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IL MESSAGGERO Tor di Valle, gelo in Comune: «Ignorate molte prescrizioni»

Stadio Roma
Stadio Roma

Sul nuovo stadio di Tor di Valle arrivano i primi dubbi del Campidoglio. A causarli, tra le altre cose, c’è anche la difficoltà di ottemperare ad alcune prescrizioni contenute nella delibera dell’assemblea capitolina dello scorso dicembre, in primis quelle sul potenziamento obbligatorio del trasporto pubblico. Il mancato rispetto di quelle condizioni renderebbe impossibile l’approvazione del progetto da parte della conferenza dei servizi. «Fino a quel momento in ogni istante può decadere il pubblico interesse – dice l’assessore capitolino all’urbanistica Giovanni Caudo – Questo è bene precisarlo, perché in questo momento non c’è alcuna variante urbanistica e alcun obbligo». La variante «si determina appena viene approvato il progetto definitivo – spiegano a Palazzo Senatorio – se lo stadio non si farà vorrà dire che l’imprenditore non è stato all’altezza della sfida di qualità che gli abbiamo posto».

LA DELIBERA – Nella relazione trasmessa alla Regione due settimane fa, il direttore del dipartimento capitolino Programmazione e attuazione urbanistica, Antonello Fatello, lo scrive nero su bianco: «Il mancato rispetto anche solo di una delle condizioni riportate dal punto 1 al punto 8 nel dispositivo della deliberazione numero 132/2014 comporta decadenza del pubblico interesse ivi dichiarato dall’assemblea capitolina». E qui nasce il problema: il punto uno della delibera approvata dal consiglio comunale prevede che la società costruttrice dell’imprenditore Parnasi realizzi «senza onere alcuno per Roma Capitale» una serie di opere di interesse generale. A partire proprio dal «potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico su ferro a servizio dell’area», da ottenersi «prioritariamente attraverso il prolungamento della linea B della Metro fino a Tor di Valle, costo stimato di 50,45 milioni di euro, e contestuale potenziamento della ferrovia Roma-Lido». Con la possibilità di un successivo prolungamento della diramazione della metro B fino alla stazione Muratella, sulla linea ferroviaria Roma-Fiumicino.

IL RAPPORTO – Ma sul prolungamento della metropolitana è arrivato lo stop del Gruppo tecnico per le valutazioni e simulazioni dei modelli di esercizio dell’Atac. Secondo il rapporto dei tecnici del trasporto pubblico «gli interventi sulla metro B risultano inefficaci e con alti rischi gestionali». Nella nota si mettono in evidenza «molteplici elementi di criticità», tra i quali la «carenza di documentazione inerente aspetti relativi all’esercizio (studio trasportistico, modello di esercizio di dettaglio». Ma soprattutto, una diramazione della metro comporterebbe la «riduzione dell’offerta, con una flessione del 40 per cento dell’attuale servizio», la «compromissione della regolarità del servizio, creando problemi sulla metro B e B1 tali da coinvolgere 200/300 mila utenti» e un«incremento di rete con conseguente aggravio dei costi di esercizio».

LE STRADE – La delibera del consiglio comunale, sul fronte della mobilità, prevede anche«l’adeguamento di via Ostiense/via del Mare, fino al raccordo con il Gra, costo stimato di 38,6 milioni di euro, e interventi per la messa in sicurezza nel tratto urbano fino al nodo di Marconi». Qui si registrano le osservazioni del dipartimento capitolino Mobilità, secondo cui «non sono presenti verifiche che evidenzino la congruità dell’infrastruttura del cavalcavia di sovrappasso della rotatoria lato Roma con la futura unificazione della via del Mare con la via Ostiense». Inoltre, «nel progetto non sono definite le deroghe previste al piano generale del traffico urbano e, di contro, viene solo fatto riferimento all’impegno dell’individuazione delle singole deroghe» e «non viene definito il costo delle opere a carico del proponente, da determinarsi con la progettazione definitiva».

Fonte: Il Messaggero

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