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IL ROMANISTA Chierico: “Il meglio deve ancora venire”

Chierico e il presidente Pallotta (foto AS Roma)
Chierico e il presidente Pallotta (foto AS Roma)

(Il Romanista) – «Credo che, arrivato il momento dei bilanci, ci si possa dire tutti, a cominciare dai tifosi, ampiamente soddisfatti di quest’annata». Dice la sua, sulla stagione appena conclusa, e su quella che si andrà ad affrontare, Odoacre Chierico, che raggiungiamo telefonicamente mentre è giusto a Trigoria, a godersi gli allenamenti da bordo campo. «Il primo pensiero – dice, parlando di meriti – va alla società, che dopo i due anni da cui si veniva, tra dispiaceri e cattivi risultati, con giocatori non sempre motivati e cambi di allenatore non felici, è stata capace di dare una svolta importante e intraprendere il cammino più giusto. I meriti partono sempre dalla testa, perché è il generale che sceglie i propri luogotenenti, e quindi, un plauso va innanzitutto alla dirigenza. Penso a Mauro Baldissoni, che si è fatto promotore di tante iniziative, e, ovviamente, al direttore sportivo, che ha lavorato al meglio sul mercato e ha scelto a sua volta un tecnico di grandi capacità. Ricordo che in altri momenti proprio Walter Sabatini è stato tra i soggetti più bersagliati. Mi sembra quindi doveroso riconoscergli oggi una buona parte dei meriti della trasformazione avvenuta quest’anno. Credo poi che il lavoro di Rudi Garcia sia stato fondamentale per costruire armonia all’interno della squadra. Il suo merito maggiore è proprio l’aver fatto un’ottima gestione del gruppo, che al di là del valore tecnico dei giocatori che lo compongono, è un fattore decisivo per ottenere risultati. E’ stato importante aver trattato tutti allo stesso modo, dando spazio ad ognuno, creando entusiasmo, ma anche fissando regole da far rispettare. E’ così che il lavoro diventa più semplice. E con una guida come questa, i giocatori, che sanno già bene cosa devono fare, si impegnano ancora di più. Devo dire che i giocatori sono stati fantastici per il gioco che hanno fatto vedere, e io mi sono davvero divertito e appassionato, direi emozionato, come non mi accadeva da tempo. E’ solo perché la Roma ha trovato una Juventus implacabile se già quest’anno non è riuscita a conquistare un titolo che avrebbe vinto, con questi stessi punti, in molte delle passate stagioni, e per ciò che ha espresso in campo, avrebbe meritato già in questo campionato».

Con un finale, però, che ha lasciato un po’ di amaro in bocca a tanti.
Quando la Roma non fa una bella figura, anche per me è normale irritarmi un po’. Ma sono un uomo di calcio e capisco che dopo una stagione straordinaria come questa, ci possa anche essere un calo di tensione di fronte al venir meno di alcune motivazioni. La sconfitta di domenica scorsa, peraltro, non fa testo, perché se ci fosse stato in palio qualcosa di più importante, la Roma avrebbe fatto certamente un’altra partita. E poi, ci sta che si sia dato spazio a quei giovani che, dopo essersi impegnati per tutto l’anno insieme ai compagni della prima squadra, era giusto che avessero la loro vetrina e assaporassero l’emozione dell’esordio. Quanto alla partita con la Juve, va detto che la Roma è stata anche sfortunata, subendo quel gol allo scadere, dopo una gara in cui aveva forse fatto anche qualcosina in più degli avversari. Ma, come ripeto, io sono soddisfatto e soprattutto fiducioso, perché penso che la società sia già al lavoro per rendere questa squadra ancora più competitiva il prossimo anno, quando si lotterà su più fronti, e si tornerà a vivere l’avventura della Champions League.

Cosa manca a questa squadra per essere realmente competitiva sia in campionato che in Champions?
Da esterno quale sono, posso dire la mia, ma penso che dall’interno i dirigenti sappiano bene, e certamente meglio di me, su quali elementi muoversi. Quanto a me, il pensiero va alla famosa punta forte di testa, intendo il giocatore alla Batistuta o alla Pruzzo, insomma il centravanti di vecchio stampo. Abbiamo visto come nell’Atletico Madrid una differenza l’abbia fatta quest’anno proprio Diego Costa. E allora, senza nulla togliere a Mattia Destro, che è stato sicuramente penalizzato dall’infortunio e anche da quella squalifica che ce lo ha restituito non al meglio, dopo aver mostrato di poter avere una media-gol di tutto rispetto, e nulla togliere anche agli altri giovani, da Romagnoli a Toloi ai tanti altri che si sono affacciati quest’anno, credo che sarà importante puntare su qualche elemento di provata esperienza, soprattutto in campo internazionale. Per la difesa, mi piace Paletta, il cui nome sento fare in questi giorni. A proposito di difensori, devo fare un encomio particolare ai due centrali, Castan e Benatia. Non solo in fase difensiva, dove sono stati impeccabili, ma anche in fase di costruzione del gioco, nella quale si sono rivelati preziosissimi. E poi, come non ricordare quel campione straordinario di Francesco Totti, che dopo più di vent’anni di carriera è ancora in grado di stupire tutti: la testimonianza di un uomo eccezionale e di un fisico eccezionale e sul quale non riesco più a trovare le parole per descriverne la grandezza. Ma oltre a lui, Pjanic, maturato e più continuo, e il cui rinnovo di contratto è stato un bel segnale da parte della società. E ancora, Strootman, che per essersi infortunato diverso tempo fa, sembra quasi passato in secondo piano, ma nella prima parte della stagione è stato fondamentale. E poi Florenzi, un giocatore che a me piace tantissimo. E Nainggolan, al di là dell’infortunio di domenica scorsa. E i tanti altri, che hanno dato sempre un contributo assoluto.

Ti sento fiducioso, quindi, per il prossimo anno, quando, come ha detto Garcia, forse si potrà vincere anche facendo meno punti, visto che i 102 della Juve sembrano un evento unico, quasi irripetibile.
Devo riconoscere che Conte è un signor allenatore, e penso che la Juventus saprà trovare le giuste motivazioni anche l’anno prossimo, perché lui sa toccare i tasti giusti dei giocatori. Ma penso che la Roma sia già competitiva così. E la cosa importante sarà proseguire il lavoro intrapreso, perché la strada è quella giusta. La Coppa dei Campioni dà già di suo le motivazioni che servono, anche se queste non bastano mai. Bisognerà preparare al meglio la stagione fin dal ritiro, tenendo conto che molti giocatori torneranno dal Mondiale. Ma sono convinto che assisteremo di nuovo ad una grande stagione della Roma. Io ci credo

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