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GAZZETTA DELLO SPORT Gigante Chiellini: 9 duelli, 3 anticipi

Totti e Chiellini in azione

(A. Schianchi) L’arte della furbizia si esercita con umiltà: aspettiamoli, chiudiamo tutti gli spazi, lasciamoli giochicchiare e poi colpiamoli in velocità. Questo, parola più parola meno, dev’essere stato il discorso fatto da Antonio Conte ai suoi giocatori prima di entrare in campo. E loro, fedeli e diligenti, hanno applicato la strategia alla lettera. Certo che dare una lezione di difesa alla Roma, cioè alla squadra che vanta il miglior reparto arretrato del campionato, è davvero una bella impresa: la Juve ci riesce, stacca i nemici e saluta tutti.

Possesso Ci sono due personaggi che, più degli altri, raccontano questa sfida: Giorgio Chiellini e Leandro Castan. Il primo è un muro. Meglio: una fortezza. Invalicabile, chiunque ci provi va a sbatterci contro e sono dolori. Il secondo, invece, è l’anello debole della catena centrale romanista: «perde» Bonucci in occasione del 20, si becca il «rosso» perché interviene con le mani sulla linea di porta e, in generale, non dà mai l’impressione di sicurezza. La Roma ha un maggiore possesso palla (59,3 contro il 40,7 dei bianconeri), ma a che serve se produce pochi tiri verso la porta avversaria e poche occasioni pericolose? La Juve sceglie di tenere molto alta la linea del fuorigioco (33,2 metri di media) e spedisce per 5 volte i giocatori della Roma oltre il limite. E poi, secondo caratteristiche dei singoli, Conte chiede ai suoi difensori di giocare sull’anticipo e sui contrasti. Chiellini, Barzagli e Bonucci non tradiscono. Sono 17 i tackles vinti dai bianconeri e 16 gli anticipi effettuati. Chiellini giganteggia nei duelli: ne vince 9 (soltanto Vidal, con 12, gli è superiore). E in anticipo va sempre con grande grinta e sicurezza (3 interventi riusciti). Inoltre Giorgione si fa sentire con la maniere forti (3 falli commessi) e prova a impostare l’azione da dietro: sono 68 i palloni toccati. A ben guardare, il trio juventino è perfettamente supportato dall’atteggiamento dei centrocampisti che stanno sempre dietro la linea del pallone, quando la Roma avanza, e si stringono per chiudere tutti i corridoi agli avversari.

Aiuto La difesa giallorossa è più «ballerina»: i terzini spingono parecchio e i centrali vengono spesso lasciati soli nell’unocontrouno. Se Benatia se la cava, Castan va in sofferenza. Patisce il duello, non riesce a contenere con successo chi gli para di fronte. Lo dicono i numeri: 12 duelli effettuati, 6 vinti e 6 persi (percentuale bassa per un difensore che, quando interviene, deve fare piazza pulita). Castan lotta soprattutto con Llorente e Tevez, gli riescono 3 anticipi, recupera 5 palloni (anche se ne perde altrettanti), effettua 2 ottimi lanci. Tuttavia la retroguardia di Garcia non offre quella dimostrazione di compattezza e di solidità necessarie quando si affronta la Juve. Va apprezzata la volontà di Castan di impostare sempre l’azione, lo testimoniano i 36 passaggi fatti (33 giusti e solo 3 sbagliati), di non buttare mai via il pallone, ma ciò che manca sono la rabbia e la concentrazione in fase difensiva. Cioè le principali qualità per uno che di mestiere deve impedire agli avversari di fare gol. Sono 5 i falli commessi da Castan e 2 quelli subiti. Nel complesso, tuttavia, sono i centrocampisti della Roma a non aiutare a sufficienza il reparto arretrato: il recupero del pallone avviene in una zona molto arretrata (36 metri in media) e questo la dice lunga sull’atteggiamento poco aggressivo e troppo blando di De Rossi e compagni. L’impressione è che questo 30 a favore della Juve sia soprattutto una vittoria della mentalità. Oltre che, ovviamente, della furbizia.

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