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GAZZETTA DELLO SPORT Da Beckenbauer fino a Sammer. Quei mediani d’oro passati in difesa

De Rossi
De Rossi

(A. Pugliese) – Che lui ci faccia la bocca da un po’ è fuori ombra di dubbio ed è stato De Rossi stesso ad ammetterlo prima di Roma-Barcellona: «Un futuro alla Mascherano? Può essere un’occasione anche per me». Già, un modo intelligente per allungarsi la carriera, dare anche maggiore valore alle sue prestazioni. Soprattutto in proiezione futura, quando inevitabilmente lo scorrere degli anni lo porterà ad avere sempre meno reattività e brillantezza fisica. Del resto, un passo indietro nella storia del calcio lo hanno fatto tanti grandi, alcuni dei quali con risultati eccezionali. Basti pensare a tre tedeschi come Beckenbauer, Matthäus e Sammer, tre che tanto per gradire si sono portati a casa anche il Pallone d’oro. O magari ad Agostino Di Bartolomei, che da libero ha vinto lo scudetto con la Roma nel 1982-83. Quella fu un’intuizione di Liedholm, una pennellata d’autore sulla carriera di Agostino.

I TRE D’ORO – Gli esempi più famosi però sono altri, a cominciare proprio da Beckenbauer, spostato libero in Nazionale nel 1971 dal c.t. Schoen, lui che da centrocampista era esploso nel Bayern Monaco e che lì era stato il migliore al Mondiale del 1966 e protagonista in quello del 1970. Fu quasi una rivoluzione culturale, con il «Kaiser» decisivo per la vittoria all’Europeo del 1972. La conseguenza? Proprio il Pallone d’oro, vinto quell’anno davanti a Gerd Müller (e rivinto poi nel 1976). Più o meno lo stesso percorso vissuto da Matthias Sammer, che al Mondiale del 1994 giocò sulla trequarti, per poi fare più di un passo indietro. A regalargli nuova vita fu Ottmar Hitzfeld, che nel Borussia Dortmund lo piazzò in difesa. Da lì Sammer cominciò una nuova carriera, culminata con la vittoria dell’Europeo del 1996 e santificata con il conseguente Pallone d’oro. Da centrocampista, in precedenza, era arrivato all’Inter per sostituire Matthäus, che invece il Pallone d’oro l’aveva vinto prima, nel 1990. Lui in difesa ci finì dopo, con il Bayern Monaco. Per giocare in mediana era troppo lento, ma da liberò sfiorò anche una Champions League .

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