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IL ROMANISTA La Roma merita, il Napoli vince

Callejon

(V.Meta) Dicono sia così, il calcio. Dominare al San Paolo senza Totti, De Rossi e Strootman e tornare a casa con la seconda sconfitta stagionale in campionato (arrivata, è bene non dimenticarlo, alla ventisettesima giornata). Lo dicevano quando Berardi pareggiava a tempo scaduto all’Olimpico, vale anche ora che Callejon riscrive la storia di una partita che la Roma ha interpretato bene e giocato benissimo, non sbagliando niente tranne la marcatura dell’ex Real, lasciato solo a saltare sul secondo palo. Romagnoli (toccava a lui prenderlo) non merita colpe, anche perché l’unica colpa imputabile alla squadra è ancora una volta di non aver concretizzato la netta superiorità.

Quanto a Garcia, il confronto a distanza con l’amico Benitez – l’unico allenatore che sia riuscito a metterlo in difficoltà – lo vince lui: ci voleva coraggio per tenere fuori Destro e togliere tutti i punti di riferimento agli avversari. Qualcuno dirà che si riapre la corsa al secondo posto (il primo è andato, anche grazie a chi ha annullato il gol a Diakitè), ma non è vero, visto che la Roma, oltre ad avere scontri diretti e differenza reti a favore, ha pure una partita in meno. Con Bastos (alla seconda da titolare dopo la brutta notte passata proprio al San Paolo in Coppa Italia) sulla linea della trequarti, Gervinho va a fare il vertice più avanzato del 4-2-3-1. In difesa, Romagnoli vince il ballottaggio con Torosidis e si prende la sua terza maglia da titolare consecutiva, mentre a destra si rivede Maicon. Le cose migliori in apertura le fa la Roma, anzi le fa Strootman, che al 3’ si inventa un lancio in profondità che pesca Gervinho sul filo del fuorigioco, peccato che il colpo di testa dell’ivoriano, solo davanti a Reina, sia da dimenticare. Sembra serata per l’olandese, almeno fino a quando, poco prima del quarto d’ora, appoggia male il ginocchio sinistro (non quello toccato duro in nazionale) ed è costretto a chiedere il cambio.

La smorfia di dolore non lascia presagire niente di buono, la prima diagnosi parla genericamente di distorsione, ma il ginocchio si è gonfiato e solo fra oggi e domani si capirà qualcosa di più. Al suo posto entra Taddei, tatticamente non cambia nulla e la Roma continua ad attaccare: al 23’ Romagnoli pesca bene Nainggolan al limite dell’area, destro di controbalzo e risposta di Reina in due tempi. Al 38’ cambio di gioco di Pjanic per Gervinho, stop e destro addosso al portiere, che si supera al 42’ volando a mettere in angolo il sinistro improvviso di Bastos. Prima dell’intervallo c’è tempo per il solito destro tagliente di Mertens, De Sanctis non si lascia sorprendere. Si ricomincia sugli stessi ritmi alti, a due occasioni per il Napoli (Callejon in contropiede e Higuain servito da Mertens), risponde una verticalizzazione per Bastos, che mette in mezzo un bel cross a centro area, dove Fernandez riesce in qualche modo a chiudere su Florenzi.

Due minuti dopo, il Napoli deve ringraziare i riflessi di Reina, bravissimo a mettere in angolo una conclusione di Maicon (fra i migliori), liberato al tiro dal servizio di Gervinho. Lo stesso ex City alla mezz’ora si inventa un cross fantastico per la testa di Florenzi, che prova ad arrivarci in tuffo, senza riuscire a trovare la deviazione. Garcia prova a mischiare le carte inserendo Ljajic, ma gli effetti non sono quelli sperati, visto che al 36’, quando sembra che la Roma abbia saldamente in mano la partita, Ghoulam mette un cross perfetto sul secondo palo, dove Callejon è libero di saltare e mettere la palla all’incrocio di testa. Entra Destro, ma a tempo scaduto l’ultima occasione ce l’ha Maicon, destro a giro che profuma di gloria, e palla fuori di pochissimo. Dicono sia così, il calcio. Evidentemente per la Roma lo è un po’ più che per le altre.

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