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LAZIO-ROMA Pino Insegno: “Totti? Magari la Lazio avesse una bandiera come lui”

Pino Insegno
Pino Insegno

Il popolare attore Pino Insegno, tifoso laziale, ha parlato a 3 giorni dalla stracittadina contro la Roma. Queste el sue dichiarazioni:

Parliamo dell’atmosfera surreale del prossimo derby.

“La curva lo sa, ha sempre contato su di me. Chi si esprime in questa città con grande sincerità sono sempre e solo io. Ho sempre rispettato maglie e colori avversari e mi hanno sempre riconosciuto onestà”.

Che succede nel tifo romano?

“L’atmosfera che ci sarà al derby è surreale. Non so cosa succederà domenica, se gli altri tifosi saranno più convinti ad andare visto che il derby è sempre il derby. Ma non c’è più l’appeal, la corda è stata troppo tesa e ora si è spezzata e il rapporto squadra-tifoso si è interrotto. Lo vedo anche su di me, preferisco vedere mio figlio a Teramo”.

Ma questa situazione non riguarda solo la Lazio, anche la Roma.

“Sì, anche se la Roma dà più soddisfazione e un polmone di tifosi più ampio, quindi riesce comunque ad avere una presenza importante. Comunque la Roma un campionato lo sta facendo, dall’altra parte c’è menefreghismo. Nella Lazio non vedi calciatori attaccati alla maglia, alla Di Canio o i fratelli Filippini. Quando c’è comunque l’attaccamento vero il rischio di poter vincere anche se non sei favorito c’è. Ora invece se vai a vedere la formazione della Lazio hai paura. Pioli è una gran brava persona, il problema è questa situazione di depressione interna che non capisco. Loro dovrebbero reagire ancora di più in una situazione di grande difficoltà. Tecnicamente è veramente una situazione di grande inferiorità. Oggettivamente è così. Poi se facciamo i goliardici è diverso”.

Se la Lazio dovesse portare a casa il risultato metti a posto la stagione?

“No, non mi interessa. Non mi diverte, non mi piace”.

Quante volte hai pensato ‘Mamma, ma perché non mi ha fatto della Roma’?

“No, questo non lo pensi mai. Certe volte ho pensato ‘Mamma, perché non mi hai fatto nascere a Barcellona o a Torino e mi hai fatto soffrire così’”.

Cambieresti Lotito con Zamparini?

“(Ride, ndr) Forse sì, almeno ci sarebbe un cuore che batte ferocemente. Non mi dispiace, ma mi stai facendo un esempio terrificante. Certo, almeno ci sarebbe rabbia e grinta. Lo vedi che è attaccato. Vorrei un presidente attaccato ai colori”.

Quando sei in macchina e vedi un gregge di pecore, ti viene da dire ‘Forza Lazio’?

“Stai rischiando. La Lazio nasce in questa città il 9 gennaio 1900 ed è stata la prima vera squadra della Capitale. Voi siete nati fuori Roma, non sapete né dove né quando. Questa è la storia che lo dice. Non potevamo chiamarci Roma, per cui si è scelto Lazio e i colori del cielo”.

Un pensiero su Totti.

“Totti è un amico, ed è venuto a teatro a vedermi. Se dobbiamo parlare seriamente di Totti, magari avercela una bandiera da apprezzare, ammirare e da portare in alto come lui. Totti è un campione, lo è stato. Mi è dispiaciuto della situazione che si è venuta a creare. Deve comunque essere un motivatore per gli altri, ma posso anche capirlo. Lì ci vorrebbe un consigliere che gli dicesse di stare tranquillo e stare buono. Anche se ci sta, io lo posso anche capire”.

E’ più pippa Mauricio, Braafheid o Patric?

“E’ una bella gara. Braafheid aveva promesso qualcosina in più. Io rimpiango Cana. Non lo so, non saprei proprio chi eleggere”.

Scegli una frase simbolo di Guido De Angelis che ti ha fatto soffrire. “No, non è giusto” sul gol Cassetti, “Tagliavento, un vero provocatore” o “Mamma mia, no” sul gol di Yanga-Mbiwa.

“Guido lo apprezzo molto, il suo amore mi piace tantissimo. Tutte le frasi mi dispiacciono. Nella Roma c’è gente che non ha mai più segnato, guardate Yanga-Mbiwa, Cassetti e Balzaretti. C’è sempre qualcuno fuori lista che riesce a far male. Speriamo comunque in un bel derby domenica”.

Fonte: rete sport

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