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GAZZETTA DELLO SPORT “Le perdite? Colpa della vecchia Roma” “E’ una bugia”

Rosella Sensi
Rosella Sensi

(D. Stoppini) Fair play sì, ma non a parole. Perché neppure a Nyon potevano immaginare di scatenare una polemica tra la Roma made in Usa e la famiglia Sensi. Tutto nasce dalla sanzione Uefa al club giallorosso sul mancato rispetto dei parametri del fair play finanziario. Numeri che a Trigoria spiegano essenzialmente con la pesante eredità lasciata dalla famiglia Sensi. 

La Roma, va ricordato, diventa «americana» nell’agosto 2011, dunque il primo bilancio di riferimento dell’era Usa — che poi è anche il primo finito sotto la lente dell’Uefa — è quello al 30 giugno 2012, chiuso con una perdita di 58 milioni di euro. Ventotto milioni in più rispetto all’ultimo bilancio consolidato dei Sensi. Il perché va trovato (soprattutto) nell’assenza degli introiti della Champions League tra una stagione e l’altra.

AFFONDO E REPLICA E da Trigoria non hanno mancato di ricordarlo: «L’accordo si è reso necessario — si legge in una nota — a causa di una storica deviazione dal requisito di pareggio di bilancio impostato dalla Uefa, derivante da perdite economiche accumulate in passato nonché da una difficile situazione finanziaria del club antecedente all’acquisizione da parte dell’attuale proprietà».

Parole che hanno dato fastidio all’ex presidente Rosella Sensi, che ha scelto di replicare così: «Nel 2010 finì la gestione della famiglia Sensi e il bilancio chiuse a -8,5 milioni di euro di debito bancario. La Uefa ora parla di bilanci degli ultimi tre anni. Trovo incredibile attribuire alla gestione precedente le perdite e i debiti formati dall’attuale società. Dopo 4 anni mi sembra singolare — continua — parlare di circa 137 milioni di euro formati liberamente dall’attuale gestione per poi attribuirli alla famiglia Sensi». E ancora: «Perché ce l’hanno con me? Non ho colpe, io non ho mai preso sanzioni dalla Uefa per motivi finanziari». Impressioni? Oggi a Roma in molti sguazzeranno dentro questa polemica.

CONSEGUENZE Ma quali saranno le conseguenze sul mercato? A Trigoria giurano poche, se è vero che il pareggio di bilancio resta l’obiettivo di ogni estate. E dunque la cessione di un big (Pjanic? Nainggolan?) sarebbe stata comunque di stretta attualità. Il bilancio consolidato al 30 giugno 2014 registrava una perdita di 38,6 milioni, ridotta dalla stessa Uefa a 30 milioni per attenuanti varie. Numero che la Roma conta di abbassare (anche) grazie alle compartecipazioni: Nainggolan tra gli altri, ma pure Bertolacci. Ci riuscirà? Tormentoni di mercato, sta per arrivare il vostro momento.

 

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