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IL MESSAGGERO La Roma si tira su

Roma-Torino

(U.Trani) Il monday night rilancia la Roma, adesso sesta e a sette punti dalla zona Champions. Il successo sofferto e al tempo stesso meritato contro il Torino, imbattuto fuori casa prima del viaggio nella capitale, restituisce una classifica migliore ai giallorossi. Il riscatto post derby è firmato da Osvaldo su rigore e ancora Pjanic: il 2 a 0 soddisfa Zeman che ha ora il miglior attacco in assoluto, 30 gol, ed esce dal campo, per la seconda volta in questa stagione, senza incassare reti. Era successo solo il 7 ottobre, qui, contro l’Atalanta.

(…). Il tecnico boemo incassa i fischi prima della gara e lo stesso trattamento ricevono anche gran parte dei giocatori giallorossi, a parte Pjanic, Osvaldo, Lamela e ovviamente Totti, ancora una volta capace di mettere d’accordo i trentacinquemila che non si perdono la Roma nemmeno di lunedì. Non piace lo spettacolo del primo tempo: il pubblico boccia la prestazione della squadra che fatica a concludere. Ci riesce con un paio di tiretti di Lamela, su punizione troppo lenta, e Pjanic che permette a Gillet la foto ricordo per il volo plastico.

Le assenze incidono sulle scelte di Zeman: senza gli squalificati Burdisso, Tachtsidis e De Rossi, e gli infortunati Stekelenburg e Taddei, almeno riesce a recuperare in extremis Marquinhos per non avere i giocatori contati in difesa, dove torna Castan e ha un’altra chance il portiere Goicoechea. Il regista stavolta è Bradley, con Pjanic che si riprende, probabilmente per mancanza di rivali, il posto da titolare e parte da interno destro con Florenzi che si sposta a sinistra. Davanti confermato il solito tridente: fiducia dunque a Osvaldo, nonostante gli acciacchi, in mezzo a Lamela e Totti. Destro parte dalla panchina. Il centravanti italoargentino, nei primi quarantacinque minuti, non sfrutta le occasioni che gli capitano, almeno tre, all’inizio grazie a Pjanic che si era presentato con un tiro alto su appoggio di Totti, e in due casi per le iniziative di Lamela che nel secondo caso, dopo un contropiede, gli permette di tirare in libertà. Pallone calciato, però, alto e largo. La Roma gioca mezz’ora di calcio propositivo, senza però mai alzare il rimo. Il Torino si può difendere senza affanno e con il 4-2-4 sa come ribaltare l’azione: Bianchi fa spesso la torre per uno dei due mediani Basha e Gazzi oppure per la seconda punta Sgrigna. Chi riceve palla, serve uno dei due esterni offensivi, l’ex Cerci a a destra o Santana sul lato opposto. (…)

Ancora due occasioni per i giallorossi, sempre senza inquadrare la porta: Totti a giro conclude fuori, Florenzi imita il capitano dopo uno scambio con Lamela. I granata replicano attaccando sulla fascia presidiata da Balzaretti: Cerci lascia sul posto Bradley e scarica centralmente per Bianchi che calcia di prima. Goicoechea devia in angolo, mentre più tardi è bravo Marquinhos a fermare, scivolata e tacco, ancora il centravanti che si era affacciato prepotentemente in area. Osvaldo, invece, si addormenta su un regalo di Gillet che sbaglia il rinvio. Il Torino, dopo l’intervallo, ci riprova di nuovo con Cerci: Goicoechea è attento. La Roma, però, sembra meno statica. Totti tira due volte: nel primo caso Gillet blocca, nel secondo Glik sporca la conclusione in angolo. Osvaldo si libera bene, ma piazza troppo centralmente.

Due sostituzioni di Zeman, prima del ventesimo, cambiano la storia del match: fuori Totti, stanchissimo e, qualche secondo dopo, Florenzi, dentro Destro e Marquinho. Un’incursione improvvisa del brasiliano, su verticalizzazione di Pjanic, diventa decisiva per il risultato: Ogbonna lo sbilancia, D’Ambrosio lo fa cadere davanti a Gillet. L’arbitro Guida assegna il rigore su indicazione del giudice d’area Calvarese. Osvaldo al ventisettesimo trasforma di piatto: 1 a 0 e settima rete del centravanti in questo torneo. Ventura urla «Vergogna» e Guida lo caccia. La Roma ora è più serena, anche se spreca occasioni d’oro con Destro, Lamela e Osvaldo. Pjanic, invece, fa ancora centro nel finale, come contro la Lazio: destro deviato da Gazzi per il 2 a 0 al quarantunesimo prima di esultare senza maglia sotto la Sud. Festa per lui, non per Zeman. Inchiodato da un sorriso di troppo.

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