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GAZZETTA DELLO SPORT Destro, che ritmo Ljajic, che sveglia

Destro
Destro

(C. Zucchelli/F. Oddi) Se lo racconteranno in panchina, quanto è stato bello segnare contro il Chievo, Mattia Destro e Adem Ljajic: con il Bayern Monaco non toccherà a loro, non dall’inizio almeno, ma il turnover con un golletto nell’ultima gara giocata va giù liscio e senza intoppi. Gervinho è rimasto a riposo proprio per esserci martedì, Totti in Champions si esalta — anche se difficilmente l’ufficio stampa del Bayern si lascerà andare a qualche bizzarro tweet tipo Manchester City «sbaglio o non ha mai segnato in Inghilterra?» — e il terzo posto toccherà a uno tra Florenzi e Iturbe: Destro può attendere. Con tutto che quest’anno ha giocato quattro partite da titolare, e ha lasciato il segno tre volte, rimanendo a secco solo aEmpoli. «Io i miei numeri li guardo, spero li guardino tutti», ha commentato il centravanti: polemica no, attacco al tecnico francese tantomeno, sassolino nello scarpino sì.

Tutti convinti «È stato un gol importante, perché comunque ha sbloccato la gara: sono partite difficili, se non fai subito un gol rischi di complicarti la vita. Siamo stati bravi e efficaci». E se Garcia alla vigilia ha detto che la Roma vincerà lo scudetto, il suo centravanti a giorni alterni — che contro il Chievo è arrivato al settimo gol, tra Serie A e Coppa Italia: si conferma la sua vittima preferita — non si tira certo indietro: «Eravamo convinti dei nostri mezzi fin dall’inizio, quindi facciamo il nostro percorso e arriveremo alla fine. Ogni domenica cerchiamo di imporre il nostro gioco, facciamo sempre la partita, cercando di vincere sempre. E col Bayern sarà una bellissima partita: giochiamo in casa, davanti al nostro pubblico, sarà uno spettacolo». Quando lui segna, la Roma non perde: con il colpo di testa di ieri la statistica va aggiornata, 20 vittorie e 2 pareggi tra campionato e Coppa, ma non basterà per fargli giocare dal 1’ la gara di martedì. Magari per fargliene giocare qualcuno sì però: è ancora in attesa del debutto, visto che conCska Mosca e Manchester City è rimasto in panchina.

Non basterà, per un posto da titolare, neppure il secondo centro stagionale di Adem Ljajic, che all’Olimpico non segnava da sei mesi, dal 2-0 con l’Atalanta dello scorso 12 aprile, la prima di quattro gare consecutive dal primo minuto. Non proprio un record perché era già capitato, ma a cinque non è mai arrivato, e quest’anno si è fermato a due, Parma e Verona. Poche ma belle le sue reti, ed è già un buon punto di partenza, per giustificare i complimenti che Garcia riserva a ogni conferenza stampa a un giocatore nuovamente escluso dalla sua nazionale: stavolta ha lasciato sul posto Zukanovic con un dribbling che non riesce proprio a tutti. «Il mio gol? Quando Francesco (Totti, ma c’è bisogno di specificarlo?, ndr ) ti manda una palla così diventa tutto più facile, era successo anche a Parma. La partita con la Juventus l’abbiamo già dimenticata, e si è visto. Se giochiamo così, possiamo vincere contro tutti». Bayern incluso? «Proveremo a vincere, e se lo faremo sarà bellissimo, altrimenti va bene pure un pari».

E mentre Ljajic stava concludendo il concetto ai microfoni di Roma Tv , è passato anche l’altro marcatore (su azione) di giornata, Mattia Destro: «Ci tirano sempre in mezzo, ma sono contento che abbia segnato Adem». Che, cavallerescamente — dopo aver ribadito che «loro si impegnano al massimo, e deve decidere il mister» —, ricambia l’augurio: «Mattia è un giocatore di alto livello, è importante per la squadra». Il seguito dei convenevoli «prego prima lei», «no, prima lei» magari martedì, quando ci sarà da accomodarsi in panchina mentre partirà la musichetta della Champions.

Musichetta che ascolterà Mire Pjanic: il bosniaco, ieri, intorno alle 22.30 su Facebook è stato lapidario. «La ruota gira, daje». Il Sassuolo ha reso ancor più magico il sabato sera della Roma: a -1 ci si diverte di più.

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