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IL MESSAGGERO L’urlo di Rudi: “Avanti così”

Rudi Garcia

(M.Ferretti) L’uomo copertina, Rudi Garcia, gioca con largo anticipo la sfida di domani sera contro il Bologna. Il francese, però, fa un discorso più ampio. Con la consueta serenità.

«Abbiamo studiato tutte le partite del Bologna: è una squadra con molta qualità che può segnare facilmente. Ha un giocatore molto importante come Diamanti, che ho visto con la Nazionale all’Olimpico contro l’Argentina; quando è entrato, ha cambiato il gioco dell’Italia. Il pericolo vero, però, è pensare che la gara sia già vinta: sarà la più difficile, forse, dall’inizio del campionato. Lo so io e lo sanno anche i giocatori che dovremo stare al cento per cento per vincerla», il suo attacco.

Domanda: come sta vivendo questo magico momento? «Sinceramente penso che in giro ci sia troppo… Non abbiamo vinto niente per il momento, tranne le prime cinque partite. Non è nulla, dobbiamo pensare solo alla gara che arriva. Non vorrei che pensassimo ad altre cose. È dovremo fare di tutto per allungare la serie positiva. Questa cosa è la più importante di domenica». Rudi getta tanta acqua sul fuoco della passione dei tifosi. «Per il momento siamo la capolista ma, se vediamo dietro, ci sono solo due punti di differenza con squadre non piccole.Sicuramente c’è ancora molto da fare e per questo dico che non serve a nulla parlare di classifica. Ripeto, conta solo della partita con il Bologna».

«MAI ABBASSARE LA GUARDIA» Dà l’idea, Rudi, di aver già capito tante cose dell’ambiente romano. Ecco perché non perde occasione per non correre con la fantasia e i sogni. Come se volesse cancellare le cinque vittorie centrate dalla sua Roma. «L’importante era dimenticare l’anno scorso, cioè il passato. È giusto guardare al futuro ma, dato che siamo primi, la classifica deve motivare ancora di più la squadra. È stato così già contro la Sampdoria e il fatto di aver vinto le prime quattro partite ha aiutato la squadra a vincere a Genova.Non dobbiamo, però, dimenticare le prime cinque partite: ci sono stati problemi, ma anche molte cose positive e dovremo fare ancora molto di più contro il Bologna». Senza Maicon. «Spero di avere un pò più di scelta, con Torosidis pronto a giocare. Anche la soluzione di Dodò mi è piaciuta, a Genova è entrato molto bene sulla fascia sinistra e sapevo che con l’esperienza Balzaretti poteva stare sulla corsia di destra. C’è anche Jedvaj, provato nelle partite amichevoli».

Gli dicono: arriva il Bologna e con le piccole, l’ha detto anche lei, si vincono i campionati. Rudi fa una smorfia. «Tutte le partite sono importanti e tutte sono difficili da vincere: non ne esiste una vinta prima di giocarla.obbiamo essere concentrati sull’avversario perché la partita che arriva è sempre la più importante. Non guardo il calendario, non faccio calcoli: io gioco e voglio che la mia squadra giochi sempre per vincere. Questo non è legato alla qualità dell’avversario, dobbiamo avere l’ambizione di vincere contro tutti. E tutti domani è il Bologna». Dopo il turn over di Genova, Garcia appare intenzionato a rilanciare la Roma titolare. Non certo per paura di non saper gestire i pezzi da novanta della squadra. Lui ne fa un discorso di principio, legato anche all’armonia all’interno del gruppo. «È importante che le regole valgano per tutti. Non ci può essere un giovane di venti anni con molta esperienza, per questo è importante che giocatori come Francesco, Daniele, Maicon e De Sanctis, che alle spalle hanno un carriera differente, diano l’esempio agli altri».

«UN FUORICLASSE DI UMANITÀ» Finalino dedicato a Totti trentasettenne («Conoscevo il giocatore: un fuoriclasse, tutti nel mondo del calcio conoscono Francesco. Però è l’uomo, la persona di grande qualità a piacermi. Mi piace che abbia rinnovato il suo contratto: normalmente si parla di leggenda quando una persona non gioca, mi piace poterla continuare a scrivere insieme. È giovane nella testa, quindi Francesco è ancora molto giovane») e all’ammonizione con ammenda dopo l’espulsione di Genova. «Sono andato dritto in tribuna, ma non avete detto sempre che la partita si vede meglio da lì? No, per me è importante vivere la partita vicino ai miei giocatori. Non è possibile parlare con tutti, ma con i giocatori vicino a me è importante per poter parlare di tattica, dell’aspetto psicologico della partita. Per una volta non è stato un problema vedere la squadra dall’alto, ma per tante partite sarebbe un problema».

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