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AS ROMA Julio Sergio: “Roma è la mia vita. Studio per fare l’allenatore. Neto? Sa fare grandi cose”

Julio Sergio Bertagnoli
Julio Sergio Bertagnoli

Intervista all’ex portiere della Roma Julio Sergio, che ha dato l’addio al calcio solo pochi mesi fa. Ecco il suo pensiero sul futuro e sui giallorossi:

Poco più di un anno fa lasciava la Roma per tornare in Brasile. A giugno scorso comunicava il suo addio al calcio: cosa fa adesso Julio Sergio?

“Mi sono preso qualche mese di riposo per rilassarmi un po’ e sto studiando per diventare allenatore.”

Quando ha appeso gli scarpini al chiodo ha pubblicato un messaggio sui social network in cui ringraziava in modo particolare la Roma. Cosa ha significato per lei l’esperienza in giallorosso?

“In Italia ho vissuto quasi 8 anni e per me è stata una grande esperienza di vita e calcisticamente è stata una grande soddisfazione, per come sono arrivato, per quello che sono riuscito a fare, per il rispetto delle persone che mi sono guadagnato con la mia professionalità e con le mie prestazioni. Quindi per me è stata un’esperienza fantastica per la quale ringrazierò sempre la Roma che ha fatto tanto per me, sia durante la gestione di Rosella Sensi che durante la gestione americana. E’ stata una grossa soddisfazione vivere a Roma che, secondo me, è una delle città più belle del mondo.”

Viene ricordato soprattutto come il portiere ‘a sorpresa’ di Claudio Ranieri, come la riserva silenziosa, per il rigore parato a Floccari nel derby e per le lacrime di Brescia… Qual è il suo ricordo più bello legato agli anni passati a Roma?

“Se parliamo di calcio, sicuramente una delle più grosse soddisfazioni sono stati i derby: sono partite pesanti, che contano, e in cui ho potuto sempre fare bene ed essere protagonista. Ma ho un bel ricordo anche delle amicizie che ho stretto e delle persone che ho conosciuto e con le quali ci sentiamo ancora oggi. Roma è la mia vita, i miei figli sono nati qui, non potrei non avere legami con questa città e con questa società!”

Spalletti disse di lei che era il “miglior terzo portiere del mondo”: le ha mai dato fastidio questa definizione?

“No, perché se lui mi riteneva il terzo in quel momento, menomale che ero il terzo più bravo del mondo! Volevo lavorare per essere il primo, poi alla fine anche lui ha fatto tanto per tenermi in squadra, alla fine anche quando non giocavo ha convinto la società a tenermi. Perché Spalletti chiedeva tanta qualità in campo, ma anche fuori dal campo: con lui e con il suo staff ho imparato tanto, per cui posso dire che no, quelle parole non mi hanno dato fastidio e che, anzi, lui mi ha aiutato tantissimo.”

Seppur per pochi mesi ha avuto modo di conoscere Rudi Garcia: qual è stata la sua impressione?

“Rudi ha un modo di fare differente rispetto ai tecnici italiani: è un allenatore moderno, mi è piaciuto tantissimo lavorare con lui. E’ una persona in gamba che dice sempre la verità, almeno con me è stato così: mi ha guardato negli occhi e mi ha spiegato come stavano le cose. Mi ha detto “comportati bene e fai il tuo lavoro”. Quindi per me Garcia è un grandissimo allenatore, non possiamo mai scordare che ha preso la Roma in una situazione molto delicata e al suo primo anno ha fatto un lavoro fantastico e ora che studio da tecnico anche io, voglio imparare tantissimo da lui.”

Due domeniche fa l’abbiamo incontrata in tribuna all’Olimpico per il derby: era la prima volta che tornava nel suo ex stadio?

“Sì, da quando sono andato via era la prima volta che tornavo. Non avevo mai assistito ad un derby in veste di tifoso. La Roma, però, continuo a seguirla anche quando sono in Brasile. La vedo, ne parlo con le persone… Castan poi è un grandissimo amico, così come Maicon, sono persone perbene che mi piacciono molto. E’ impossibile non avere questi legami con la società dove arrivano sempre tanti brasiliani. Quindi quando posso la guardo sempre!”

Che derby è stato, alcuni lo hanno definito come uno dei più belli. E’ d’accordo?

“E’ stata una partita aperta ed emozionante. Due tempi diversi, poi Garcia è stato un grande all’intervallo quando ha cambiato la partita: con le sue mosse ha fatto tornare la Roma in gara. Secondo me poteva anche vincere. E’ stato un grande derby, la Lazio ha fatto un buon primo tempo. Per cui posso dire che è stato uno dei più spettacolari ed emozionanti tra quelli che ho visto.”

La Roma sabato ha collezionato un altro pareggio dopo quello con la Lazio: a questo punto del campionato può dirsi già compromessa la corsa scudetto?

“Sento che qualcuno parla di una Roma che sta andando male, di una Roma in crisi, ma io non la vedo proprio così. E’ una squadra che da un anno e mezzo fa grandissime prestazioni, però ci sta che con un gol preso dopo un minuto ci voglia tempo per riprendersi. Non è facile, poi il Palermo è una squadra tosta contro cui non è semplice giocare. Io la vedo ancora bene la Roma: sicuramente può fare meglio per le qualità che ha, ma la vedo ancora in corsa. Le cose si decideranno nelle ultime giornate e la Juventus deve ancora fare la Champions League.”

Conoscendo Totti si aspettava un gesto come quello del selfie fatto dopo il 2-2 nel derby?

“A Francesco piace scherzare, non è cattivo… Secondo me è stato un grande a farlo. Io non ci vedo niente di male, anzi, dopo aver fatto due gol come i suoi… E non scordiamo tutto quello che ha fatto per il calcio italiano e mondiale: è stata un gesto molto tranquillo. Lui è romano poi ed ha sempre giocato con la Roma, io mi sono divertito da morire.”

Perché secondo lei ha suscitato tante polemiche in Italia, mentre all’estero è stato solo osannato?

“In Italia si discute tutto, ma qual è il problema di quel gesto? Certe cose non riesco a capirle. All’estero si fanno cose peggiori ma si riesce sempre a guardare la parte bella, in Italia invece si cerca sempre di parlare della parte negativa. Sarò di parte perché conosco Francesco, però come hai detto tu all’estero si sono fatti tutti due risate, mentre qui si trova un motivo per criticare. Si deve pensare al calcio e a sistemare tutto quello che non va, l’Italia è sicuramente una grande piazza, però deve ancora rincorrere Inghilterra e Germania e quelli che comandano devono essere più attenti a queste cose.”

Capitolo portiere: il tuo ex compagno De Sanctis quest’anno ha ricevuto diverse critiche, come giudichi la sua stagione finora?

“Per me Morgan è un grande, riesce a fare ancora prestazioni importanti. Solo quelli che giocano possono fare cose sbagliate. Lui ha tanto credito ed è uno dei protagonisti delle buone cose che la Roma ha fatto negli ultimi anni.”

Per la Roma si fanno diversi nome in chiave portiere: dal giovane Neto all’esperto Cech. Se dovessi rivolgere il tuo consiglio per gli acquisti a Sabatini?

“Non posso neanche permettermi di dargli un consiglio per tutto quello che lui è riuscito a fare (ride, ndr), ha sempre tirato fuori grandissimi giocatori! Sicuramente Cech è un grandissimo giocatore, mentre Neto è uno che ha avuto la fiducia della società a Firenze, è riuscito a fare grandi cose. Penso che la Roma si sta muovendo bene e riuscirà a prendere un portiere all’altezza del ruolo quando servirà, al momento giusto.”

Per la porta è meglio puntare sui giovani o sull’esperienza?

“Io sono brasiliano e queste cose dell’esperienza e dell’età contano pochissimo. Penso che quando una ha delle qualità può giocare anche a 16 anni come ha fatto Francesco (Totti, ndr). Se la Roma punta su un giocatore gli deve dare fiducia, come è successo con Neto che a Firenze ha anche sbagliato all’inizio, ma ha avuto l’appoggio della società ed è riuscito a fare bene. Bisogna puntare sul nome che ritengono sia giusto però se succede qualcosa di non positivo non bisogna subito pensare di aver sbagliato. La ricetta giusta è dare fiducia, lasciare tranquillo il giocatore e in una piazza come Roma, con la qualità che ha in rosa la squadra oggi e con l’allenatore, sapranno prendere uno bravo che farà bene.”

Fonte: Romanews.eu

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