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Il Messaggero «Tante occasioni ma poco concreti»

Di Francesco

(S. Carina) La prima delusione stagionale è dura da mandar giù. Anche perché per una volta, la decisione di applicare un turnover inedito nella quantità (10 cambi), non ha convinto. Sinora il massimo della rotazione, Di Francesco l’aveva effettuata con il Bologna (8 volti nuovi) in campionato, attento però a non smantellare la difesa (quella sera schierò Alisson in porta, Florenzi-Fazio-Jesus-Peres). Ieri, invece, si è affidato ad una linea inedita che ha palesato grandi difficoltà soprattutto quando il Torino ha alzato il pallone da calcio piazzato, denotando poca abitudine a giocare insieme.

Eusebio, però, non ci sta e difende le sue scelte: «A parte Emerson, Skoruspski e forse Moreno, hanno giocato quelli che sinora avevo sempre impiegato. C’erano Jesus, Peres, Gonalons. Ho bisogno di loro, questa squadra ha espresso quello che fa di solito. Poi siamo mancati sia nell’attenzione in fase difensiva che sotto porta, questo è vero. Al di là delle situazioni dei gol presi, dove siamo stati ingenui, abbiamo concesso qualcosa in più rispetto al solito, soprattutto sui calci piazzati. La squadra però ha creato tanto, quando si perde si valutano tante altre cose, ma dal punto di vista offensivo abbiamo fatto un’ottima gara».

RISERVE E TITOLARIÈ deluso e non potrebbe essere altrimenti: «Ho sempre detto di non avere né riserve, né titolari. È normale che quando hai due partite ravvicinate devi fare una scelta. Magari con tutti avrei perso ugualmente e mi dicevate che avevo sfruttato troppo i giocatori prima della Juventus. Abbiamo perso, ne prendiamo atto. Anche questo serve per crescere». Troppe le cose che non hanno funzionato in una serata dove comunque la Roma ha colpito due pali e il portiere avversario ha compiuto dieci parate, almeno 6 decisive, tra cui il rigore. A proposito dell’errore dal dischetto di Dzeko, precisa: «Edin era convinto di fare gol. Perché non ha calciato Perotti? Perché essendo entrato in corsa né lui, né Dzeko erano stati designati prima della gara. Quando si sente di tirarlo è giusto così, pensava di segnare. Peccato perché può essere fastidioso come errore anche a livello psicologico».

ZERO SCUSEAlla fine, l’unica nota positiva della serata è il gol di Schick. Limitato nel primo tempo da Lyanco, il ceco nella ripresa è salito in cattedra, colpendo un palo, procurandosi il rigore e segnando il primo gol con la maglia giallorossa: «Sta crescendo, ha trovato anche la rete, mi è piaciuto con Dzeko negli ultimi venti minuti. Con la continuità che gli stiamo dando, vengono fuori le sue qualità. Purtroppo con il Toro non è andata bene ma Patrik sta migliorano nella condizione». Sta per alzarsi, quando gli chiedono se vuole chiedere scusa ai tifosi. Eusebio fulmina con lo sguardo il suo interlocutore: «Non chiedo mai scusa, perché chi chiede scusa è chi non fa il massimo e non è il nostro caso. La squadra ha dato il massimo. Io sono dispiaciuto, è diverso».

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