CORRIERE DELLA SERA Roma, stadio e sponsorizzazioni per fare il salto

Pallotta
Pallotta

(L. Valdiserri) – Appassionano meno di un acquisto al calciomercato, ma sono le notizie che possono cambiare una stagione come e più di 10 gol. In attesa di capire se la Roma dovrà cedere un pezzo pregiato – dall’Inghilterra segnalano un ritorno del Manchester United su Benatia, ma spesso si tratta di notizie che «rimbalzano» da una traduzione all’altra – la scoietà giallorosso continua a fare passi avanti finanziari. Ieri, con una nota sul proprio sito ufficiale, è stata comunicata «la nuova composizione del capitale sociale di A.S. Roma S.p.A., a seguito dell’avvenuta esecuzione dell’aumento di capitale in opzione, deliberato dall’Assemblea dei Soci di A.S. Roma S.p.A. il 31 marzo 2014, conclusosi in data 30 luglio 2014, con l’integrale sottoscrizione delle n. 265.046.592 azioni oggetto dell’offerta, per un controvalore complessivo di euro 99.922.565,2, di cui euro 39.756.988,80 a titolo di valore nominale e 60.165.576,40 a titolo di sovrapprezzo».

Tradotto: soldi freschi, promessi e mantenuti. Nel frattempo Stanley Phillip Gold ha preso il posto di Mark Pannes nel consiglio di amministrazione. Pannes, che è il braccio destro operativo di Pallotta, si occuperà dello stadio e questa è sicuramente una buona notizia: Pallotta gli riserva sempre le operazioni più complesse e a cui tiene di più. Ma anche la figura di Gold è interessante. Californiano, 71 anni, di famiglia ebrea, laureato in scienze politiche presso la Ucla e con un Master inglese a Cambridge. È stato nel board della Disney ed è presidente di S h a m r o c k Holdings, che ha portato in Medio Oriente (soprattutto in Israele) investimenti pe r ol t r e 2 mi l iardi di dollari. La sua presenza può essere particolarmente importante anche in vista di s t r a t e g i e commerciali e di sponsorizzazione. La Roma, come tantissimi altri club, dovrà fare i conti con il fair play finanziario nel 2015 e la mancanza di un main sponsor sulle maglie è particolarmente pesante. Con accordi «al limite» Manchester City e Paris Saint Germain, ad esempio, hanno dato una bella sistemata ai bilanci. Per la Roma – insieme al discorso stadio – è il terreno «vergine» da coltivare.

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