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IL TEMPO.IT Campidoglio e Roma ad un passo dalla rottura sullo stadio. Poi l’intesa

Stadio della Roma
Stadio della Roma

(F. Magliaro) – Una nottata agitata quella appena trascorsa in casa Campidoglio e As Roma. Verso le 22.30 si è sfiorata una rottura clamorosa sulle trattative per il nuovo Stadio di Tor di Valle. Ma, alla fine, tutto è rientrato. Andiamo per ordine. Nel tardo pomeriggio ieri, negli uffici dell’Assessorato all’Urbanistica, l’assessore Caudo da una parte del tavolo – affiancato dal presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti, dal capogruppo Pd, Francesco D’Ausilio, dal coordinatore della maggioranza, Fabrizio Panecaldo, e dai presidenti delle Commissioni Urbanistica, Antonio Stampete, e Patrimonio, Pierpaolo Pedetti (tutti del Partito Democratico) – e, dall’altro lato del tavolo, la delegazione dei proponenti, guidata da Mark Pannes e Luca Parnasi, insieme all’avvocato Valeri e a Di Blasio, hanno iniziato un confronto, l’ultimo prima dell’approvazione, da parte della Giunta, della delibera di interesse pubblico. Clima inizialmente soft che, via via, si è fatto sempre più teso. Soprattutto in relazione alla questione della proprietà del futuro impianto. Il Comune, per garantire la permanenza dell’interesse pubblico in relazione alla possibilità che, in futuro, la proprietà voglia vendere o lo stadio o la quota di maggioranza del pacchetto azionario della As Roma, vuole porre una penale. In sostanza, in caso di vendita di uno solo dei due asset – o Stadio o Società – al Comune deve essere versato un obolo che “paghi” l’interesse pubblico, oggi corrisposto in termini di cubature e non di denari sonanti. E questo contributo oscilla fra i 160 e i 200 milioni di euro. Oscillazione legata al fatto che è calcolata sugli importi delle opere pubbliche secondo lo studio di fattibilità e non secondo il progetto definitivo e reale, che potrebbe conteggiare importi maggiori. E che, comunque, sarebbe soggetta alla rivalutazione nel tempo. Pur essendo consapevoli dell’esistenza di una penale, gli emissari della Roma e di Parnasi sono letteralmente saltati sulle sedie quando l’importo è stato quantificato. Sarebbero volate anche parole grosse, che ricalcano la sostanza dell’intervista Pallotta/Pannes di ieri: “è ridicolo”, in sostanza, sarebbe stata l’accusa, condita anche con espressioni un po’ più colorite. A quel punto, la delegazione giallorossa si sarebbe alzata, sbattendo la porta. Rimasti chiusi nella stanza di Caudo, i capitolini hanno iniziato a capire come muoversi: politicamente è davvero poco produttivo rompere a pochi metri dal traguardo. Invece, una mezz’ora dopo, i proponenti sono tornati a sedersi al tavolo delle trattative: i reciproci interessi sono risultati più forti delle divergenze. La quadra sarebbe stata trovata dopo la mezzanotte: nella delibera non verrà scritto l’importo della penale ma i riferimenti normativi che la determinano. Il che, da una parte, garantisce la Roma – tanto Pallotta quanto Parnasi – di non rischiare di scontare un tasso di interesse elevatissimo dalle banche Usa per finanziare l’opera e, dall’altro, lascia al Comune la possibilità di valutare, a conti reali fatti, gli importi di questa penale. Altro elemento dibattuto – ma la Roma darà una risposta oggi – è quello della prelazione. Grazie al presidente Coratti, il Comune vorrebbe che, nella Convezione futura, fosse inserita una clausola che garantisca al Consiglio di amministrazione della As Roma, da chiunque sarà composto in quel momento, la possibilità, una volta terminato il periodo ventennale di affitto, di poter esercitare comunque un diritto di prelazione nell’acquisto dell’impianto. Vedremo nel pomeriggio: dall’esame del testo della delibera che la Giunta approverà alle 17.00, sarà possibile capire molte più cose.

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