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CORRIERE DELLO SPORT Sì, parliamo di scudetto

Esultanza Roma

(G.Dotto) – Bello ripartire il giorno dopo dalla faccia di Mazzarri. Un topone cui avevano bruciato la coda. Una tempesta di tic. Il manifesto della bile. Dopo non aver trovato la sua Inter, Rudi Garcia non aveva trovato la sua mano. La quinta scelta che cercava e non trovava la prima scelta. Che goduria. Puntigliosamente educato, il nostro l’ha cercata anche sotto la panchina e dietro le sagome dei suoi vice. Niente. Dissolto. Mazzarri sparito.[…]

“Non ci riguarda”. L’ha ripetuto anche la Leggenda Vivente, più per inerzia che per convinzione. L’aveva detto qualche giorno prima Walter Sabatini. Fine. Non sta più in piedi. La notte di San Siro ha spazzato via l’ultimo dubbio. L’argine è rotto. Il tappo è saltato. A partire da quel divino e dispettoso anagramma che siede in panchina. “Rudi Garcia” uguale “Ci Riguarda”. Gli scudetti si vincono anche con la fede nei segni. Avete letto bene, “scudetti”.  Segni a parte, andiamo al dunque. Continuare a nascondersi è impossibile. Mentre nella parrocchietta di casa fingiamo di non sentirci alla pari con Juventus e Napoli, il mondo intero s’interroga sul fenomeno Roma. Francesi, spagnoli, inglesi, tedeschi, americani, brasiliani e argentini declamano il tesoro che noi vorremmo tenere sotto chiave. I numeri impressionano ma non bastano. […]

Sembra, si ha quasi paura a dirlo, un organismo perfetto. Uno di quei virus mutanti capaci di cambiare forma e aspetto, a seconda della situazione che si presenta.  Questa Roma è un insieme unico di gente che sa fare tante cose. Sanno fraseggiare corti e intensi quando serve, ma sono capaci di sintesi brucianti, si esaltano nello stretto ma anche nello spazio, sanno difendersi solidali e disperdersi sincronicamente nella larghezza del campo. Sono letali nel palleggio e nella corsa. Sono giocatori da guerriglia e da assalto, ma si esaltano quando sono sotto assedio. Giocatori dal multiforme ingegno. Questo li rende irriconoscibili. Non sai mai dove stanno e cosa stanno per fare. Prendi Strootman l’Inesorabile. Lo strabiliante Strootman di San Siro. Ha difeso come Gattuso, ha lanciato come Pirlo e si è scaraventato belvino negli spazi come il Kakà di una volta. Prendi Gervinho l’Immateriale. Come Muhammad Alì, vola come una farfalla e punge come un’ape. […]

Prendi Benatia l’Imperiale. Insieme a Castan, due gladiatori, una muraglia che si estende in altezza, larghezza e lunghezza. Benatia sa difendere come pochi al mondo, di anticipo e di fisico, ma sa anche dare palla e proporsi da attaccante. Di Totti e De Rossi sappiamo tutto. Ora sappiamo anche che si divertono da pazzi. Il primo si è reinventato alla Bobby Charlton, detta lo spartito in presa diretta. De Rossi difende con il sangue agli occhi, ma poi li lucida per inventare corridoi o lanci di quaranta metri. Insomma, è una squadra con almeno una dozzina di profili. Tutti ad altissimo rendimento. […]

Qualcuno me lo dica: di chi mai dovrebbe aver paura questa Roma? Solo infortuni a ripetizione e sadismi arbitrali potrebbero incepparla. Ma, forse, non basterebbero. La sera di San Siro ha regalato a questa squadra una consapevolezza che la fa definitivamente gigante. […]Insomma, anagrammi, numeri, valori tecnici e umani, forza fisica e personalità dicono tutti la stessa cosa: ci riguarda. Ma proprio tanto.

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