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Il Messaggero Under, l’importanza di non essere (ancora) Salah

Cengiz Under

(S. Carina) Come spesso accade, ora c’è la rincorsa al classico «ve l’avevo detto». Leggendo qua e là, non solo su internet nei commenti tra tifosi, sembra che nessuno avesse mai avuto dubbi sul valore di Ünder. E poco importa se fino al gol contro il Verona, il ragazzino avesse racimolato pochissimi acuti.

Adesso, senza voler scivolare nell’errore opposto di etichettarlo come il Dybala turco o il nuovo Salah, una cosa si può dire: se fino ai quattro gol di fila che hanno cambiato di colpo la percezione mediatica nei suoi confronti, le cose migliori il ragazzo le aveva fatte vedere con il piede destro, lui che è mancino,calciatore lo era anche prima dell’exploit. Di Francesco (e Monchi, ancor prima del tecnico, acquistandolo) se ne era accorto in anticipo. Ripercorrendo i primi mesi del turco a Roma, non è da tutti infatti a 21 anni – proveniente da un altro campionato chenonsia la Bundesliga, la Ligue 1, la Liga o la Premier – essere impiegato (compresa Verona) 15 volte in 23 gare, di cui 7 da titolare. Sinonimo che la fiducia c’era anche prima, e non soltanto ora che Under ha iniziato a testare la resistenza delle reti delle porte avversarie.

L’UOMO DEI SORPASSI Quattro gol in 13 giorni hanno permesso alla Roma il doppio sorpasso in classifica: da quinta a quarta una settimana fa e poi da quarta a terza sabato. Formidabile, incredibile, eccezionale, sono soltanto alcuni aggettivi utilizzati dai suoi compagni di squadra per definire l’ultima prova di Udine. Ne manca uno: intelligente. Perché dopo il saluto militare al gol del 3-1 al Benevento, che ha fatto tanto discutere in Italia ma ha riscosso altrettanto successo in patria, sarebbe bastato poco per ripresentarlo. E invece Under ha capito che a 21 anni è meglio limitarsi a fare il giocatore. Anche perché è consapevole di calciare come pochi altri. Basta andare a rivedere il tiro che sabato supera Bizzarri. La palla, colpita di collo esterno, entra in porta dritta, senza girare.Si vede il logo della Serie A nel momento dell’impatto del piede con il pallone e lo stesso logo accompagna lo sguardo di chi è a casa davanti alla tv o allo stadio, spegnendosi sotto l’incrocio. Una rete che aggiorna il conteggio a 4, di cui 3 da fuori area: caratteristica che rende meno prevedibile il gioco di Di Francesco. Ma c’è anche altro: dall’inizio del torneo, sono già 15 le occasioni create dal turco, 31 i cross effettuati sul fondo, 75,4 la percentuale dei passaggi riusciti (175 su 232), 21 i tiri tentati (19% di realizzazione), con 11 di questi che hanno centrato lo specchio della porta. Numeri in crescendo, come Under. E se volete, dite pure «ve l’avevo detto».

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