ILTEMPO.IT La Roma prova a rialzarsi. E perde l’ultimo arrivato Ibarbo

Totti, Keita e Manolas
Totti, Keita e Manolas

(E. Menghi) – Giornata lunga a Trigoria. Prima l’allenamento, durante il quale Ibarbo si è procurato il primo infortunio in giallorosso, una contrattura da verificare (il vero guaio è in realtà al ginocchio: domani andrà da Cugat a Barcellona per un controllo), poi la presentazione dello stesso giocatore prelevato dal Cagliari e che a Cagliari, a questo punto, difficilmente ci sarà, e infine la conferenza di fine mercato di Sabatini, quasi un’ora di pensieri in libertà con una pausa sigaretta di mezzo. Il tutto incorniciato da un clima di contestazione, attuata sui social network e per radio. La Roma deve ritrovarsi in fretta, ma non sarà facile farlo in Sardegna senza dieci giocatori tra lungodegenti, squalificati (Manolas e Florenzi) e nuovi acquisti già malconci o ancora non pervenuti. Chi c’è, poi, non è al massimo della condizione. Vedi Maicon, protetto dal ds giallorosso in sala stampa, ma oggettivamente a corto di fiato nelle ultime uscite: «Maicon fa saltuariamente fatica, non prendere un terzino è stata una scelta tecnica. Torosidis non ha mai tradito (domenica potrebbe toccare a lui, ndc), salvo un paio di sbavature: è un giocatore pragmatico, non ci ha mai deluso. Maicon ha una soglia di sopportazione molto alta, ieri è stato stroncato dalla critica, ma vi invito a rivedere il primo tempo del brasiliano, cambiereste idea. Ci hanno bucato una volta a sinistra con Badelj, Maicon non è il giocatore che la Roma boccia, sappiamo delle sue possibilità, lo aspettiamo con tutti i problemi che si porta dietro». Non che il resto della squadra stia messa meglio: «Siamo usciti ieri disgraziatamente dalla Coppa Italia, ma ci tuffiamo subito sull’idea di provare a vincere l’Europa League, un trofeo propedeutico alla futura Champions League, che considero un obiettivo minimo, da non perdere. Ma dobbiamo stare attenti alle squadre che stanno crescendo, come il Napoli. Nel difendere il nostro secondo posto, avremo bisogno di vittorie e questa difesa è perciò un presupposto per attaccare il primo posto, al quale crediamo ancora. Garcia – sottolinea Sabatini – intende onorare il suo contratto qualsiasi cosa accada, perché vuol vincere con la Roma e vi dico anche che ha avuto proposte che sarebbero definite irrinunciabili da chiunque, ma ha rinunciato perché non se ne andrà finché non avrà vinto lo scudetto qui». Questione d’orgoglio. Nemmeno il ds romanista è pronto ad abbandonare la nave: «Non ci penso neanche ad andare via, la Roma è il mio tumulto giornaliero, voglio arrivare in fondo e vincere qualcosa di importante. Andrò via solo se mi cadranno i polmoni».

Il momentaccio Sabatini se lo spiega con un cambiamento d’atteggiamento dei giocatori: «Nella squadra è cambiata la chimica, è un gruppo di persone di alto profilo, ma a volte è la psiche che cambia ed è incontrollabile. Quest’anno quando sbagliamo rimaniamo nella solitudine dell’errore, l’anno scorso c’era un sistema di mutuo soccorso che non c’è più. Sono cambiati gli obiettivi personali, c’è qualche paura in più. La squadra deve confrontarsi e trovare la soluzione, ma vi prometto che torneremo ad essere come prima». Il preparatore atletico non è in discussione: «Rongoni lavora 12-13 ore al giorno, propone le sue soluzioni tutti i giorni, gli infortuni sono situazioni legate ai tempi e allo stress che produce il calcio. Abbiamo dovuto supportare 6 partite di Champions, non possiamo imputargli tutto, ma so che si sta confrontando con l’allenatore, stanno pensando a qualche variazione nelle metodologie di allenamento. Merita fiducia, ha la fiducia dell’allenatore, andremo avanti con lui».

Insomma, dirigenti, allenatore e staff confermati, il via vai riguarda solo i giocatori: «Sono assolutamente soddisfatto del mercato fatto – dice fieramente a inizio conferenza Sabatini –. Abbiamo preso giocatori forti e abbiamo fatto scelte strategiche. Abbiamo sacrificato Destro per una serie di motivi che lo mettevano a disagio. Noi abbiamo bisogno di confidare nella voglia, nella forza e nell’immediatezza dell’impegno di un progetto che un calciatore sottoscrive. Eravamo certi che Mattia potesse essere il prossimo centravanti della Roma, ne aveva tutti i requisiti. Comunque è una situazione in divenire, potrebbe tornare o restare al Milan. Se non tornerà avremo fondi da investire in un altro giocatore, che già so chi è. Altrimenti saremo orgogliosi di riaverlo qui perché ha dimostrato spesso di poter essere un calciatore di grande rilievo». In pratica ha detto di avere tra le mani il futuro centravanti della Roma, ma non c’è da aspettarsi un grande nome alla Higuain: «Non è vero che ci era stato offerto Higuain, che ha una clausola da 100 milioni. Non possiamo comprare giocatori come Cavani, che costerebbe come il rinnovo annuale di questa società. Non posso promettere acquisti del genere ai tifosi. Iturbe non è costato 31, bensì 22 più le commissioni ed è un giocatore importante, che sta mostrando spunti interessanti per il futuro. Pallotta vuole vincere lo scudetto, se non quest’anno quello dopo, non ci vergogniamo di questa parola. Non basterà un’aspirina per riprenderci e non abbiamo la bacchetta magica, ma abbiamo gli antibiotici in ufficio». La somministrazione è obbligatoria per tutti.

Fonte: Iltempo.it

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