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CORRIERE DELLO SPORT Una Roma super nata con un colpo in stile Udinese

Benatia

(E. Intorcia) Esistono filosofie di mercato diversissime tra loro, perché ciascuna realtà è differente dall’altra per storia, dimensioni e ambizioni. Poi ci sono le contaminazioni, magari casuali, magari no, che possono regalare però risultati inimmaginabili. Si parla spesso, a proposito di mercato, del modello Udinese, enfatizzandone i pregi ma anche sottolineandone i limiti, soprattutto in prospettiva europea: scovare talenti e poi venderli implica anche continue rivoluzioni in rosa e l’impossibilità di lavorare sul medio periodo, con la critica più ricorrente di “danneggiare” il coefficiente per club, quello che assegna i posti in Champions a ciascuna nazione. L’universo Roma e quello Udinese hanno trovato in estate il punto di contatto, l’affare Benatia. Ma c’è dell’altro: in fondo, la nuova Roma capolista è nata in estate anche grazie ad un’operazione in stile Udinese.

MARQUINHOS COME SANCHEZ – Il riferimento è all’operazione Marquinhos al Psg, che è poi legata a doppio filo all’arrivo di Benatia in giallorosso. Sul piano tecnico, i risultati hanno dato la risposta all’interrogativo estivo – le ragioni economiche valgono più di quelle del campo? – ma su quello finanziario non potevano esserci perplessità. Tra prestito e riscatto, Marquinhos era costato 4,5 milioni diventati a stretto giro di posta 31,4 milioni più bonus, oltre sei volte tanto l’investimento iniziale in poco più di un anno. Cifre che ricordano molto quelle della cessione di Sanchez al Barcellona: il cileno era stato scovato giovanissimo e lasciato crescere tra Colo-Colo e River Plate, era costato 500 mila euro nel 2006 e due anni fa è stato rivenduto per 37,5 milioni di euro. (…)
STRATEGIE – Walter Sabatini da tre anni ha portato alla Roma il suo metodo di lavoro. Ha i suoi collaboratori fidati, ha soprattutto il suo grande intuito. Per lui l’approccio al mercato è innanzitutto conoscenza prima che trattativa: bisogna sapere tutto di tutti, individuare i talenti emergenti per non lasciarseli sfuggire, valutare il maggior numero possibile di calciatori anche per capire chi non andare a comprare. Come sceglie un giovane calciatore? «Guardo la dote eccellente» , spiegava qualche anno fa. Intendendo per “dote eccellente” la caratteristica in cui un giocatore eccelle, fermo restando che deve avere valori medio-alti in tutti i parametri, come velocità, tecnica, personalità. A Udine si sono alternati negli ultimi anni più uomini mercato: c’è stato il ciclo di Pierpaolo Marino, ci sono stati gli anni di Stefano Antonelli (ora al Siena, ma in carica quando Sanchez passò al Barcellona, per esempio) e prima di lui si erano alternati, con cariche diverse ma sempre con competenza sul mercato, Cinquini, Gasparin, Larini, Gerolin. Oggi tocca a Cristiano Giaretta. Ognuno ha portato la propria esperienza all’interno di un modello di lavoro che la famiglia Pozzo ha consolidato negli anni. I punti chiave? Una rete di osservatori in tutto il mondo, un centro video in cui confluiscono migliaia e migliaia di partite, un sistema di supporto – anche scolastico – per aiutare la formazione dei talenti stranieri che sbarcano giovanissimi in Italia. (…)
GARANZIA BENATIA – Due mondi diversi eppure entrati in contatto. Anche la Roma ha fatto shopping in Friuli, sapendo che la bottega dell’Udinese è cara ma che in fondo non tradisce mai. Isla ed Asamoah, per esempio, hanno vinto lo scudetto (anzi, due) al primo tentativo con la Juve. E Sanchez avrà pure aspettato un anno per trionfare in Liga ma ha conquistato subito Mondiale per club, Supercoppa Uefa e Coppa del Re con il Barça. Chi è partito prima di Benatia, dunque, ha vinto subito. Le belle tradizioni vanno rispettate.
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