(M. Macedonio) – “Abbiamo 27 maghi” dice Garcia al termine della gara, in risposta a chi ha sproloquiato in questi giorni sui presunti cinque “fattucchieri”, che influirebbero con le loro pratiche sull’andamento in campionato della squadra giallorossa. «Ventisette – sottolinea – dal portiere al capitano. Perché tutta la rosa è magica».
Ne è la riprova l’ennesima vittoria. L’aveva definita “la partita più difficile” della stagione, Rudi Garcia, che evidentemente temeva un possibile calo di tensione contro l’ultima della classe. E ancora una volta ha avuto ragione, il tecnico francese. Non è stato facile, infatti, né poteva francamente esserlo, entrare nella storia con la decima vittoria consecutiva dall’inizio del campionato, non a caso impresa mai riuscita a nessuna squadra prima d’ora, neppure tra le big di sempre. «E’ una striscia fantastica per noi – dice Garcia – ma non abbiamo il tempo di goderne troppo. Abbiamo un giorno in meno del Torino e ogni minuto è importante per recuperare da questa gara». Una partita non facile, frutto della pazienza e della maturità, con cui si è sopperito alla mancanza di brillantezza. «Voglio subito dire che il Chievo non merita l’ultimo posto in classifica. Stasera hanno giocato bene. E’ vero che per il momento abbiamo un po’ meno soluzioni in panchina sul piano offensivo, ma importante è ottenere i tre punti, e aver fatto dieci su dieci. Abbiamo visto ieri Juve e Napoli vincere, ma sappiamo anche che Inter e Fiorentina non l’hanno fatto, e lo scarto di 11 punti sulla quarta è attualmente la cosa più importante».
Una vittoria ottenuta contro una formazione che aveva come obiettivo portare a casa lo zero a zero e che per questo aveva eretto un vero e proprio muro davanti alla porta di Puggioni. Scardinato solo grazie a una prodezza di Borriello, un giocatore nel quale il tecnico francese ha sempre creduto. «Perche lui ha il gol nel sangue – puntualizza Garcia. – E non dimentico che oggi era difficile giocare punta centrale, perché un centravanti dipende dagli altri e dalle palle che gli arrivano oppure no, ma quella che serviva, stasera, è arrivata a destinazione». Borriello – gli fanno notare – dà punti di riferimento, mentre Totti arretra e non ne dà. E’ stato quindi merito del Chievo, aver reso più difficile il confronto, o di una manovra più lenta? «E’ mancata anche la profondità – ammette il tecnico – perché non avevamo Gervinho. Totti è unico e lui può far giocare gli altri, ma ho una squadra intelligente che sa adattarsi. E dobbiamo servire Marco con cross di qualità». Una serata che si è conclusa con una cena allo stadio Olimpico, voluta espressamente dall’allenatore. «Serve solo per preparare la partita di domenica nella maniera più giusta» precisa Garcia. Si è vista, stasera, una squadra molto stretta e con poca presenza sulle fasce. E’ questo che ha reso più facile il compito per il Chievo? «Il nostro gioco è questo. I nostri terzini attaccano sulle fasce – ribadisce il francese. – E se non abbiamo possibilità di fare cross di qualità, dobbiamo giocare ancora. Il gol è venuto così. Con Florenzi e Ljajic che hanno fatto un gioco manovrato, corto. E per gli avversari, in questo modo, diventa molto difficile difendere senza fare fallo». Dodò e Marquinho sembrano faticare rispetto agli altri titolari.«Sicuro che no – ci tiene a dire ancora Garcia. – Tutto il lavoro della prima ora serve a vincere la partita. Abbiamo avuto più del 67 percento di possesso palla». A proposito dei cinque maghi, verrebbe da dire che la bacchetta magica ce l’ha invece lo stesso Garcia. «Penso che abbiamo 27 maghi: dal portiere al capitano. Tutta la rosa per me è magica. E mi piace la solidarietà che la squadra sa esprimere. I giocatori vogliono vincere e danno tutto sul campo. La vera magia è questa, e non altra».