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REPUBBLICA.IT Con Totti è un’altra cosa. Benatia: “Io pagato troppo? Facile parlare in estate”

Totti Destro

(M. Pinci) – “Forse non c’è più ragione di pensarti più di tanto”, cantava Mina, in “Con te o senza te”. Da domenica possono farlo anche i romanisti che aspettavano agognandolo il ritorno dal primo minuto di Francesco Totti. Con lui o senza lui, non è la stessa Roma, anzi non potrebbe essere più diversa la squadra con o senza il suo totem.

CON TOTTI LA ROMA VINCE SEMPRE: E QUANTI GOL –Difficile spiegare la chimica di un rapporto simbiotico: Totti non è più soltanto un nome, è una metonimia per dire Roma nel mondo del calcio. E’ la Roma, un tutto cui basta il nome del suo più fedele rappresentante per sentirsi rappresentata. La simbiosi semiotica però trova fedele riflesso sul campo. Otto gare con Totti, otto senza, compresa quella con il Napoli, abbandonata in avvio sullo 0-0. In realtà ci sarebbe anche il match con il Milan, in cui però Totti è entrato troppo tardi per poter avere un peso reale sulla gara. Nelle altre, però, esattamente divise tra la presenza e l’assenza del numero dieci romanista, fare i conti sul peso del capitano è fin troppo facile. Perché con Totti al suo posto, sempre dall’inizio, tra l’altro, la Roma segna percorso netto: 8 partite, altrettante vittorie, con Livorno, Verona, Parma, Lazio, Samp, Bologna, Inter e Catania ieri. Nemmeno un punto perso per strada, e marciando alla media di 3 reti a gara realizzate: 24 in 8 match, con uno solo incassato, quello di Biabiany a Parma.

SENZA TOTTI: 2 PUNTI A GARA E SOLO UN GOL OGNI 90′ – Tutt’altra storia quando Francesco deve restare a guardare, non per scelta di Garcia, che a lui ha capito di non poter rinunciare da tempo, ma per quelle soste forzate che età e guai fisici inevitabilmente impongono. Otto gare senza, si diceva, 16 punti conquistati: 4 vittorie, con Napoli (cui Totti aveva partecipato solo per i primi 32 minuti, senza incidere sul risultato), Udinese, Chievo e Fiorentina, ma anche 4 pareggi, con Torino, Atalanta, Sassuolo e Cagliari. E la media reti, di 3 a gara con Francesco regolarmente al suo posto, scende a poco più di uno (9 in 8 partite) se alla Roma manca il capitano. Incredibile – o forse no – quando il numero dieci si ferma, anche la difesa ne risente, e ogni 180 minuti concede una rete agli avversari. Insomma “centomila e più conferme”, per continuare con Mina: la Roma di Garcia, per sfidare la Juve, non può fare a meno di Totti.

DESTRO CORRE IL DOPPIO DI ROSSI E SEGNA OGNI 51′ – Soprattutto adesso che accanto a lui è tornato anche Mattia Destro. Un gol da 3 punti con la Fiorentina, un altro con il Milan pesante, quello più casuale, e certamente meno determinante, nel 4-0 al Catania. Tre gol in tre partite giocate dopo il rientro dall’infortunio. Anzi, tre mezze partite. Per la precisione, un gol ogni 51 minuti: la media più alta del campionato escludendo Milito (solo un’ora di gioco, con un gol), più alta addirittura di Giuseppe Rossi. Sin qui, Destro segna in media quasi il doppio del capocannoniere viola del campionato (che marcia al ritmo di una rete ogni 94 minuti). Impossibile, forse, tenere una media simile per Mattia. Garica, al rientro, gli aveva detto: “Preoccupat di aiutare la squadra, non di segnare: il gol arriverà”. Lui ha fatto entrambe le cose: perché oltre ai gol pesanti, ha messo anche l’assist per il vantaggio di Benatia e quello sciupato da Gervinho per un comodo raddoppio. Questa l’unica strada per strappare in extremis un biglietto per Rio. Quello che Prandelli, suo grande estimatore, non vede l’ora di regalargli.

BENATIA: “IO PAGATO TROPPO? NEL CALCIO CONTA IL CAMPO” –
 “E’ facile parlare in estate. Ma nel calcio conta solo il campo”: questo il tweet del difensore marocchino della Roma, Mehdi Benatia che si è tolto un sassolino dalla scarpa attaccando, dopo la doppietta di ieri al Catania, chi in estate aveva parlato di acquisto troppo oneroso per la Roma. Il difensore giallorosso ironicamente ripropone anche un articolo di un sito di calciomercato, con tanto di nome dell’autore, nel quale si criticava la spesa. “Io non dirò mai di essere il migliore. Perché nel calcio non si finisce mai di imparare. Ma quello che mi dà fastidio è la gente che parla, senza sapere nulla di me. Vado avanti per la mia strada – conclude -, ma é arrivato il momento di mettere i puntini sulle i. Forza Roma!”.

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