
(E.Menghi) – Se il Cholismo fa della difesa solida uno dei suoi principi fondamentali, il metodo più zemaniano praticato da Di Francesco è votato all’attacco, ma il ricordo delle goleade subite in Champions League, da inglesi, tedeschi o spagnoli che siano, brucia ancora a Roma e la speranza è di non viverle di nuovo. La retroguardia è sotto esame al debutto europeo contro l’Atletico Madrid. Il feeling è da affinare, nelle due sfide di campionato non è sceso in campo lo stesso quartetto per via dell’infortunio di Bruno Peres, che ha condizionato le scelte dell’allenatore: una volta è stato Manolas a spostarsi a destra, l’altra Juan Jesus, in entrambi i casi non ha funzionato. Se con il greco terzino a Bergamo i giallorossi hanno resistito all’assalto finale dell’Atalanta, tornando a casa con i tre punti e la porta immacolata, contro l’Interl’assenza di un giocatore di ruolo sulla fascia ha pesato tanto e al primo errore del brasiliano i nerazzurri ne hanno approfittato. Stasera si torna all’origine, Bruno Peres ha recuperato dalla lesione muscolare ed è favorito su Florenzi: sarebbe un rischio spremere fino al 90′ l’esterno di Vitinia ed è meglio non partire con l’handicap di un cambio obbligato in corsa. Più certezze a sinistra, dove agirà Kolarov: esperienza europea da vendere e piede caldo per il serbo. In mezzo si ricompone la coppia Manolas-Juan Jesus. Il brasiliano ha sulla coscienza il disastro col Porto ai preliminari della passata edizione (non è il solo) e ha voglia di rimediare: l’addio di Rudiger gli ha permesso di scalare le gerarchie e dovrà «giustificare» la panchina di Fazio e la tribuna di Moreno (in compagnia di Karsdorp e Gerson, oltre agli infortunati Nura e Schick) con una prestazione all’altezza.