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PALLA AL CENTRO PER RUDI I più e i meno della sfida contro la Sampdoria

Rudi Garcia

Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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Benatia. Scambio sulla trequarti doriana con Strootman, dribbling in corsa su tre avversari e sul fallo netto di Gastaldello (da rigore) sinistro in scivolata all’angolino imparabile per Da Costa. Tutto normale se si parlasse di un centravanti, più che raro se parliamo di un centrale difensivo dalla stazza imponente. Il franco-marocchino oltre a giganteggiare nella difesa giallorossa confermando come a livello tecnico la cessione di Marquinhos sia stata ben fronteggiata (un solo gol subito nelle prime 5 giornate di campionato), da lustro anche di una buona dote realizzativa sbloccando con carattere, caparbietà e un pizzico di fortuna la sfida del Marassi. Preciso e puntuale nelle chiusure, forte e deciso negli interventi aerei, potrebbe diventare l’erede designato di un muro a noi molto caro.

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Gervinho. Completa quello che aveva lasciato imperfetto nella domenica del derby, la sfida del Tardini e la gara interna contro il Verona. L’ex Arsenal lotta come un leone, dribbla, corre, crossa, calcia, recupera e segna. Perchè questa volta sul contropiede da manuale del calcio portato da Totti, Pjanic e lo stesso Gervinho, e proprio l’ala offensiva a chiudere con il sinistro il passaggio con il contagiri del capitano romanista evitando la potenza (poco amica nelle altre gare) e prediligendo la precisione con un tiro chirurgico che beffa l’estremo difensore sul suo palo di competenza: 0-2. Tutti a casa. E prima rete in maglia giallorossa per l’ivoriano.

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De Sanctis. Urla, accompagna e guida la difesa su ogni pallone dando compattezza ad un reparto fino alla passata stagione  privo di un leader importante. Su Gabbiadini lanciato a rete non si lascia sorprendere deviando con grande attenzione il tiro velenoso del giovane attaccante blucerchiato e fissando  il risultato sullo 0-0. L’Intervento decisivo al 34′ vale da solo l’encomio.

Borriello. Qualche sponda mal sfruttata da Marquinho, un paio di buoni movimento in avanti ma a conti fatti nessuna azione pericolosa costruita o finalizzata in tutti gli 84′ passati in campo. Costretto a svolgere la difficile parte del vice Totti alla lunga il ruolo risulta troppo ingombrante per l’attaccante partenopeo ancora a secco dopo 4 presenze accumulate in 5 giornate (2 dal primo minuto; 2 da subentrato). Rischia inoltre di risultare determinante, ma in negativo, lanciando il contropiede di Gabbiadini ben neutralizzato da un’ottima parata di De Sanctis.

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Infortunio Maicon. L’unico calciatore che molto probabilmente, e visti poi i risultati, aveva bisogno di un turno di riposo per lasciare spazio alle seconde linee e mettere in atto il turnover di cui tanto si era parlato. I cambi adottati a Genova riguardano invece l’ingresso in campo dal 1′ di Marquinhos per Florenzi e Borriello per Totti. Vero è che la sfortuna ha voluto che Torosidis si sia procurato un elongazione all’adduttore costringendo il tecnico francese a confermare l’ex Inter nella sua posizione naturale di esterno destro titolare, ma vista la prestazione del subentrante Dodò (inaspettatamente sicura), l’idea di dare un turno di riposo a Maicon lasciando spazio al giovane riccioluto poteva essere presa in maggiore considerazione.

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Marquinho.  Non vorremmo dover dire: ci risiamo? Dopo gli insulti a Zeman nella passata stagione confidiamo che il gesto di reazione causato dalla sostituzione da parte di Garcia sia dovuto alla rabbia e alla consapevolezza di non essere riuscito a dare il massimo al momento della prima chiamata in campo da titolare. Confidiamo in ciò perchè questo sarebbe il giusto pensiero per la costruzione di una grande squadra alla larga da vittimismo e prime donne. Per quanto concerne la prova sul rettangolo verde il centrocampista sbaglia tutto o quasi. Irritante e molto spesso avulso dal gioco e dalla manovra della squadra sembra non aver appreso al meglio i ritmi e gli schemi di gioco voluti da Garcia.

A cura di Papi&Piccinini

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