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ORA D’ARIA “Riflessioni sparse” di Paolo Marcacci

Ora d’aria di Paolo Marcacci

“Dietrologia”: che razza di termine, quasi da temere, se uno ci riflette un attimo. Che vorrà mai dire? Ha ragione Paolo Villaggio, sampdoriano di ferro, quando dice che l’italiano è la lingua più insidiosa. Se poi aggiungiamo a questo che, nel paese dei mille campanili, di dietrologie ne fioriscono una per ogni corrente di pensiero, stiamo freschi.
Tutto questo stralunato preambolo per dire cosa?
Beh, non ci crederete – o più probabilmente ci credete ciecamente – ma esiste anche una dietrologia juventina. Quella forma di retropensiero cioè, così contorta che porta a rileggere verità evidenti, oseremmo dire lampanti, attraverso una fitta rete di trame oscure, ricostruzioni tendenziose, paradossi e capovolgimenti di realtà.
Ecco allora che lo juventino può arrivare a sentirsi vittima e in quanto vittima a denunciare i soprusi (!) con cui la stampa (!!) e i tifosi delle altre squadre tentano ogni volta di dileggiarlo e di non riconoscere i suoi indubbi meriti.
Di conseguenza Calciopoli diventa Farsopoli, gli scudetti vengono contati col “riporto”- non parliamo di Conte stavolta – di due, persino sul pullman della società e via dicendo.
Negli ultimi giorni sono spuntati qui e là come funghetti – evidentemente allucinogeni – alcuni dossier scendo i quali la Roma sarebbe stata favorita da una serie incredibile di errori arbitrali.
Sindrome da accerchiamento ed egotismo spinto a livelli parossistici; gli altri sono frustrati perché non vincono e di conseguenza ululano alla luna, vedendo soprusi laddove non esistono o comunque si verificano in misura non superiore a quelli di cui è vittima la Juventus, solo che di quello non si parla mai.
Due esempi per capirci meglio: dopo lo scempio di Rizzoli nel Derby della Mole, il dietrologo juventino, invece di tacere per pudore o ammettere che El Kaddouri non è svenuto e che Vidal poteva effettivamente fare la doccia un po’ prima, che ti combina? Ti riparla – tecnicamente sbagliando terminologia, peraltro – del goal “annullato” a Peluso in Roma-Juventus di Coppa Italia o, sempre nella stessa gara, del fallo di Benatia su Giovinco.
Meraviglioso paese, il nostro, dove tutto è buono e la vergogna si spinge un passo oltre, ogni giorno di più.
Resta un interrogativo: sono loro che hanno studiato da Pantano o è Pantano che ha studiato da loro?

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