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IL ROMANISTA Senza paura

Strootman

(T. Cagnucci) Prima Forza Roma, poi il resto. Poi è uguale. Poi è dietro. Poi è sotto. Poi non conta. Nemmeno si vede. Guarda in alto, guarda avanti Roma, guarda dove devi andare, come hai fatto immediatamente a fine partita andando verso il settore ad applaudire quell’umanità che ti segue e ti seguirà, se possibile oggi più di prima, ma questo si sa. Almeno chi è della Roma lo sa. Tutti allo stadio col Sassuolo a continuare, non a riprendere il cammino. Non s’è perso niente, s’è preso un punto, si è andati a più 3 da più 2 rispetto al giorno prima: come i centimetri di Ogni maledetta domenica, i punti sono ovunque. La vittoria col Sassuolo inizia oggi.

La stizza che c’è, mix di rammarico e delusione, per questo uno a uno col Toro è comunque la misura della grandezza di questa squadra e di questo ambiente adesso, se questa squadra e questo ambiente adesso continuano a essere la stessa splendida cosa. Lo sono. Non è il capriccio del ricco o dell’arrogante che ha sempre avuto tutto e adesso sbatte i piedini per terra perché qualcosina gli è andato storto, è la sana, santa voglia di giocatori, dirigenti e tifosi di continuare a fare, a costruire una realtà fatta quest’anno di vittorie, di sudore e dignità. Forza Roma. Prima forza Roma e poi anche. Perché il resto è dietro, è sotto, è quasi niente. Perché è meglio non vederlo quel faccione di Ventura, quel sorrisone di Ventura (mamma mia…) che mica s’è arrabbiato ieri sera, che mica ha detto niente degli arbitri: ma come mai? Ma come mai il Torino che una volta – nel Mesozoico – era leggenda, fa il Maracanà sotto la Maratona per un pareggio in casa: qualcuno glielo ha detto che hanno aiutato la Juventus? Lo sanno che non battono la Juventus da 18 anni? Tanto per dirglielo, non che sia importante. Perle ai Cerci, che non è romano e nemmeno romanista: lui tifava Juventus da ragazzino quindi è comprensibile la gioia sfrenata per il suo gol. Diteglielo a chi fischia Balzaretti.
Tutto questo è dietro, è sotto, non vale. Come non conta che Meggiorini vada in tv quasi ad ammettere spontaneamente il fallo su Benatia e i solerti esegeti “milanesi” (intendetela come una certa categoria mentale) quasi gli mettono in bocca le parole: “ma no, su dai, piccolo non è fallo, semmai era rigore, che non lo vedi”! No. E non si vedono altre cose perché forse si sa l’essenziale è invisibile agli occhi. Forse per questo ci stanno mille replay per un impossibile fallo di mano di Balzaretti e solo uno su uno mastodontico di Pjanic, o perché sennò? E perché Ventura sorrideva pure al San Paolo quando gli hanno dato due rigori contro che erano mezzi rigori a confronto persino a quello di Maicon? E qualcuno s’è accorto che il Chievo gioca stasera (stasera è lunedì) contro il Bologna perché aveva posticipato giovedì: perché la Roma no? Il Torino è l’unità di misura di tutte le cose che sono capitate e delle stronzate ascoltate sugli aiuti alla Roma (!!!!): contro la Juve ha perso per un gol in fuorigioco, col Napoli per due rigori che non c’erano, con la Roma quantomeno, perlomeno, ma a tenesse bassi bassi, non gli hanno fischiato contro un rigore solare. Tutto questo continua a fare la differenza fra me e te, fra la Roma e tutto il resto. Che viene dopo, che non conta, che è sotto, che non si vede, manco si sente. Negli occhi, nella mente solo la bellezza di quelle maglie, di quegli applausi, di quella gente. Forza Roma non è successo niente, hai solo assaporato quanto stanno male tutti gli altri, quanto si dimenano, quanto stanno sotto. Guarda in alto, guarda avanti, guarda dove devi andare perché hai gli occhi troppo belli dei tuoi tifosi per non arrivarci.

 

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