(M. Cecchini) – Il tramonto del Generale Gentile, come spesso accade, è pieno di malinconia e di qualche incongruenza. In attesa del «promoveatur ut amoveatur» che lo porterà a fine stagione ad assumere il ruolo di d.t., lasciando la panchina a uno non necessariamente più bravomadi sicuro più famoso, Aurelio Andreazzoli cerca di lasciare in dote al suo erede l’Europa calcistica, magari assieme al punto esclamativo rappresentato da un eventuale successo in Coppa Italia. Per questo, se l’impegno di Torino oggi è importante («abbiamo ancora obiettivi e giochiamo contro la squadra con la fisionomia più delineata della A»), quello di mercoledì contro l’Inter lo è ancora di più. E questo è così ben chiaro che la dirigenza ha varato un maxi-ritiro fuori Roma (a Novarello) che non si vedeva da tempi biblici.
Caso Osvaldo A innescare le lamentele del tecnico è il caso Osvaldo, dopo il diverbio che l’attaccante ha avuto con Burdisso. «Quando un attaccante non trova la via del gol fa sempre fatica a mantenere l’equilibrio giusto. A Osvaldo è successo questo. È stato anche sfortunato nell’essersi creato delle situazioni che sono state ingigantite quasi sempre e siamo entrati in un vortice che lo ha danneggiato. Ma la realtà non è quella raccontata quotidianamente, anche se è suscettibile di miglioramento. Se vi vengo a raccontare che nello spogliatoio non succede mai niente datemi dello stupido, ma in qualsiasi gruppo accade qualcosa quando ci sono dei rapporti interpersonali, anche nelle vostre famiglie. Ci si dovrebbe preoccupare anche di quello che avviene nelle proprie famiglie e non esclusivamente nelle famiglie degli altri ». Detto che ciò che succede a casa di chi scrive, per fortuna, non interessa a nessuno, e risparmiata al lettore la geremiade sul fatto che «non si vuole bene alla Roma», Andreazzoli prosegue: «All’esterno tutto esce sempre in maniera difforme dalla realtà. Comunque sia, sono affari nostri. Abbiamo tutte le capacità per gestire qualsiasi situazione ». Difeso il maxi-ritiro («in realtà non è così lungo e poi siamoin un momento della stagione molto importante»), Andreazzoli critica che si parli di mercato («disturba i giocatori») e aggiunge: «Io sono qui per aiutare la squadra, non per fare carriera, e sono contro tutto quello che infastidisce la squadra, compresi i comportamenti dei calciatori se infastidiscono».
Staffetta Totti L’ammissione finale poi è importante, e fa eco a quella del d.g. Baldini di un anno fa. «È possibile che questa squadra manchi di personalità. Se io ho timore ad affrontare una situazione negativa, significa che non ne ho una spiccata, ma è fisiologico quando si è in costruzione. In Italia invece il programma triennale diventa trimestrale e quello quinquennale lo si vuole in 5 mesi. Comunque capisco il malumore, perché le aspettative erano di altro tipo». Vero. Perciò meglio non perdere di vista la Coppa. E per questo capitan Totti potrebbe anche partire dalla panchina e lasciare spazio dall’inizio al «bad boy» Osvaldo. Un gol, forse, sarebbe il miglior modo per farsi perdonare