(A.Catapano) – Infilata in una settimana di passioni sociali e politiche, incastonata tra il corteo dei Cobas e quello dei No Tav, piazzata al termine di una giornata in cui sciopereranno i dipendenti pubblici, di ogni settore: della pubblica amministrazione, dei trasporti, della sanità. Vista da chi dovrà garantire la tenuta della città e gestire l’ordine pubblico tra manifestanti di ogni credo politico, Roma-Napoli è un’enorme rottura di scatole.
Che ci sta a fare il calcio in un fine settimana così? Ecco perché il Prefetto Pecoraro voleva rinviare la gara o trasferirla al San Paolo. Sarebbe stata unamossa coraggiosa e, diciamolo, un atto di civiltà. Quanto meno, una forma di rispetto verso tutti i romani che non si recheranno all’Olimpico (la stragrande maggioranza).Aloro, soprattutto a chi ha la disgrazia di abitare nei dintorni dello stadio, sarebbe bastato fare i conti con lo sciopero delle metro (a partire dalle 20) e con quello di autobus e tram (dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio). Sarà un venerdì nerissimo, almeno per la viabilità.
Per l’ennesima volta, la città andrà in tilt e i poveracci di Prati, oltretutto, dovranno sopportare pure la chiusura del quartiere da una certa ora del pomeriggio, come previsto dal piano di sicurezza che domani verrà aggiornato con il tavolo tecnico in Questura e una nuova riunione delGos. A Roma-Napoli è già stato associato un livello di allerta 3, il massimo. Saranno impiegati circa 800 steward e un migliaio di agenti. A loro non è consentito scioperare.