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La Repubblica E i primi della classe scoprono la precarietà

(G. Cardone/M. Pinci) Tra neanche sei mesi, i candidati al titolo, in Italia, potrebbero avere volti e nomi diversi. Massimiliano Allegri, Luciano Spalletti, persino Maurizio Sarri: per motivi diversi, nessuno di loro è certo di restare dov’è oggi.

ALLEGRI, TRA INGHILTERRA E NERVOSISMO Vincere due scudetti in due anni con una finale di Champions persa non basta per star tranquilli. Tra Allegri e la Juve il clima non è mai stato così agitato, nonostante il contratto in scadenza 2018. La sua scenata a Doha contro i giocatori («Li prendo a calci nel sedere») non è piaciuta al club. Un nervosismo che ha infastidito la società: Agnelli pretende il sesto scudetto — sarebbe il primo presidente della storia a centrarlo — e i risultati delle ultime settimane, oltre a una squadra a volte troppo timorosa, non aiutano. Mentre qualche giocatore non gradisce i metodi. Lui ha ammesso di studiare l’inglese, s’è affidato all’agente Branchini che ha parlato di lui con squadre della Premier interessate: l’Arsenal, nel caso rompesse il matrimonio ventennale con Wenger, ma pure il Tottenham se perdesse l’ambitissimo Pochettino. E a Torino circolano già i nomi dei sostituti: Sousa è molto apprezzato, seguito pure Jardim del Monaco.

LE RISERVE DI SPALLETTI Nemmeno Spalletti non ha escluso la possibilità Juve («Sono un professionista »). Il suo contratto con la Roma scadrà a giugno e il tecnico non ha mai fatto mistero di voler prendere tempo: deciderà a marzo-aprile, non prima. «Il futuro è in mano ai giocatori», dice intendendo che a Roma serve vincere. E facendo notare che il club ha preteso risultati. Ma le questioni sono tante: le ambizioni del club, il futuro di Totti (se smettesse, farebbe il dt in panchina accanto al tecnico). Moratti ha incontrato tempo fa a cena Spalletti invitandolo — tra il serio e il faceto — all’Inter. Ma la vera tentazione è la Premier. Decidesse di andar via, la scelta dell’erede toccherebbe al futuro ds Monchi, oggi a Siviglia, e molto legato a Emery, a forte rischio nel Psg (che pensa a Mancini). La priorità della Roma resta però il rinnovo di Spalletti. Decidere toccherà a lui.

SARRI TESO MA BLINDATO Sulla carta il futuro di Sarri non è in bilico: contratto fino al 2020 e una squadra cucita su misura per lui. Ma con De Laurentiis i rapporti sono stati a lungo burrascosi. Da qualche mese però le acque si sono calmate. Al momento, il futuro di Sarri è blindato. Almeno fino alla prossima burrasca.

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