AS ROMA Maicon: “Ho dato tutto per la Roma ed i suoi tifosi. Un piacere lavorare con Totti e De Rossi. Garcia? Posso solo ringraziarlo”

Maicon a Roma TV
Maicon a Roma TV

Al via alle 19,30 in diretta su Roma TV, lo slide-show di Maicon, terzino della Roma alla terza stagione in maglia giallorossa. Ecco i suoi ricordi relativi alle immagini mostrate dall’emittente:

La carriera in patria:

“Ero molto giovane e ambizioso, avevo compagni molto importanti. Questa è una partita della Libertadores, sono stati bei momenti”.

Al Monaco:

“L’inizio della mia carriera in Europa, era quello che volevo. Mi fa ridere, avevo la maglia un po’ troppo larga”.

Roberto Mancini:

“Un grande tecnico, un vincente. Mi sono trovato bene con lui”.

Inter-Roma nel 2007:

“Totti e Vucinic esultano di fronte a me, ma è una bella immagine. La Roma ci dava sempre del filo da torcere, Spalletti ha sempre preparato bene la partita contro l’Inter. Di Francesco è inutile parlare, è un onore lavorare ogni giorno al suo fianco, non si discutono le sue qualità”.

La Champions League nel 2010:

“Un traguardo importante, vincere quella coppa al Bernabeu fu una grande gioia, arrivata anche grazie all’appoggio dei miei familiari. Eravamo una grande squadra, il presidente Moratti si meritava molto di più di quello”.

José Mourinho:

“Ha avuto un peso importante nella storia del calcio e ho avuto la fortuna di lavorare insieme a lui. Lo voglio ringraziare per quello che mi ha fatto fare e conquistare, è un allenatore vincente, che sa lavorare con i giocatori”.

Top 11 del Mondiale 2010:

“Un onore e un grande ricordo essere in mezzo a questi grandi campioni. Sono contento di essere riuscito ad essere tra i migliori. Il trofeo ce l’ho ancora e lo conservo gelosamente a casa”.

Il Manchester City:

“Una scelta difficile lasciare l’Inter dopo tanti anni. Sono stato accolto benissimo, la società era meravigliosa, ma fu difficile per me. Mi infortunai alla seconda partita, era brutto non poter giocare, con difficoltà anche solo ad allenarmi. Sono riuscito a superare quei mesi terribili, ma è stata davvero un’agonia per i problemi fisici”.

La Coppa America nel 2004:

“Un torneo importante per me, ero giovane e partivo come riserva, nel mio ruolo c’era Mancini che era già affermato in Italia. Fui bravo a ritagliarmi uno spazio, facemmo un cammino importante. Il Brasile ebbe fiducia in noi giovani, solo 2 anni dopo il Mondiale vinto. La finale con l’Argentina e quel gol di Adriano al 90′ furono speciali”.

Mondiale 2014 in Brasile:

“La foto è molto bella anche se il Mondiale non andò come volevamo. Ma per me fu una gioia incredibile giocare questa competizione in casa. Anni prima mi davano per finito, lontano dalla Seleçao. Sono riuscito con fatica a guadagnarmi il posto ed è stata una grande emozione giocare davanti al nostro pubblico”.

I suoi figli:

“Non ho nulla da dire, sono la mia vita. Felipe ormai è un uomo, Marcela la mia principessa. Darò sempre tutto per loro, non gli farò mancare mai niente. Quando la giornata va male, litighi con qualcuno, poi torni a casa e vedi queste due faccine sorridenti. Cambia tutto, è meraviglioso, dei doni di Dio. C’è anche Manuela, la piccolina di 4 anni”.

Cafu e il Mondiale 2002:

“Una foto bellissima che lui avrà a casa sua ed io volevo per forza. Un onore conoscere lui e tutta la Nazionale che vinse quel Mondiale. Conosco Cafu e per me è un esempio, ha fatto la storia del calcio, è arrivato ad un traguardo unico per un calciatore, alzare da capitano il trofeo più importante”.

L’arrivo alla Roma nel 2013:

“Una squadra importante, una squadra che ha il nome della Capitale. Una squadra che mi ha dato l’opportunità di mostrare che ero vivo nel calcio. Una foto bellissima, devo ringraziare tutti quelli che mi hanno voluto, l’allenatore, Rudi Garcia, perché in quel momento arrivavo insieme, mi ha dato l’opportunità di dimostrare il mio valore. Sono contento di aver indossato questa maglia, ho sempre dato tutto anche per ringraziare i tifosi che mi hanno spinto”.

Walter Sabatini.

“Devo ringraziarlo, mi ha voluto. Abbiamo le stesse idee e gli stessi obiettivi. Devo ringraziarlo per quello che mi dice e per l’opportunità di giocare ancora a grandi livelli”.

La prima all’Olimpico contro il Verona:

“Quel gol è mio, ci fu una deviazione ma me lo tengo. Avevo ricevuto da poco anche la convocazione in Nazionale, Scolari mi voleva rivedere ad alti livelli. Ricorderò sempre quella foto, fu emozionante”.

Il derby:

“L’anno prima ricordo che era andata male per la Roma. In settimana mi chiamarono molti amici, mi chiesero di dare il massimo, sapevo fosse speciale. Alla fine andò per il meglio, come doveva andare, la qualità dei miei compagni fu decisiva. Cercai di dare il mio contributo anche nello spogliatoio. Aveva ragione il mister: il derby non si gioca, si vince”.

Con Totti e De Rossi:

“Averli affrontati e poi abbracciarli in modo così affettuoso non mi lascia parole. Devo solo ringraziare per l’accoglienza, dal primo giorno del ritiro mi hanno dato la mano. Da quel momento capisci che ti vogliono aiutare. Non devo dire niente, devo solo ringraziare per come mi hanno accolto”.

Rudi Garcia:

“Devo solo ringraziarlo, in questa foto aveva deciso di lasciarmi in panchina ma lo ringrazio. Mi ha dato una grande opportunità, mi dispiace come è andata a finire, ma mi ha sempre aiutato”.

Il gesto del silenzio:

“Era per il mio procuratore che mi stava chiamando troppo, gli dissi che non ce la facevo più. Il mister mi ha dato l’opportunità di giocare con l’Udinese, assist e gol. Abbiamo scherzato un pochettino. Ancora una volta ho fatto una grandissima partita, stavo facendo quello che so fare”.

Leandro Castan:

“È un grande, è un campione. Prima di avere questo problema ha dimostrato di essere un grandissimo. Ha conquistato tanto. Mi piace vedere giocatori così che dimostrano la loro forza in questi momenti. Non è facile, ogni giorno stai lì a vedere i compagni che si allenano e non puoi fare nulla. Non puoi stare lì ad aiutare i compagni, come calciatore non ci sono parole. Sappiamo tutte le sue qualità, ma mi piace che abbia dimostrato la sua forza nel momento che nessuno vuole passare. Lui lo ha passato e ogni giorno sta provando che è una grande persona, che è impressionante”.

Barcellona-Roma 6-1.

“Affrontare giocatori così non è mai facile. Giocare lì non è semplice, affronti la migliore squadra del mondo. Sicuramente ho bei ricordi di questo stadio, lì facemmo una semifinale importante e la superammo, pur perdendo la partita. Ma porta anche brutti ricordi, prendi bastonate, è una squadra fortissima e se non sei al 120% è difficile fare risultato. Tornare lì è sempre bello, tutto il mondo vede queste partite”.

Roma-Spezia:

“Questa foto non mi piace. Quello che abbiamo preparato tutta la settimana non era per avere una foto così. È andato tutto storto, giocavi alle 14:30 contro una squadra che non aveva nulla da perdere, i tifosi non c’erano. Una foto brutta, vedi da una parte tutti sfasciati, dall’altra tutti insieme. Fa capire che anche quando affronti queste piccole squadre devi fare di più, devi mostrare il tuo valore. Non è mai facile. Puoi fare 120′ senza tirare mai, è stata una giornata bruttissima, alla fine non abbiamo fatto quello che era l’obiettivo, passare il turno”.

L’arrivo di Spalletti:

“Lo sguardo è importante, ci siamo stretti la mano. Una foto che ho ingrandito per averla a casa. È un grande allenatore, l’ho affrontato tante volte e avevo voglia di lavorare con lui. Uno che sa lavorare alla grande ed i risultati si vedono, miglioriamo ogni settimana di più. Sto riuscendo anche in questo progetto di tornare in pista con questo tecnico”.

James Pallotta:

“Si vede che è vicino alla squadra, uno stimolo per fare sempre meglio. Sono contento che sia venuto, che è stato vicino alla squadra, la società ha bisogno di avere quello che comanda vicino”.

Lui e i compagni:

“Momenti belli, sei sempre al lavoro, sempre teso per fare il meglio. Mi dispiace non avere più quattro compagni di queste foto, Cholevas, Ljajic, Paredes… ce l’ho ancora sul mio telefono. Una foto bellissima, un momento divertente”.

L’ingresso in campo all’Olimpico:

“La presentazione era una cosa nuova per me, avere 30-40mila tifosi a una presentazione normale è una cosa nuova, fa vedere che i tifosi ci sono. Vedere la Curva che festeggia… senti un rumore impressionante, senti che sono tutti vicino a te, un momento bellissimo, non sono tutti così i tifosi. La Curva manca, ti dà la spinta nel momento di difficoltà. Nei 90 minuti non hanno mai fischiato, è il dodicesimo in campo, dà la spinta, sembra che sono dentro al campo”.

 

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