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CORRIERE DELLA SERA I rischi della cinquina italiana

Europa League
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(F. Monti) – Dopo la manita dei sedicesimi, il sorteggio per gli ottavi (12 e 19 marzo). L’urna di Nyon ha regalato un derby (Fiorentina- Roma e c’è anche quello spagnolo, Villarreal-Siviglia) e tre avversari non facili per le italiane: Wolfsburg all’Inter, Dinamo Mosca per il Napoli, Torino per lo Zenit San Pietroburgo. Giocano l’andata in casa Napoli e Fiorentina. Anche un anno fa, c’era stato un derby italiano negli ottavi: Juve-Fiorentina, decisa al ritorno da una punizione di Pirlo, mentre Roma-Fiorentina, a parte il campionato, si sono già affrontate all’Olimpico in Coppa Italia (2-0 per i viola, 3 febbraio).

Ha detto Rudi Garcia«Il sorteggio non lo decidiamo noi, ma affrontare un’italiana fa meno Europa. La trasferta è corta e non è male; le squadre si conoscono bene e abbiamo dimostrato che è possibile qualificarsi anche con il ritorno in trasferta, come in Olanda, ma può essere un vantaggio giocare la seconda gara all’Olimpico ». E Montella«La Roma è forte e la conosciamo più che bene; non siamo stati fortunatissimi, anche perché ci attende un ciclo di partite molto impegnative. Dispiace dover incontrare un’italiana, ma sapevamo che poteva capitare».

Il Wolfsburg è secondo in Bundesliga, a -11 dal Bayern (ma deve giocare domani con il Werder Brema) e a +10 sul Borussia Moenchengladbach, terzo. Ha dominato lo scontro diretto con i bavaresi (4-1) e dal Chelsea è appena arrivato Schürrle, un giocatore offensivo in più per il tecnico Dieter Hecking, 50 anni, che già può contare su De Bruyne e Dost (Perisic infortunato). A centrocampo c’è Luiz Gustavo, che piaceva a Mazzarri; in porta, il n. 1 della Svizzera, Benaglio e a guidare la difesa c’è Naldo. Dopo il titolo del 2009 (Dzeko e Grafite), mai il Wolfsburg, che nei sedicesimi ha eliminato lo Sporting Lisbona (2-0 e 0-0), era stato così forte. Mancini ha scritto più messaggi via Twitter:«Abbiamo pescato la seconda miglior squadra del campionato tedesco che ha battuto da poco il Bayern in campionato. Sarà una partita tosta, ma tutti gli ottavi sono belli e difficili da giocare. Lavoreremo per essere pronti».

Il Napoli torna a Mosca 25 anni dopo l’eliminazione in Coppa dei campioni del 7 novembre 1990 contro lo Spartak Mosca (rigore sbagliato da Maradona, arrivato in Russia su aereo privato) e affronta la Dinamo, che ha appena eliminato l’Anderlecht. La stella della squadra è l’ex marsigliese Valbuena; in attacco, resiste Kuranyi, c’è Kokorin e c’è l’imprevedibile Dzsudzsak. Il cannoniere della squadra in Europa è Ionov; l’esperienza è assicurata da Zhirkov e Denisov; in difesa, Buttner, scartato dal Manchester United, si è inserito bene e un peso importante l’hanno Samba e Douglas. Il tecnico è Stanislav Cherchesov; delle avversarie quella toccata al Napoli sembra la meno forte.

Il Torino, reduce dalla notte di Bilbao, ha pescato un altro avversario proveniente dalla Champions League (fuori contro Monaco e Bayer Leverkusen). A guidare lo Zenit è André Villas Boas; il club è primo in campionato con 7 punti di vantaggio sul Cska Mosca; nei sedicesimi di Europa League ha travolto il Psv Eindhoven (1-0 in Olanda, 3-0 in Russia). Hulk e Rondon sono gli uomini di attacco insieme con Danny. A centrocampo l’arrivo di Javi Garcia è stato tatticamente importante; Criscito sta vivendo un buon momento, in una difesa con Smolnikov a destra e dai centrali Neto-Garay. In porta Lodygin ha sorpassato Malafeev. Lo Zenit è forte, ma questo Torino sembra in grado ormai di battere chiunque. E il presidente Cairo è il primo a crederci: «Vogliamo continuare a far bene in Europa e in Italia».

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