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IL TEMPO L’impegno di Alfano “Voglio stadi sicuri”

Alfano
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(D.Palizzotto) Stop alla violenza e soprattutto alla fuga del pubblico dagli stadi.Vuole essere questo l’obiettivo delle «Nuove misure per la sicurezza e la partecipazione alle manifestazioni sportive» approvate dalla task force sul calcio coordinata dal prefetto Vincenzo Panico e presentate dal ministro dell’Interno Angelino Alfano.

Le novità effettive non sono molte – dalla semplificazione nella vendita dei biglietti alla segmentazione dei settori degli stadi tanto cara all’ad del Milan Adriano Galliani e al presidente della Lazio Claudio Lotito, fino all’introduzione di un rappresentante per le relazioni con i tifosi (nell’articolo a fianco sono analizzate nello specifico le norme– ma lo spirito alla base delle nuove misure vuole portare un cambiamento nel rapporto tra le istituzioni e i tifosi, come spiegato da Alfano: «Per noi è fondamentale garantire la sicurezza negli stadi – ha osservato il ministro – senza però togliere nulla alla partecipazione popolare. Ora si passa ai fatti».

E i fatti, contenuti nel documento disponibile anche sul sito web del ministero dell’Interno, sono racchiusi in 9 punti. «Ho firmato una direttiva per rendere operative una serie di decisioni – ha spiegato Alfano – ci sono doveri delle società e diritti dei tifosi, in primis quello di andare a vedere una partita e divertirsi senza veder rovinata la festa da scalmanati e gentaglia. Per questo abbiamo cercato un punto di equilibrio tra sicurezza e partecipazione popolare».

Alfano crede nella svolta, il calcio italiano ne avrebbe bisogno data la progressiva e all’apparenza inarrestabile fuga dagli stadi (anche nella stagione in corso i dati delle presenze registrano un deciso segno negativo, trend purtroppo consolidato negli ultimi anni). Il problema della violenza è stato risolto parzialmente – anche se gli incidenti avvenuti domenica a Cagliari hanno rilanciato l’allarme – ma il prezzo pagato è molto caro: oggi entrare in uno stadio italiano è troppo complicato e l’episodio accaduto in occasione dell’ultima sfida tra Inter e Atalanta – un bimbo di dieci anni respinto all’ingresso perché privo della tessera del tifoso – lo dimostra. «Il sistema ha prodotto dei danni – ha ammesso Malagò – o veri e problemi disastri culturali. Le nuove misure rappresentano però un cambio culturale importante, il ministro Alfano è stato di parola: non vogliamo più vietare, ma favorire i tifosi e invitarli allo stadio. La “Tessera del Tifoso” andrebbe chiamata “Tessera dello Sport”, una sorta di bollino blu col quale si può investire nello sport e nel calcio».

Ma riusciranno le nuove misure, in vigore dalla prossima stagione, a risolvere il doppio problema sicurezza-partecipazione? «Noi vogliamo riportare i bambini allo stadio – ha dichiarato il capo della Polizia Alessandro Pansa – e abbiamo indicato un percorso chiaro per garantire a tutti l’accesso». «È stato fatto un lavoro eccellente – ha sottolineato il presidente della Lega di serie A Maurizio Beretta – le istituzioni sono state attente e rapide. Ma ora non fermiamoci». «Stiamo andando nella giusta direzione – ha rimarcato il presidente della Figc Giancarlo Abete – e questa è una riforma importante, ma non una rivoluzione anche perché, lo ricordo con orgoglio, restiamo il quinto paese al mondo per numero di presenze negli stadi». I primi posti, però, sono lontani anni luce. E la vittoria definitiva, come sostiene il presidente della Lega Pro Mario Macalli, «si avrà solo quando non avremo più bisogno della tessera del tifoso». Un momento purtroppo ancora lontano.

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