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IL ROMANISTA De Sanctis: “Un peccato, ma ci siamo”

Morgan De Sanctis

(V. Meta) La voglia di parlare è poca, e infatti per quasi un’ora la zona mista dell’Olimpico dopo l’1-1 beffa col Sassuolo è tutta una sfilata di facce più arrabbiate che deluse. Il secondo pareggio consecutivo, arrivato all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero in una giornata che sembrava fatta apposta per guadagnare punti su Juve, Napoli o tutte e due, ha il sapore amaro di un’occasione sprecata.«Abbiamo perso un’opportunità importante – ammette Morgan De Sanctis -, tanto più se si pensa che questo pari è arrivato nella più convincente fra le nostre ultime prestazioni. Prendere gol al 94’ può succedere, il problema è che se non chiudi la partita prima, il rischio di farti raggiungere c’è sempre. C’è amarezza per aver visto sfumare i tre punti all’ultimo. Oggi (ieri, ndr) abbiamo giocato molto bene, abbiamo avuto molte occasioni non concretizzate, mentre il Sassuolo in mischia nel finale ha segnato».

Appagamento inconscio nel momento in cui si va in vantaggio? «Può essere, se facciamo riferimento ai 20 minuti del secondo tempo a Torino. Riguardando la partita ho avuto quella sensazione poi cancellata quando abbiamo subito il pareggio e la squadra ha tentato di fare qualcosa in più dell’avversario. Ci siamo forse specchiati troppo nella nostra solidità difensiva, e parlo di squadra non solo dell’attacco». La serie di vittorie aveva creato aspettative eccessive? «Quello di cui dobbiamo essere consapevoli è che i 32 punti che questa squadra ha sono meritati, frutto di un grande lavoro dentro e fuori dal campo. Un bilancio lo faremo alla fine del girone d’andata. Questo è un gruppo costruito molto bene dalla società e l’allenatore ci ha lavorato molto. Vedrete che questo gruppo non avrà problemi a prendersi le sue responsabilità alzando l’asticella, ossia aumentando quello che era l’obiettivo della Roma a inizio della stagione, l’Europa. La prestazione di oggi è stata una grande prestazione, grandissimo peccato e rammarico non conseguire i tre punti».

Del partito degli arrabbiati fa parte Adem Ljajic, uno che in almeno quattro occasioni ha avuto sul piede il pallone del 2-0, che un gol lo avrebbe meritato e che ha protestato a lungo (lui come tutto lo stadio) per un contatto in area punito dall’arbitro non con il rigore ma con il giallo per simulazione al serbo. «Questo è un punto che pesa per la classifica e per il morale – le parole di Ljajic -. Sicuramente è stata una partita difficile, abbiamo creato tante occasioni, dovevamo chiuderla prima con un secondo gol. Il gol preso nel finale fa male, ma dobbiamo guardare avanti e uscirne fuori al più presto. Mi prendo per primo la responsabilità, potevo fare meglio. Non era la mia giornata, non so cosa sia successo. Ma dobbiamo uscirne quanto prima».

Quanto all’episodio dell’invocato rigore, «non voglio parlare di arbitri, l’ho fatto una volta e mi hanno squalificato per due settimane. Qui in Italia è incredibile, non si può parlare di arbitri. Sul primo episodio non c’era fallo, ma sul secondo la spinta c’era».

Fra i primi a lasciare lo spogliatoio c’è Marco Borriello, senza stampelle, ma visibilmente dolorante, al punto da salire su una delle macchine elettriche dello stadio per raggiungere l’uscita. Le condizioni della sua caviglia sinistra verranno valutate fra oggi e domani.

 

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