STADIO DELLA ROMA Italia Nostra: “Progetto scellerato”

Veduta dall'alto del progetto stadio
Veduta dall’alto del progetto stadio

Il progetto del nuovo stadio giallorosso è in attesa del passaggio in Conferenza dei Servizi, ma nel frattempo non cessano le polemiche. Italia Nostra, da sempre contraria a questo progetto ha emesso un lungo comunicato che vi riportiamo qui di seguito:

Italia Nostra Roma ribadisce che non si è mai opposta alla creazione di uno stadio, per liberare il complesso monumentale del Foro Italico dal caos indotto delle partite di calcio, non può tuttavia tacere sui metodi di scelta delle aree. L’attuale progetto dello Stadio della Roma, in particolare, e’ una operazione urbanistica impresentabile e ingiustificabile per 4 ordini di motivi: 1) Per la scelta della localizzazione in un’area che dovrebbe naturalmente essere incorporata nella infrastruttura ambientale essenziale all’equilibrio urbano, costituita dal corso del Tevere e dalle sue sponde, non ancora fortunatamente deturpate negli anni della espansione incontrollata. Le piane alluvionali del Tevere e tra queste quella di Tor di Valle, insieme alle aree golenali, rappresentano un sistema ambientale prezioso ed irrinunciabile di ricchezza ecologica e concorrono alla sicurezza idrogeologica urbana; 2) L’area, inoltre, si trova in un sistema urbano privo, già oggi, di adeguate infrastrutture in particolare per la mobilità. Aver scelto di insediarvi il nuovo stadio da’ la possibilità alla società proponente di richiedere, una quantità di cubatura invasiva e pesante, in cambio delle infrastrutture necessarie che, di fatto, gioveranno essenzialmente al Business Park previsto. Bisognava, invece, scegliere un’area già dotata di servizi infrastrutturali che avrebbero portato ben altri benefici in aree che attendono di essere rigenerate. Si può dire scellerata dunque una scelta che invece di ricucire uno degli infiniti brani non conclusi di espansione urbana, vada ad aprire un nuovo fronte e per di più di evidente delicatezza ambientale, paesistica e idrogeologica. Cosi’ in un comunicato Italia Nostra Roma. E ancora: 3) Circa un milione di metri cubi di cui solo il 20% al servizio dello sport. Ma l’area e’ piccola e per lasciare 40 ettari necessari al verde ed ai pubblici servizi dovuti, si ricorre ai 3 grattacieli sbilenchi per concentrare le cubature; 4) Perché dei grattacieli da 220 metri 90 metri più alti della Cupola di S.Pietro, quando per 70 anni, a partire dal dopoguerra, si e’ inteso garantire a Roma altezze tali da non mettere in discussione la sua identità di città orizzontale, magnificamente distesa nella valle del Tevere. Ed ora con questo progetto scellerato si dovrebbe cancellare una sua bella pagina di storia, buttandola alle ortiche? Gabellando i grattacieli come modernità, e quelli sbilenchi come arte assoluta. Diceva Antonio Cederna: “I grattacieli non sono la modernità: hanno ben più di un secolo. Nascono per speciali esigenze in spazi limitati. Crescono poi sotto la spinta di un moltiplicatore speculativo”. Come si può cambiare lo spettacolo eterno delle cupole, dei campanili, delle torri (e tra queste quella del Campidoglio), e delle grandi ville storiche, che su tutto prevalgono dai mirabili belvederi dei Colli, che delimitano il corso del fiume. Un miracolo di bellezza e di identità che non si cancella per futili ragioni, ne’ per per un gol, ne’ per un mondiale di calcio, e non si baratta neppure con un decisivo calcio di rigore”.

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