La sensazione, che a nostro avviso non è una sensazione di parte, anche se può sembrare un paradosso, è che il Napoli stasera abbia dietro di sé il soffio di tre quarti dell’Italia calcistica, a sospingerlo verso la finale. Cioè che una moltitudine di osservatori cosiddetti neutrali, dovendo scegliere, preferiscano schierarsi dalla parte degli azzurri campani. Magari, estremizzando il concetto, persino tra quelli che si divertono a inneggiare al Vesuvio c’è più di qualcuno che questa sera preferirebbe che sortisca il suo effetto la pluricitata – oltre che invocata da più parti – “Bolgia del San Paoun’lo”, con accezione dantesca e intimidatoria – nelle intenzioni – per i colori giallorossi.
Qualcuno, leggendo queste righe, potrebbe pensare che si tratti del solito voler mettere le mani avanti da parte dei romanisti, con un vittimismo addirittura preventivo. Questo tipo di illazioni le rispediamo immediatamente al mittente, consci e certi come siamo di quello che sarà il livello – al di là del risultato finale – della prestazione degli uomini di Garcia, che secondo noi sono superiori – come squadra e come valore medio dei singoli – a quelli di Benitez. Aggiungiamo che, udite udite, non abbiamo neppure da ridire sul direttore di gara designato, visto che già prima della scelta avevamo indicato quello di Rocchi come un nome preferibile a tanti altri.
Il fatto è che abbiamo fiutato un’arietta di simpatia e benevolenza nei confronti dei colori azzurri anche da parte di vari media nazionali, che alla vigilia della semifinale di ritorno hanno ceduto alla tentazione di celebrare la grande attesa e le grandi motivazioni dell’ambiente partenopeo per il raggiungimento dell’eventuale finale; come se invece ai romanisti l’obiettivo non interessasse e non implicasse anche traguardi, simbolici e numerici, che vanno oltre il trofeo stesso.
Pensate soltanto al fatto che nessuno ha, neppure parzialmente, stigmatizzato l’espressione provocatoria di Benitez circa il goal “legale” che il Napoli dovrà segnare più della Roma, con riferimento alla prima rete di Gervinho all’andata.
Per tutto questo, oltre che per ciò che abbiamo nel cuore dall’età della ragione, forza Roma, stasera.
La bolgia, poi, eventualmente saremo in grado di farvela vedere anche noi, pure senza – lo diciamo con tutto il rispetto per il folclore altrui che spesso gli altri non hanno per il nostro – ‘o Vesuvio, Pulcinella, Maradona, le sfogliatelle e Pino Daniele.