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Inter Spalletti: “Ho lasciato la Roma per colpa di Totti: parte del tifo lo ha preferito alla squadra” (VIDEO)

In mattinata Luciano Spalletti è stato presentato alla stampa. Queste le sue parole

Staff?
Baldini, Domenichini, Iaia, preparatore della Roma che era al Manchester United. Ci potrebbero essere altre modifiche perché vogliamo essere coperti 26 ore al giorno.

Il giocatore della Roma che vorrebbe portare all’Inter.
Secondo me non è carino. Lei ha giocato in attacco? Allora porto Edin Dzeko. Alcune cose con i miei giocatori sono da chiarire, ma prima le dico a loro, poi le racconto a voi. Qualcuna la dico, altre no, altre le modifico, altre le modificate voi. Quando vi sembrerò un po’ eccessivo, sopra le righe, state tranquilli perché sarò nel mio ruolo e nella mia persona. Nel prossimo confronto con la squadra, che sarà un piacere per entrambi, ci diremo quali saranno le intenzioni, le strategie e i pensieri che lo riguardano direttamente. Ho amato tutti i giocatori della Roma, ho un ricordo bellissimo di tutti. Ora mi sto innamorando dei giocatori dell’Inter.

Perché lei è andato via da Roma?
L’Inter mi ha contattato quando stava per finire il campionato. Io avevo detto a Pallotta che sarei andato via, e comunque abbiamo fatto risultato. Sono contatti che si fanno e che voi siete bravi a scoprire sempre, non ne facciamo una pulita con voi. Fino alla fine del campionato non ho voluto avere contatti diretti. Ho lasciato la Roma, dopo quella storia lì è stata la cosa più bella che mi potesse capitare. Non penso di aver offeso nessuno. Ogni tanto qualcosa ci siamo detti, ma per stimolare la squadra. Non ho antipatie, ma simpatie selettive. A Roma ero diventato quello che divideva anziché unire. Eravamo dentro questo dubbio epocale, questo problema su che cosa sarebbe stato Totti e la fine della gestione del mito della Roma, perché Francesco è un mito per la Roma. Di conseguenza si è venuta a verificare questa contrapposizione: l’amore per quello che è il calciatore più importante, che ha fatto vedere più qualità di tutti, ha prevalso sul sostegno, l’affetto e l’amore che ci doveva essere per la squadra. Se io non riesco a unire queste cose vuol dire che non ho fatto bene il mio lavoro. Quelle due cose dovevano andare di pari passo, per spingere sempre più in là il nostro obiettivo. Avendo fatto male quello, ero in difficoltà perché ho sentito i rumors della gente: se vivi a Roma li senti quando vai a prendere il caffè la mattina, anche ai semafori. Sono stati anche molti a favore, ma proprio perché c’erano una linea di demarcazione me ne sono andato: il mio lavoro doveva unire tutti verso la stessa parte. Spero ora siano tutti uniti verso un unico obiettivo.

Come si immagina la sfida contro la Roma?
Ringrazio Pallotta e la Roma per i messaggi che hanno mandato dopo la fine del campionato. Ringrazio soprattutto gli sportivi di quelli che sono stati gli abbracci e l’affetto ricevuto quando ci siamo lasciati. La forza del nostro avversario è davanti agli occhi. Non è fondamentale la posizione di classifica e quelle che sono le differenze, mentre diventa subito da mettere a fuoco la differenza di punti. Se ci sono 25 punti di differenza bisogna fare otto vittorie in più, sulla carta potrebbe sembrare impossibile. I miei ex calciatori li conosco bene, avranno una reazione: sono giocatori di qualità, evidenziavano appartenenza. Senza appartenenza difficilmente ci sono risultati. Sentirsi coinvolti emotivamente è più importante del discorso tattico. La Roma ci farà sudare la partita al cubo. Gente come Manolas, Ruediger, Strootman, Nainggolan è gente che sa qual è l’obiettivo che deve portare a casa. Dentro la loro testa loro hanno un solo obiettivo, una sola aspirazione, una sola felicità: fare risultato con la loro squadra. Mi sono dimenticato di Dzeko, che va citato perché è stato capocannoniere, ha fatto tanti gol ed è stato un calciatore che ha ribaltato in una stagione quello che non era facile da fare, quello che noi dobbiamo essere bravi a fare con diversi elementi della squadra. Un anno prima era da evitare, neanche per girarci insieme, adesso invece ha portato al secondo posto la Roma.Sarà una partita particolarmente difficile.

Abbiamo già assaporato il suo entusiasmo, perché ha scelto l’Inter?
Diventa abbastanza facile questo, per riposizionarla nel ruolo che le compete nella sfera che riguarda la storia di questo grande club. Ho scelto l’Inter perché quando me la sono immaginata, me la sono immaginata con una storia piena di belle cose, le voglio vivere tutto fino in fondo queste belle cose che vivremo insieme. Le voglio vivere guardandola da più posizioni questa storia, voglio essere in prima linea come attore, ma anche spettatore privilegiato, perché quando si riesce a guardarla da due posizioni la conosciamo tutta. Se uno la vive solo da dentro probabilmente sa meno cose. Io la virò in tutte le sue sfaccettature questa storia, voglio assorbire tutto quello che riguarda l’Inter dall’inizio alla fine.

Spalletti prima della conferenza stampa ha risposto live su Facebook alle domande dei tifosi. Questo un estratto delle sue parole:

Messaggio ai tifosi?
Per Luciano Spalletti cori mai, Luciano non fa gol, è solo qui a far parte di uno staff ben fornito di professionisti che indichino la traccia comportamentale utile per vincere le partite. In questa componente c’è anche quella dei tifosi che se ci sono vicini ci danno una ulteriore mano, più siamo insieme, tutti a remare dalla stessa parte, più riusciamo ad avvicinarci alla grandezza della nostra storia.

Cosa l’ha spinto ad accettare l’Inter?
Voglio riportate l’Inter a contatto con la sua storia. L’Inter deve essere una squadra che deve far pulsare i cuori a tutti i tifosi, deve evidenziare un’identità ben precisa in campo. Tutti me ne parlano come una ‘bega’ aver accettato questo ruolo, io non la penso così. Se così fosse è la più bella bega che poteva capitarmi in questo momento. Me la prendo tutta.

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