IL ROMANISTA Quando il progetto c’è davvero

Zeman

 (V. Emiliani) – La Roma di Zeman si sta definendo, nella preparazione durissima affrontata con ironia e divertimento, nella rosa degli arrivi e delle partenze, nei primi incontri amichevoli (che non devono illudere troppo). Nessuno dei “ragazzi di Zeman” è arrivato dal Pescara alla Roma, ma i tre principali hanno avuto destinazioni più che onorevoli, uno (Verratti) addirittura da star europea al PSG e ciò comprova la bontà della scuola dell’ “homme qui fume” e che sussurra battute ironiche, talora sulfuree. Ne sono arrivati degli altri di ragazzi importanti- ultimo per ora, in ordine di tempo, Mattia Destro, il bomber italiano più promettente – e qualche altro forse servirà a sistemare il pacchetto difensivo. Personalmente sono in apprensione per il portiere: Stekelenburg non sembra piacere alla follia al nuovo allenatore, né l’anno scorso è sembrato a noialtri spettatori di quelli che fanno pure qualche miracolo; Lobont, per parare para, ma alla sua maniera, senza lo stile del portiere rifinito in anni e anni di lavoro, sempre un po’ casuale, smanacciante, con una presa sempre problematica. Tutti però abbiamo istintivamente fiducia nella Roma di Zeman appena abbozzata dopo le “ripetute”.

Da ragazzo nei campionati studenteschi correvo spesso i 1000 metri che stanno fra la velocità prolungata e il mezzofondo, una sorta di tortura. Andare regolarmente sotto i 3 minuti e ripeterli una decina di volta può ben formare, ve l’assicuro, nei più giovani il carattere. Un amico mi ha detto: “Oh, Vittò, almeno quest’anno ci si diverte a tornare allo stadio, poi arriveremo dove arriveremo, no?”. Gli ho dato ragione perché la penso anch’io così. Il nipote dell’antico e saggio “Cesto” Vycpalek venuto tanti anni fa da Praga a fare buon calcio da mezz’ala (il primo straniero a vestire la fascia di capitano) e poi da allenatore, è deciso a cogliere l’occasione. Lasciamolo lavorare e lui ci darà sicuramente la soddisfazione del bel gioco unita a risultati importanti. Ma, per favore, lasciamolo lavorare senza isteriche pressioni. Quest’anno il “progetto” c’è per davvero, senza noiosi ideologismi, e in salsa non celtica bensì mitteleuropea. Cioè con paprika.

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