IL MESSAGGERO Il derby del Mondo: in campo 22 nazioni

Squadra

(A.Angeloni) – Lo straniero passa, eccome se passa. De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Dodò (o Torosidis); Strootman, De Rossi, Pjanic; Florenzi, Totti, Gervinho; Reina, Maggio (o Mesto), Britos, Albiol, Armero (o Zuniga); Behrami, Inler; Callejon, Hamsik, Insigne; Higuain. Questi i possibili titolari della supersfida di venerdì sera. Tanti stranieri, pochissimi italiani in campo. Facile da contarli: De Sanctis, De Rossi, Florenzi, Totti, Maggio (o Mesto) e Insigne. Sei su ventidue, non considerando poi, i panchinari, pure qui molti stranieri, da Bradley a Dzemaili, da Ljajic e Burdisso a Mertens. E non considerando nemmeno gli allenatori, Garcia da una parte, Benitez dall’altra, stranieri anche loro. Andiamo avanti: la Roma è americana, il Napoli è De Laurentiis, con tutta la sua multinazionalità cinematografica. Roma-Napoli una volta era il derby del sud, ora è il derby del mondo. Diciotto stranieri nella rosa del Napoli, diciassette in quella della Roma.

GIALLOROSSI VERDE E ORO
Se la Roma è di stampo brasiliano, il Napoli non si fa mancare davvero nulla, pescando in tutto il mondo. Garcia può contare su sei brasiliani (Maicon, Castan, Dodò, Taddei, Julio Sergio, Marquinho), un rumeno (Lobont), un polacco (Skorupski), un marocchino (Benatia), un argentino (Burdisso), un croato (Jedvaj), un greco (Torosidis), un americano (Bradley), un olandese (Strootman), un bosniaco (Pjanic), un ivoriano (Gervinho), un serbo (Ljajic). Nel Napoli spiccano i due blocchi da tre. Gli svizzeri (Behrami, Inler e Dzemaili) che costituiscono l’ossatura del centrocampo dove il titolare inamovibile è l’ex laziale, e i colombiani Zuniga (che per venerdì è ancora in forte dubbio), Armero e Zapata. Se vogliamo, Benitez si affida maggiormente ai suoi fidi spagnoli, che sono tre: uno è il portiere Reina, che ha preso il posto dell’ora romanista De Sanctis, l’altro è Callejon, che spesso va a giocarsi il posto con Insigne e/o Pandev e in difesa Albiol, che non sta benissimo ma a lui difficilmente Rafa rinuncia. I brasiliani ci sono, due, ma vengono mai presi in considerazione, e parliamo di Rafael, il secondo di Reina, e di Uvini. Completano la rosa, due argentini, e uno è di quelli che fa il botto, Higuain, l’altro è Fernandez, poi ci sono un uruguaiano (Britos), un croato Radoševic, un belga (Mertens), un macedone (Pandev). Unico e solo lo slovacco Hamsik, che però fa per tre.

ITALIANI DELLA CAPITALE
La forza della Roma, al di là degli stranieri, come abbiamo visto determinanti via via sono stati i vari Strootman, Maicon, Gervinho, Benatia, Ljajic, etc etc, è nei talenti italiani, romani nella fattispecie. Totti, De Rossi e Florenzi, quest’ultimo addirittura è, con quattro reti, il capocannoniere della Roma. De Rossi lavora davanti alla difesa e anche grazie a lui la squadra ha subito un solo gol in questo scorcio di campionato e infine Totti, nominato per gli awards alla carriera nel prossimo Globe Soccer di Dubai, un premio che in passato è stato consegnato a Del Piero e Abidal. L’altro italiano in campo (uno non ci sarà, Balzaretti, è squalificato) è De Sanctis, un passato recente al Napoli, con Mazzarri allenatore si è tolto le maggiori soddisfazioni finendo anche nel giro della Nazionale. Nel Napoli un solo napoletano, Insigne. Ma a proposito di azzurri, Prandelli sarà interessatissimo alla sfida di domani sera, visto che gli italiani che probabilmente saranno in campo possono sognare il Mondiale. L’unico discorso a parte è Totti, ma per lui c’è da spettare in chiave Brasile.

UN RECORD MANCATO
Lo straniero in Italia ormai è un’abitudine: in genere costa meno. L’Inter è la squadra che ne ha di più, venticinque, con la Fiorentina che insegue a ventiquattro. Lazio e Udinese, notoriamente, preferiscono andare a investire sugli stranieri e sono avanti a Roma e Napoli, e come loro il Catania che da sempre pesca soprattutto nel mercato sudamericano. La Juve, una delle pretendenti al titolo, ha scelto l’Italia. In bianconero solo dieci stranieri. Solo. E pensare che al Napoli e alla Roma un po’ di anni da ne bastava uno buono: Falcao e Maradona. Altri tempi.

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