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DA MARCO AURELIO AL COLOSSEO I più e i meno della sfida contro l’Atalanta

Aurelio Andreazzoli

Nuova rubrica per GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

 

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La gemma di Pjanic su calcio di punizione. Il bosniaco dimostra di aver ben metabolizzato i preziosissimi consigli di Juninho ai tempi del Lione. La palla scavalca la barriera con una traiettoria perfetta, depositandosi con leggerezza nella rete atalantina. A questa grande giocata va aggiunta una prova da regista di assoluto valore, condita da un grande impegno anche in fase di non possesso. Il processo della sua trasformazione tattica va avanti senza ostacoli. Genio.

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La caparbietà e il mancino sul palo lungo cercato e trovato dal centrocampista Marquinho: il brasiliano recupera un pallone sradicandolo ad un avversario sulla trequarti atalantina, punta la porta difesa da Consigli, finta e calcia a giro dal limite dell’area senza dare scampo al povero estremo difensivo di casa. Resta un ibrido nel sistema di gioco, non rendendo chiaro il suo ruolo, ma se questo porta gol e vivacità alla squadra ben venga la sua permanenza nella rosa romanista. Utile.

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L’assist d’oro di Michael Bradley per la capocciata del neo acquisto giallorosso Vasilis Torosidis: primo gol in A alla terza apparizione con la casacca della Roma con tanta personalità e carattere. L’americano alza la testa e addolcisce i piedi trovando la zuccata del greco decisiva per ottenere tre punti per dare continuità, dopo la bella vittoria casalinga contro la Juventus capolista.

Il gol subito dopo appena 8′ di gioco: sbaglia Balzaretti nel chiamare un fuorigioco inesistente e Torosidis nel non seguire il numero 10 della Dea, Bonaventura, bravo e fortunato nel trovare un assist perfetto ma non voluto per l’accorrente compagno di reparto Livaja, letale sotto porta nel siglare il gol del momentaneo vantaggio. Gli allenatori cambiano, i soliti errori restano.

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Burdisso che sbaglia tutto o quasi. Dovrebbe essere lui a comandare la difesa, invece a conti fatti è il giovane Marquinhos, proveniente dal Corinthians a fare la differenza ad appena 18 anni di età. Normale però che non possa essere il giovane centrale a coprire tutte le magagne di una retroguardia ancora troppo statica e disattenta.

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La prestazione di Lamela. Sbaglia tutti i palloni possibili, dai passaggi ai dribbling, passando per le conclusioni verso la porta. Preoccupa anche la sua miopia nel saper effettuare la giusta scelta di gioco nelle diverse fasi. A differenza di grandi talenti visti nella capitale nel recente passato, vedi Vucinic e Menez, il suo problema non è la mancanza di voglia o grinta, ma proprio il non riuscire in quello che sa fare, spegnendo la luce del proprio estro. Immaturo.

A cura di Rocky & Apollo
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