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Il Messaggero La Lega si spacca: sei club se ne vanno

Claudio Lotito

(S. Riggio) In Lega serie A le cose si sono complicate un bel po’. Al quarto round dell’assemblea la situazione si è infuocata dopo un’ora e mezza di discussioni, proposte e controproposte su come modificare il vecchio statuto. Fiorentina, Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma hanno deciso di abbandonare l’assemblea. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stato un intervento di Lotito, provocatorio nel far notare che le medio piccole avrebbero avuto comunque la maggioranza. «Rappresentiamo l’80% dei tifosi italiani, ma è impossibile trovare una soluzione», le dichiarazioni di Adriano Galliani. «Di sopra ci sono 14 squadre e decideranno cosa fare. Di certo non potranno decidere su questioni economiche, che sono preponderanti, perché ci vogliono 15 voti. La governance è una foglia di fico per finire ai soliti problemi economici di questa Lega. Ora l’assemblea andrà avanti, o non andrà avanti, con 14 squadre. Se ci sarà il commissariamento? Ognuno tragga le sue conclusioni».

GLI INTRIGHI Le grandi spingono per un cambiamento della governance: un presidente di rappresentanza e 3 figure esecutive (un amministratore delegato, un consigliere delegato e un direttore generale). Ma le piccole, che da settimane stanno visionando la bozza, hanno presentato solo un foglio con delle obiezioni divise in nove punti. Una questione di soldi, insomma, sulla ripartizione dei diritti televisivi (articolo 19 dello statuto). Dopo le grandi, anche il Chievo aveva abbandonato l’assemblea: «Si vuole votare un presidente con ruoli di garanzia e un ad che abbiano un profilo internazionale, con competenze nel campo economico e del marketing. Esiste la volontà di creare un Consiglio di Lega composto dal presidente, dall’amministratore delegato e da 5 membri che siano presidenti di club», il punto di vista delle piccole, espresso da Tommaso Giulini presidente del Cagliari. «Non esiste l’accordo sull’articolo 19 perché noi vogliamo mantenere lo status quo e l’attuale paracadute. Sui criteri di ripartizione abbiamo intenzione di adeguarci ai principali campionati europei. Ora la palla è nel campo delle big. Ci aspettiamo che i dirigenti si confrontino con i loro azionisti».

Sui diritti televisivi si punta al 50% uguale per tutti (ora è il 40%), al 30% legato alla meritocrazia e al 20% al bacino di utenza (ora è al 30%). Inoltre, si vuole alzare il paracadute di 20 milioni di euro, ma le grandi non ne vogliono proprio sapere. Si riprenderà il 28 marzo, ma le big potrebbero disertare l’appuntamento perché quel giorno in Grecia (ad Atene) è in programma la riunione dell’Eca. Carlo Tavecchio ha confermato la data del 27 per non avere problemi con Giovanni Malagò, numero uno del Coni. A Coverciano Cosimo Sibilia e Renzo Ulivieri saranno eletti vicepresidenti. Non va di certo meglio nella Lega di B. Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone, si era dimesso dopo un’accesa lite con Claudio Lotito, che vuole essere presente a tutti i costi al Consiglio della Figc del 27 marzo. Tra 2 giorni l’elezione del dopo Andrea Abodi potrebbe saltare perché 11 club di B vogliono disertare l’assemblea. Se così fosse, il caos sarebbe davvero totale.

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