IL MESSAGGERO Squadra salva ma tifosi a rischio trasferte, vietate senza tessera

La Curva Sud vuota

(M.Ferretti) La Roma non è stata punita dal Giudice sportivo per l’assalto di domenica sera al pullman del Verona perché, secondo l’art. 14 del codice di giustizia sportiva, i club rispondono solo per i fatti violenti che avvengono «all’interno dell’impianto sportivo» e «nelle aree esterne immediatamente adiacenti». Cioè dove possono essere rilevati, e quindi messi a referto, dagli uomini della Federcalcio. La Procura della Figc, però, sulla base di quanto provato dalle forze di polizia potrebbe aprire un’inchiesta. Diverso, invece, il discorso legato all’ordine pubblico, e non soltanto per le trasferte: quanto accaduto domenica verrà analizzato domani dall’Osservatorio del Viminale. L’organismo di controllo e prevenzione per gli avvenimenti sportivi può prendere misure al di là dell’intervento o meno della Giustizia sportiva. E, se così fosse (e così sembra), potrebbero essere misure drastiche nei confronti dei tifosi della Roma. Si va verso lo stop alle trasferte per chi non ha la Card Privilege (tessera del tifoso): in pratica, non sarà consentita la trasferta a chi ha la Away Card, «strumentalmente indicata come sistema per superare la tessera del tifoso e in possesso di numerosi elementi noti come facinorosi» a giudizio della Polizia. 

SOLIDARIETÀ DA TRIGORIA –  L’As Roma, che domenica sera aveva messo a disposizione del Verona un pullman per il ritorno a casa (i veneti hanno preferito restare nella capitale e partire ieri mattina in treno), ha emesso un comunicato molto asettico e di maniera: «Alla luce dell’aggressione subita ieri (domenica, ndr) dagli steward in servizio presso lo stadio Olimpico e di quella perpetrata ai danni del pullman della squadra ospite, la Roma esprime solidarietà ai propri addetti alla sicurezza e all’Hellas Verona e condanna ogni forma di violenza». Nessun altro tipo di commento è stato fatto in forma ufficiale da Trigoria, forse anche per prendere nettamente le distanze dagli autori dell’agguato. Chi, invece, ha parlato è stato Andrea Mandorlini, l’allenatore del Verona: «Un atto violento, compiuto da qualche delinquente. Poteva davvero finire male, soprattutto per il nostro autista. Andavamo abbastanza forte perché eravamo già in tangenziale e un sasso ha colpito il vetro sulla sinistra: se lo prendeva prima per l’autista sarebbero state conseguenze molto serie. Onestamente non mi va nemmeno tanto di parlare di questo episodio. Non ha nulla a che vedere con lo sport, è un atto violento, ripeto compiuto da qualche delinquente, il calcio non c’entra». 

«GRAVITÀ INAUDITA» –  Il Verona ha preso ufficialmente posizione con una durissima dichiarazione di Maurizio Setti, il suo presidente: «È un fatto di gravità inaudita. Bisogna trovare i rimedi, servono pene esemplari per chi adotta comportamenti delinquenziali. Il calcio delle spranghe e delle pietre non ci appartiene. Bisogna trovare dei rimedi e ci vogliono pene esemplari per chi adotta comportamenti delinquenziali». 

Da Coverciano sulla vicenda è intervenuto anche Cesare Prandelli, il ct della Nazionale in ritiro in vista degli impegni contro Bulgaria e Repubblica Ceca. «Mi dispiace per il Verona, ho lavorato lì due anni ma mi dispiace soprattutto per il calcio, per il nostro calcio. Niente è irrecuperabile, si sono persi certi riferimenti, e mi dispiace doppiamente perché diamo un’immagine del nostro calcio che non è così, almeno in campo non è cosi».

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