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Roma, breve guida su come si butta una partita

(D. Saltari) – È difficile, anche dopo averla vista due volte nell’arco di poche ore, ricondurre la partita di ieri a una spiegazione razionale, trovare le motivazioni, cioè, del perché una squadra ha vinto e l’altra perso.

Il Lione non ha vinto tatticamente la partita di ieri e il modo in cui ha messo in difficoltà la Roma non sembra avere molto di sistematico. Il piano gara della squadra di Génésio è stato quello che ci si aspettava: un 4-4-2 meccanico, con un pressing improvvisato e una costruzione bassa farraginosa, che doveva gran parte della sua pericolosità offensiva alla riuscita delle giocate delle sue ali, che ricevevano sull’esterno per poi accentrarsi palla al piede.

Il Lione è riuscito ad arrivare in area soprattutto grazie ai cambi di gioco, che avevano lo scopo di trovare l’ala opposta libera ad attaccare il lato debole, e all’incredibile lavoro di Lacazette, ieri maestoso da falso nove, nonostante fosse stato privato del suo solito partner d’attacco, Nabil Fekir, per tre quarti di partita.

La Roma aveva tutte le carte in regola per dominare tatticamente l’avversario. Il rombo di prima costruzione era sempre in superiorità numerica rispetto ai due giocatori offensivi del Lione, permettendole di fare uscire quasi sempre il pallone pulito dalla difesa. Tousart e Gonalons erano indecisi se schermare Nainggolan e Strootman, che potevano ricevere ai loro fianchi, o stringere a coprire lo spazio, per impedire la ricezione a Salah, che veniva centralmente tra le linee a prendere il pallone, grazie anche alla passività della difesa avversaria. Emerson e soprattutto Peres, infine, erano liberi di dare ampiezza, con Ghezzal e Valbuena che li seguivano di rado e molto affannosamente.

Eppure, già solo il fatto che la Roma abbia ribaltato lo svantaggio iniziale con due gol abbastanza casuali ci dice quanto la squadra di Spalletti non sia riuscita a capitalizzare questo vantaggio tattico. La buona riuscita di azioni collettive passa inevitabilmente per le esecuzioni dei singoli, le due cose sono inestricabilmente legate.

Tutti insieme, i giocatori di Spalletti sono usciti mentalmente dal campo, lasciando che i propri corpi seguissero la palla senza un’intelligenza collettiva e sprecassero una quantità incredibile di azioni potenzialmente pericolose con scelte sciatte, frettolose o banali. Già verso il 35esimo del primo tempo la Roma ha iniziato ad abbassare la propria intensità fisica e mentale, permettendo al Lione di fare sua una partita che sembrava totalmente sotto controllo.

«La crisi è il momento in cui l’accumularsi dei piccoli debiti differiti e non mai pagati produce il fallimento irreparabile; è il punto in cui la piccola deviazione non arrestata a tempo si allarga in un’apertura smisurata, che nessun passo d’uomo è più in grado di varcare», diceva Norberto Bobbio.

Di seguito proverò a ripercorrere tutti i piccoli passi che hanno avvicinato la Roma all’Apocalisse.

35.10 – Tousart inizia a fare quello che gli pare

Al 35esimo del primo tempo la Roma inizia a correre dietro al pallone senza costrutto. Il Lione non ha la costruzione bassa del Borussia Dortmund e si vede: il possesso è perimetrale fino a Rafael che poi con uno strano scavetto sbilenco serve Ghezzal sulla sua verticale. È la posizione migliore per pressare l’avversario, spingendolo verso la linea del fallo laterale. E invece Nainggolan esce affrettatamente su Rafael per poi rimanerci (nell’audio dal vivo si sente Spalletti dirgli: «Stai lì, stai lì! Aspetta!»), mentre ben tre giocatori della Roma (Emerson, De Rossi e Juan Jesus) vengono tirati fuori posizione dal movimento in profondità da Tolisso. Ghezzal riesce a restituire palla a Tousart, che ci mette anche un po’ a capire di doversi muovere dalla schermatura. E il Lione arriva sulla trequarti.

36.50 – La Roma accelera i ritmi sull’1-2 fuori casa

Finalmente Nainggolan riesce a recuperare affannosamente Tousart, scippandogli il pallone forse con un fallo. La Roma potrebbe risalire il campo organicamente, con calma: sta vincendo 1-2 fuori casa e ha tutto l’interesse di abbassare i ritmi, magari sfruttando i vantaggi tattici descritti in precedenza. Il belga prova invece una transizione fulminea per Salah, che a sua volta decide di rilanciare sul piano della velocità dell’azione provando a verticalizzare di prima per un Dzeko nemmeno in inquadrato dalle telecamere. L’egiziano non riesce nemmeno a colpire il pallone.

43.15 – Strootman ha fretta

Anche le scelte frettolose di Strootman sono state un topos della partita. Qui la Roma riesce ad arrivare facilmente sulla trequarti, con l’olandese che occupa bene i mezzi spazi con Salah. Sull’egiziano esce Morel, che cade rovinosamente al solo pensiero di poterlo anticipare davvero. Strootman e in due contro tre con la difesa del Lione ma prova una verticalizzazione di prima per Dzeko, in serata pallone sgonfio.

46.15 – I fantasmi di Tolisso e Lacazette

Sul 2-2 iniziano ad emergere tutti i limiti della difesa a tre della Roma nelle marcature a uomo, quando si difende basso. Tolisso e Lacazette sono in due contro cinque ma possono fare quello che vogliono. Juan Jesus esce su Lacazette solo fino a quando gli va, mentre De Rossi e Manolas si lasciano a vicenda l’incombenza di assorbire il taglio in profondità di Tolisso. Nel frattempo Fazio segue tutto a distanza, seguendo i fantasmi di entrambi.

48.45 – De Rossi ha un calo di zuccheri

De Rossi, corroso dall’intensità, inizia a vederci doppio. Gonalons riceve a centrocampo e si sposta la palla sul destro. Il centrocampista della Roma si gira a sinistra e fa il giro largo.

49.10 – Dzeko è depresso

Contropiede in campo aperto in tre contro due. Nainggolan per non sapere né leggere né scrivere sbaglia la palla in profondità per Salah, che è costretto a tornare indietro da Strootman, che deve tirare di destro. Dzeko, dopo quaranta metri di corsa non premiata, si arrende alla mancanza di senso dell’esistenza e sulla ribattuta di Lopes si gira dall’altra parte.

60.10 – La Roma continua a non riuscire a schermare Tousart

Nainggolan è ormai un lemming che continua a buttarsi dalla scogliera senza motivo apparente. Ancora una volta, nonostante un ritardo palese, sale sul terzino perdendosi Tousart alle sue spalle. Pochi minuti dopo la schermatura del centrocampista del Lione gli viene in mente all’improvviso, come se si fosse ricordato di non aver spento il forno.

73.15 – Il 3-2

La Roma ormai va avanti per inerzia, non rendendosi conto che mancano ancora venti minuti alla fine. La squadra di Spalletti è talmente statica che non riesce né a difendere la profondità né lo spazio tra le linee. Génésio lo capisce e al 71esimo inserisce il suo uomo più pericoloso, Nabil Fekir. Quest’ultimo può ricevere tra le linee a un metro dall’area di rigore, mentre Fazio cerca di accorciare su di lui con la prontezza di chi sta perdendo il tram. Juan Jesus era uscito per cercare di intercettare la linea di passaggio e Fekir può quindi girarsi in quello spazio. Il brasiliano torna su di lui, ma per fermarlo prova un passo del tuca tuca.

78.15 – Encefalogramma piatto

È quasi l’ottantesimo, la Roma sta perdendo 3-2, ma per Spalletti i suoi uomini sono il ritratto della salute. Il primo dubbio gli inizia a balenare quando De Rossi dà segni di spossatezza infinita, facendosi recuperare a centrocampo da Lacazette.

84.40 – La Roma decide che la partita è finita

La Roma ha ormai deciso che la partita è finita e non va nemmeno sui campanili tirati a caso da Lopes. Inizialmente a Tolisso manco gli andava troppo di ricevere questo pallone. Poi, visto la staticità degli avversari, capisce che ne può nascere qualcosa di buono. Sullo sviluppo dell’azione il Lione arriva quasi al terzo gol, con Lacazette che davanti ad Alisson è costretto ad allargarsi facendo sfumare l’azione.

85.20 – Paredes fa jogging

All’83esimo entra Paredes a fare le veci di De Rossi, ma l’argentino prende questa indicazione un po’ troppo alla lettera. Sul forcing finale del Lione, con la Roma a difendere disperatamente il 3-2 fin dentro l’area, l’ex centrocampista del Boca Juniors si ricorda che farsi una corsetta al parco rimane sempre uno dei modi migliori per mantenersi in forma.

92.00 – Il Lione seppellisce la Roma

L’azione che porta al 4-2 è un compendio di tutti i rimpianti della Roma in questa partita. Mancano due minuti alla fine e c’è un pallone alto facilmente controllabile in mezzo al campo. Si può andare a tentare il 3-3, o congelare il possesso per mantenere il 3-2, che rimane un buon risultato per com’è andata la partita. Paredes, però, sbaglia l’appoggio semplice di testa per Strootman regalando il pallone al Lione. L’argentino a quel punto probabilmente si convince di aver concluso così la sua partita e si gode il resto dell’azione trotterellando a centrocampo. Valbuena riceve liberissimo tra le linee, mentre la difesa giallorossa, ormai in preda al panico, scappa verso la porta concedendogli campo. Lacazette viene incontro, non seguito da nessuno, e totalmente libero da pressione mette un missile sotto il sette alla destra di Alisson.

È un gol che non seppellisce definitivamente le speranze della Roma di passare il turno. Anzi, il Lione ha dimostrato anche ieri di essere una squadra più che alla portata degli uomini di Spalletti. Che per riuscire a superare i propri problemi tattici e fisici, però, per andare a raschiare davvero il fondo del barile, dovranno capire che essere una squadra è qualcosa che va ben oltre il giocare con una maglietta dello stesso colore.

Fonte: ultimouomo.com

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