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Troppi acquisti sbagliati. Colpa degli allenatori che non sanno scegliere

Di Francesco

È giusto parlare molto di mercato, ma con memoria. (..)  Complessivamente, dei 23 centrocampisti in rosa alla prima giornata di due mercati e mezzo fa, ne sono stati eliminati 16, quasi il 70% di ripensamenti solo nelle tre più grandi società. Questo ripropone alcuni vecchi dubbi abbastanza fondamentali. Il primo è chi sceglie chi comprare. La risposta cade suidirettori sportivi e i loro collaboratori. La sapienza della scelta cala dall’alto, raramente arriva all’allenatore, chiunque sia. Gli si chiede un consiglio finale che è quasi sempre accettato. Salvo cambiare tutto in corso d’opera. Perché? Questo è il secondo grande problema, il più duro da capire e quasi sconosciuto al popolo. I tecnici non conoscono i giocatori stranieri, nella stragrande maggioranza non si prendono la responsabilità di indicare nomi incerti. Oppure si innamorano di giocatori visti in campionato in due partite. È essenzialmente per evitare questa fuga all’indietro che in Inghilterra i tecnici sono manager, devono cioè costruirsi da soli la loro squadra. Serve in sostanza una competenza internazionale che adesso non è vasta, si basa su poche osservazioni dirette, il resto è colpo d’occhio, istinto pagato a prezzi carissimi e quasi sempre smentito. (..) I nostri tecnici sono bravissimi gestori di gruppi e di partite, sanno inventare ma non sanno scoprire. Non si può chiedere di rifare un reparto a ogni mercato, per giunta con prestiti e rischiando su giocatori colpiti duramente. È questa approssimazione che accontenta i tifosi ma inonda di debiti e problemi una società allontanando poi il giocatore vero che serviva. Così spesso ottengono i risultati di prima. In sintesi, la nostra migliore categoria è part time, sa fare due cose, ma non quella decisiva. È una cosa che non può durare.

Fonte: corriere della sera

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