltativa adottata da Garcia, che fino a venerdì (giorno della partenza per Riscone), ha concesso alla squadra ore libere tra le due sedute e serate da passare con le famiglie a casa. Un inizio blando fuori e dentro il campo. Nel pomeriggio infatti, il gruppo ha svolto un po’ di corsa leggera prima di sfidarsi a calcio-tennis. Borriello ha lasciato anticipatamente l’allenamento per una lieve ferita al piede, mentre dopo aver svolto le visite mediche di idoneità si è rivisto correre anche Dodò.
A scongiurare anche la tanto temuta prova della bilancia ci ha pensato il responsabile sanitario giallorosso Colautti a Roma Channel: «La condizione è molto buona, i giocatori ci hanno piacevolmente sorpreso. Sono tutti tirati a lucido». Un dettaglio positivo, che al momento però, non sembra bastare.