Paul Rogers: “Tolleranza zero al razzismo: chi fa insulti sarà bannato dallo stadio e segnalato. I social dovrebbero coinvolgere ed educare”

(R. SETTH) – Ci sono vari modi di utilizzare i profili social di una società di calcio, poi c’è Paul Rogers, responsabile dell’area digital della Roma, che ha rivoluzionato il modo di stare online per i giallorossi. “I social media sono più semplici di quello che si pensa – ha diciarato Rogers – Dovrebbero essere divertimento, intrattenimento, coinvolgimento e avere un fine educativo. Se mancasse uno di questi presupposti ci sarebbe qualcosa di sbagliato. Il nostro obiettivo attraverso i social è quello di portare i tifosi più vicini al club. Negli ultimi tre anni abbiamo visto crescere i nostri social del 325%, ma abbiamo smesso di essere ossessionati dal numero di followers, dando priorità al coinvolgimento”.

La Roma ha scelto di presentare quest’estate ogni giocatore affiancando in ogni video immagini di bambini scomparsi nel mondo“L’ispirazione per la campagna viene dal video della canzone degli  Soul Asylum’s ‘Runaway Train’, che sottolineava i casi di adolescenti scomparsi in quel periodo. Abbiamo pensato che potevamo fare qualcosa di simile con la Roma. Volevamo usare la natura virale degli annunci di mercato su Twitter per aumentare la cassa di risonanza per i bambini scomparsi. I nostri annunci hanno generato un incredibile reach: abbiamo menzionato 109 bambini di 12 paesi differenti, pubblicato 72 video e lavorato con 12 differenti organizzazioni e incredibilmente 5 bambini sono stati ritrovati. Questa è senza dubbio la cosa migliore che ho fatto nella mia carriera lavorativa. Il miglior tweet che è stato fatto secondo me è l’annuncio del ritrovamento di un’adolescente di Londra, che era nei video delle persone scomparse. Nessun tweet potrebbe mai darmi la stessa gioia di pubblicare come il primo su un bambino che viene trovato”.

La Roma si è sempre mossa per prima in tema di razzismo in Italia, facendo da capofila anche ad altre società: “Siamostati il primo club a proibire l’accesso allo stadio ad un tifoso autore di insulti razzisti e siamo stati il primo club a farlo per degli insulti sui social. Il calcio italiano ha sofferto per troppo tempo di razzismo, non siamo più disposti ad accettare questo. Nel 2019 non dovrebbe essere necessaria una squadra di calcio per dire che è inaccettabile fare i versi di una scimmia nei confronti dei giocatori di colore. Per questi tifosi il messaggio che mandiamo è chiaro, la Roma ha un approccio di tolleranza zero al razzismo. Se fai insulti razzisti sarai bannato dallo stadio e segnalato alle forze dell’ordine”.

I giallorossi, soprattutto sui social, hanno continuato a combattere ogni forma di razzismo non più solo con slogan ma anche attraverso i fatti: “AllaRoma, abbiamo trascorso molto tempo a discutere della questione del razzismo nel calcio. Che ci piaccia o no, la percezione al di fuori dell’Italia è che questo paese è stato molto clemente nel gestire il razzismo nel calcio. La Lega, la Federazione, alcuni club, alcuni proprietari delle squadre, allenatori e persino giocatori hanno contribuito a rifiutare di prendere sul serio il razzismo nel calcio nel corso degli anni. In quanto club che si preoccupa della reputazione del calcio italiano e che apprezza l’uguaglianza e i diritti umani, abbiamo il dovere di intensificare e chiarire che non chiuderemo un occhio sul comportamento razzista solo perché il colpevole potrebbe sostenere la Roma. Nel caso dell’insulto razzista diretto a Juan Jesus su Instagram, il colpevole era così sfacciato nel suo comportamento, che in realtà ha inviato l’abuso da un account con il suo nome e foto. Una volta confermata l’identità, era stato proprio lui a farlo – qualcosa che ha anche ammesso su un giornale – non abbiamo avuto esitazioni a emettere un divieto a vita e a passare il caso alla polizia per occuparsene”.

Tra i vari account utilizzati dalla Roma in varie lingue quello più in crescita è quello in lingua inglese: “Penso di preferire i profili dei calciatori che si sono ritirati perché hanno la libertà di dire cose più interessanti senza che la stampa li uccida! Trovo Peter Crouch divertente, trovo Stan Collymore davvero interessante e supponente sul razzismo e i media e Gary Linker possono essere interessanti su calcio, politica e questioni sociali. Ad essere sinceri, sono costantemente circondato dal calcio, quindi l’ultima cosa che voglio fare è vedere i miei social pieni di tweet sul calcio. Sono lì per la politica e i meme. L’obiettivo è continuare a trovare nuovi modi per utilizzare le nostre piattaforme per fare del nostro meglio e per rendere il mondo un posto migliore”.

Fonte: Gianlucadimarzio.com

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