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GAZZETTA DELLO SPORT Un gol in 14 secondi. E’ Roma coast to coast

Maicon

(C. Zucchelli) È stata una di quelle azioni che a Trigoria, negli allenamenti lontano da occhi indiscreti tanto cari a Rudi Garcia, vengono spesso provate: tocco in velocità, rapidità d’esecuzione, cross, inserimento e gol. Al Bernardini, durante le esercitazioni, gli avversari non ci sono, ieri all’Olimpico sì ma nessuno sembrava essersene accorto. Soprattutto quando Maicon, nel primo tempo, ha segnato la rete del 30 al termine di un’azione italobrasiliana durata appena 14 secondi.

Come al Meazza Tanti ne sono passati da quando ha preso palla Totti nella metà campo giallorossa a quando è finita in rete: in mezzo, il passaggio del capitano a Dodò, quello del brasiliano ad allargare per Florenzi e l’assist di quest’ultimo per Maicon.Un’azione talmente perfetta che Garcia l’ha applaudita in panchina, ricordando magari quella del 30 a San Siro contro l’Inter. In quell’occasione ci fu addirittura un passaggio di meno: Totti recupera palla al limite dell’area della Roma con una magia, lancia Strootman che serve sulla corsa Florenzi. Handanovic battuto, gol. In tutto 11 secondi. Tre in meno di ieri.

Ritrovato «Azioni come quella che hanno portato al gol sono il frutto del lavoro che facciamo in settimana—ha spiegato Maicon —. La mia rete poi conta fino a un certo punto. Io sono soddisfatto perché dopo un anno in cui praticamente non ho giocato ora mi sento davvero bene». Quando la Roma lo ha contattato, tramite l’agente Calenda che ieri era in tribuna ad applaudirlo, gli ha chiesto due cose: personalità e continuità. Lui l’ha accontentata e dei comportamenti sbagliati di Milano e Manchester, da lui stesso ammessi, non c’è mai stata traccia. In campo, 16 presenze, 2 reti, 2 assist, 1342 minuti giocati. Lo scorso anno, solo in Premier, appena 521, due anni fa con l’Inter, dopo 19 partite, erano 990, nel 2010 1.016, nel 2009 1.440. In sintesi, da 4 anni Maicon non giocava così tanto. E così bene.

Voglia di Juve I sussurri di Trigoria dicono che sia uno di quelli più convinti che la Roma possa lottare per lo scudetto fino all’ultimo. «Sono qui per questo, siamo tutti qui per questo, vogliamo la Juve», ha detto ai dirigenti dopo Torino. L’obiettivo è non perdere altri punti fino a quando non riprenderà l’Europa League per la Juventus. Intanto, sabato, massima attenzione al Livorno: «Dobbiamo essere pronti per fare una grande partita. Il 40 al Genoa è il frutto del grande lavoro fatto in settimana. Abbiamo avuto l’atteggiamento giusto, da grande squadra ». Lo sta diventando la Roma, lo era l’Inter del triplete. Questa Roma gli ricorda per certi aspetti quella squadra lì e, in attesa di veder confermate certe sensazioni, lui si porta avanti col lavoro. Al Genoa, infatti, aveva segnato una volta sola. Nel 2010, l’anno del suo ultimo scudetto.

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