Juventus-Roma, l’analisi: Allegri gioca al contrario, Di Francesco reagisce tardi ma Schick è il Grinch

Mandzukic

(D.Luciani) – Equilibrio e potenzialità. La Roma esce sconfitta per l’ottava volta in sette anni da Torino ma dimostra per il secondo anno di fila di aver raggiunto, nello scontro diretto, lo stesso livello della Juventus. La finalista dell’ultima Champions League è una squadra fortissima e ogni anno si rinforza sempre di più. Basta leggere la sua panchina: tutti potenziali titolari, con giocatori pagati anche 40 milioni. Ieri sera ne aveva in panchina uno anche la Roma. Patrik Schick, proprio lui, già venduto alla Juventus e poi acquistato dalla Roma dopo la miocardite. Attaccante da potenziali 40 milioni perché finora la Roma ne ha versati 14. E ieri sera il potenziale è rimasto tale. Quell’occasione fallita al 93′ resterà un highlight di questo campionato e potrebbe diventare un enorme rimpianto, anche se in classifica alla Roma mancano molto più i quattro punti lasciati contro Genoa e Chievo che il pareggio sprecato ieri sera.

ALLEGRI IL CAMALEONTE  Come dimostrato in tante partite di Champions, Allegri si cala nei panni del perfetto stratega del “gioco al contrario”, facendo assumere alla sua squadra le medesime sembianze dell’avversario che affronta. Alla pressione alta di Di Francesco risponde con la stessa moneta e in fase di costruzione utilizza l’asse centrale e i movimenti delle mezzali. Khedira e Matuidi sono determinanti nel loro incessante su e giù per il campo.Strootman inizia la gara uscendo alto su Pjanic ma dopo aver preso due “infilate” alle spalle da Khedira rimane più guardingo. Stessa cosa per Nainggolan, preoccupato – come dirà anche nel post partita – da Matuidi. Se Pjanic è marcato, ecco allora Higuain che si abbassa sorprendendo De Rossi davanti o alle spalle: l’argentino alza la testa e con la sua ottima tecnica favorisce gli inserimenti dei compagni.

Quando la Roma imposta invece, i bianconeri si piazzano tutti nella propria metà campo e, se vengono sorpresi con una ripartenza veloce, la interrompono con un bel fallo tattico. Fino al gol però Alisson non deve compiere interventi degni di nota e rischia soltanto su una dormita di Fazio: Higuain si infila e tocca, poi rotola goffamente a terra chiedendo un rigore inesistente. Tagliavento fa bene a sorvolare, dirigendo perfettamente la gara: fa valere la sua esperienza e dirige senza sbavature. Nulla da eccepire sulla sua direzione, un grande complimento per un arbitro.

EQUILIBRIO SULLE FASCE – Oltre al bosniaco e al centravanti, la terza soluzione per uscire dalla pressione alta romanista è la testa di Mandzukic. Per Florenzi è una sfida fisica impari con il croato ed infatti l’esterno giallorosso raramente tenta di andare a contrastarlo sullo stacco, preferendo sempre rimanere in copertura sulla spizzata. Grazie al buon lavoro fatto da Kolarov sul lato opposto con Cuadrado, dalla fascia opposta non arriveranno cross per Mandzukic come invece accaduto in Juventus-Inter quando fu proprio lui ad avere le tre occasioni più importanti per battere Handanovic.

Dall’altra parte, Barzagli disattiva un Perotti abulico: l’ex Genoa non mostra personalità, non cerca neanche di
accentrarsi per scrollarsi l’esperto marcatore da dosso e la situazione non migliora neanche ad inizio secondo
tempo quando Di Francesco lo inverte di fascia. El Shaarawy invece nel primo tempo sorprende un paio di volte
Alex Sandro, oltre ad annullarlo bene con lunghi e dispendiosi ripiegamenti.

DZEKO: 2 MOVIMENTI, 2 OCCASIONI – Le due ottime occasioni del primo tempo costruite dalla Roma arrivano quando Dzeko capisce di doversi staccare dal presidio di Benatia e Chiellini, arretrando e imbucando il pallone per i compagni. Accade quando lavora bene e serve Perotti in profondità: cross al centro per El Shaarawy che gira debole di sinistro e facilita la parata di Szczesny in controtempo. Poco più tardi ancora Dzeko esce dai blocchi sulla sinistra dell’attacco e taglia il campo con una grande apertura per l’accorrente Florenzi che calcia alto invece di cercare l’assist – non facile al volo – per El Shaarawy libero nel cuore dell’area juventina. Sicuramente Dzeko è rimasto isolato ma ha fatto pochissimo per non estraniarsi dalla squadra.

EPISODI DECISIVI – Alla fine quando nel calcio si affrontano due squadre dello stesso livello, le partite vengono decise da singoli episodi. La Juventus vince con quel pizzico in più di cattiveria che la storia gli porta in dote, la Roma la butta via. Benatia e Chiellini sono più furbi di Fazio e Kolarov nella mischia del gol su cui Alisson è prodigioso quanto sfortunato. Nell’area bianconera invece Dzeko e compagni arrivano sempre con l’attimo di ritardo determinante. La stessa traversa che aveva restituito la palla a Benatia non si ripete con Florenzi, lasciandogli la palla mezzo metro troppo in là.

Poi quel pasticcio finale dei centrali della Juve.
Il regalo di Natale per Schick.
Un pallone ad un bambino che deve correre libero a fare gol.
Schick però ha sempre preferito essere il Grinch.

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