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REPUBBLICA Sabatini: “È solo colpa mia”. Ma è in arrivo una rivoluzione

Sabatini
Sabatini

(M. Pinci) – Non bastano le parole a tenere uniti i pezzi di quel che resta della Roma. Il clima da fine impero dopo l’addio all’ultimo obiettivo stagionale pervade l’Olimpico, che sembra quasi invocare un sacrificio: non lo dice la società, ma l’eliminazione in casa contro la Fiorentina annuncia una nuova rivoluzione estiva. Che partirà da un responsabile unico. Perché il solo ad offrirsi alle gogna della città inferocita è il ds Sabatini.

L’architetto della Roma meraviglia, inghiottito dal fallimento della squadra, non scappa, non subito: «Non lo farà nessuno, tanto meno io». Ma quando davanti alle telecamere carica sulla propria testa le responsabilità di ogni male di questa Roma, sembra aver fatto la propria scelta: «La squadra e l’allenatore hanno scontato errori esiziali che ho commesso io». È il prologo di un addio inevitabile: «A gennaio la squadra andava rinforzata in attacco e le mie scelte non hanno prodotto risultato. E’ una responsabilità esclusivamente mia, ma sarebbe facile autodenunciarsi senza effetti secondari. Questo che ho detto varrà in futuro, non adesso perché adesso dimettersi significa scappare e io non sono abituato a farlo».

Il ds medita di lasciare la Roma il prossimo autunno, dopo aver condotto un altro mercato estivo per rimediare agli «errori di gennaio ». Senza di lui a Pallotta, attratto più che altro dai lavori sullo stadio e dai consigli calcistici dell’amico Guardiola, resterà della squadra di dirigenti iniziale soltanto il dg Baldissoni, spettatore non pagante dei fallimenti di Luis Enrique, Zeman, dell’ex dg Baldini e di Garcia, e aggredito verbalmente ieri da un tifoso allo stadio: “Vacce te sotto la curva”. Proprio come aveva fatto la Sud («Garcia non si tocca, a chi non è d’accordo calci in bocca»), facendo ammissione di colpa Sabatini ha provato a scagionare almeno l’allenatore. Annunciando che «Garcia resterà fino alla scadenza del contratto», quindi fino al 2018. Qualche perplessità verrebbe però a sentire le parole del francese: «Io — ha detto — non mollerò un secondo fino alla fine di questo campionato». Dopo, si vedrà.

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