REPUBBLICA.IT Roma, Totti e il derby: una magia di gol ed esultanze. Ma il più ‘triste’ potrebbe essere l’ultimo

Totti
Totti

(M. Monti) – Mentre la città di Roma si appresta a vivere la stracittadina di domenica, gli stati generali di Trigoria – il dg Baldissoni e il CEO Italo Zanzi – sono volati negli States per incontrare a Boston il presidente Pallotta e il teamwork che si sta occupando della finalizzazione del progetto definitivo del nuovo stadio, da presentare in Regione per l’avvio della Conferenza dei Servizi. Un incontro basato dunque sulla priorità di accelerare gli sviluppi dell’impianto di Tor di Valle che fornirà, però, al management giallorosso la chance di definire una exit-strategy quanto più opportuna per lo spinoso caso legato al futuro di Francesco Totti. Il capitano, dopo 22 anni di stracittadine, si appresta a vivere -in un Olimpico semi-deserto- quello che potrebbe essere l’ultimo derby della sua carriera da calciatore; attendendo in questi giorni di vigilia, non senza una certa apprensione, l’esito delle decisioni dei suoi dirigenti che vorrebbero far valere l’intenzione di iniziare, dalla prossima stagione, il percorso di collaborazione in società, e non più sul campo, con il numero dieci.

22 ANNI DI DERBY – Chissà quali scenari avrebbero accompagnato la carriera di Francesco Totti se nel 1988, l’allora presidente Dino Viola, non avesse scongiurato il suo possibile trasferimento dalla Lodigiani alla Lazio. Un’inversione di paradigma che avrebbe cambiato, con tutta probabilità, la storia del calcio italiano visto che il numero dieci – detentore del record di reti segnate nella stracittadina (11) – di derby ne ha disputati 41 (36 in campionato, 5 in coppa) non nascondendo mai una certa fierezza di appartenenza ai colori scelti. 22 anni di derby. 22 anni caratterizzati da gol, pallonetti, esultanze particolari, sfottò, lacrime e sconfitte cocenti (la finale del 26 maggio 2013) ma anche doppiette e selfie sotto la Sud. Una storia iniziata il 6 marzo 1994 e proseguita nella medesima consapevolezza dei significati di una sfida che, al calcio, affianca un’importanza umana, sociale, quotidiana, che fa leva sulla rivalità cittadina: “So cosa provano i tifosi della Roma di fronte al derby – dichiarò dopo la vittoria per 2-1 regalata da Yanga Mbiwa a Rudi Garcia – per me sarà sempre una partita speciale. Vincere significa regalare una gioia immensa ai tuoi tifosi e alla città intera: esultare con loro è la Grande Bellezza”.

RECORD DI GOL NELLA STRACITTADINA – 41 derby giocati, 14 vittorie, 12 pareggi, 15 sconfitte. 11 gol, al pari di Da Costa, tutti decisivi: è infatti meritevole di sottolineatura la statistica che recita come la Roma non abbia mai perso un derby in cui Francesco Totti sia poi finito sul tabellino dei marcatori. Di sue reti poco significative nel derby, praticamente, non c’è traccia. Il suo primo lo ha disputato – schierato in campo da Mazzone ad inizio secondo tempo al posto di Piacentini – il 6 marzo del 1994, a soli 17 anni (la Roma venne sconfitta per 1 a 0). Il suo primo gol, invece, risale al 29 novembre 1998, in uno scoppiettante 3-3, con Zeman in panchina, deciso proprio dalla sua realizzazione che significò un pareggio inaspettato, sul finire di gara, e un’esultanza carica di emozione sotto la curva Sud. Con tanto di bis nel match di ritorno (3-1 in favore dei giallorossi l’11 aprile del ’99) che consegnò alla storia la prima delle sue dediche su maglia: l’esultanza del “Vi ho purgato ancora”.

TOTTI E LE ESULTANZE DA DERBY – Di esultanze memorabili e provocazioni goliardiche di Totti, nella sua personale storia con il derby della capitale, se ne ricordano molte. Il “6 unica” in occasione di Lazio-Roma – 10 marzo ‘2002’ – dedicato alla futura moglie Ilary Blasi dopo un pallonetto dalla distanza a Peruzzi per l’1-5 finale. L’esultanza da “cameraman” dopo il gol del pareggio nel derby del 21 aprile 2004. I pollici versi al termine della vittoria per 1-2 del 18 aprile 2010, quando Ranieri optò per la contestuale sostituzione di Totti e De Rossi all’intervallo ribaltando il risultato grazie al decisivo inserimento di Mirko Vucinic. Proprio in quel frangente, il capitano della Roma, scherzò l’allenatore avversario Reja definendolo il “vero uomo derby” salvo poi correggere il tiro spiegando che “la stracittadina tra noi e la Lazio è anche questo e chi è di Roma lo sa bene”. La maglietta “Sei sempre unica” alla fine del derby del 13 marzo 2011, con la sua prima doppietta alla Lazio e l’amico Montella a guidarlo – da tecnico – dalla panchina. L’internazionale selfie davanti la curva Sud dopo la seconda doppietta nel derby dell’11 gennaio 2015. E, infine, la festa del 25 maggio 2015: Iturbe e Yanga-Mbiwa regalano la vittoria e la qualificazione diretta alla Champions League. Totti guidò la festa – con la maglia “la grande bellezza” – sotto la Sud. La stessa curva che per i noti motivi di protesta contro le decisioni prefettizie in materia di sicurezza dell’impianto, sarà pressoché deserta domenica. Impossibilitata, dunque, ad assistere a quello che potrebbe essere l’ultimo derby di Francesco Totti. A dispetto di quanto il calciatore desidererebbe realmente.

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